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Il bagnetto ai neonati

I neonati non hanno la necessità di essere lavati quotidianamente per questioni di igiene, tuttavia un bagnetto giornaliero è un momento molto piacevole per il bambino, poiché ricrea la situazione di immersione nel liquido amniotico che lo ha accolto per nove mesi; è, inoltre, un’occasione di contatto tra il genitore ed il bambino.

Non c’è un orario ideale durante il quale fare il bagnetto, ma è preferibile in ogni caso farlo lontano dal pasto per non disturbare la digestione e in un momento di calma anche per la mamma.

Occorre preparare tutto l’occorrente a portata di mano e soprattutto non lasciare mai solo il bambino sul fasciatoio.

Come si svolge?

La dimostrazione all’interno del nostro video.

 

Il bagnetto può durare fino a quando il bambino mostra di gradirlo, controllando di tanto in tanto che l’acqua sia sempre sufficientemente calda. Questo, naturalmente, dopo la caduta del moncone ombelicale, perché fino a quando il moncone ombelicale non è caduto, occorre evitare il bagno ad immersione ed il bagnetto non va prolungato oltre i 5 minuti.

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Nasce il nuovo punto prelievi

Stiamo realizzando il nuovo punto prelievi e la nuova area dedicata al pre-ricovero, per offrirvi un ospedale sempre più accogliente, confortevole e funzionale.

Momentaneamente, fino alla prima metà di settembre, il punto prelievi si troverà nei pressi della radiologia nell’area piramide al piano -1.

Sfoglia la gallery.

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Agosto, nuovi orari ambulatoriali

Nel mese di agosto gli orari subiranno le seguenti modifiche

Poliambulatorio

Lunedì – venerdì

dalle 07.30 alle 17.00

Sabato chiuso

Accettazione Laboratorio Analisi Sabato chiuso
Accettazione Ambulatoriale SSN

Lunedì – venerdì

dalle 07.30 alle 17.00

Accettazione Ambulatoriale LP

Lunedì – venerdì

dalle 07.30 alle 17.00

Sabato chiuso

Call center

Lunedì – venerdì

dalle 08.30 alle 17.00

Sabato chiuso

Consegna referti

Lunedì – venerdì

dalle 08.00 alle 16.00

Sabato chiuso

Radiologia diagnostica Lunedì – venerdì

dalle 08.00 alle 17.00

Sabato chiuso

Accettazione ricoveri SSN e LP  dall’01/08 al 05/08

dal 22/08 al 27/08

Lunedì – venerdì

dalle 07.00 alle 16.00

dall’08/08 al 20/08

Lunedì – venerdì

dalle 07.00 alle 15.00

 

Come proteggere i bambini dal caldo

I bambini si adattano meno facilmente dell’adulto alle alte temperature e per questo risultano più vulnerabili al caldo. In particolar modo, la sensibilità alle ondate di calore è maggiore per quei bambini con problemi di salute come malattie cardiache o respiratorie (asma).

Qualche consiglio per un’estate sicura

Vediamo insieme alla Dott.ssa Paola Marangione, Responsabile dell’Unità Operativa di Neonatologia e Patologia Neonatale, qualche suggerimento utile per riparare il bambino dal caldo soffocante:

  • Evitare di portare il bambino in locali chiusi, caldi e poco ventilati. “In queste condizioni – spiega la Dott.ssa Marangione – il colpo di calore è in agguato. Per i viaggi in auto, il consiglio è quello di areare l’abitacolo e idratare il bambino”.
  • Per areare al meglio i locali, tenere aperte le finestre quando i raggi solari sono meno forti (mattino presto e sera) o quando il sole è tramontato. Durante le ore più calde della giornata meglio oscurare le finestre più esposte al sole.
  • Idratare spesso il bambino con acqua a temperatura ambiente da bere a piccoli sorsi. “I bambini – aggiunge la Dott.ssa Marangione – non grondano sudore come gli adulti, ma con il caldo perdono molti sali e liquidi anche quando non ce ne rendiamo conto. Insegnare loro come idratarsi è importante perché impareranno un gesto prezioso per tutta la vita”.
  • Allattare spesso. “Fino a 6 mesi – continua la Dott.ssa Marangione – il lattante probabilmente chiederà più pasti al seno per placare non solo la fame, ma anche la sete. La mamma deve tenersi pronta a soddisfare la richiesta”.

Idratazione è la parola chiave

Non solo acqua, anche la dieta ha un ruolo importante per l’integrazione di sali e liquidi. “La frutta di stagione, ma anche la verdura, sono degli ottimi alleati in estate per restituire al bambino quanto perso con la sudorazione – sottolinea la Dott.ssa Marangione. Bene tagliare il consumo di snack, alimenti troppo calorici, bevande gassate e cibi con grassi animali”.

Per proteggere i più piccoli dall’esposizione diretta al sole, scegliere vestiti leggeri e in fibra naturale che non siano aderenti al corpo e che lascino traspirare la pelle. “La protezione è efficace – continua la Dott.ssa Marangione – se i piccoli hanno la possibilità di ripararsi all’ombra, in ambienti freschi o circondati dal verde”.

Per i bambini più grandi, è bene non svolgere attività fisica all’aperto durante le ore più calde del giorno e bere prima e durante le ore di gioco.

 

Chirurgia della spalla, il Dott. Marco Neri relatore all’ICSES 2016

Il Dott. Marco Neri dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia di Humanitas San Pio X ha recentemente presentato al 13° Congresso Internazionale Chirurgia della Spalla e del Gomito (ICSES 2016), la relazione dal titolo “The role of subscapularis repair in reverse total shoulder arthroplasty”.

Al Congresso, tenutosi a maggio presso l’isola di Jeju in Corea, hanno partecipato specialisti della spalla e del gomito di fama internazionale provenienti da Stati Uniti, Giappone, Svizzera, Francia, Australia, Canada, Argentina, Brasile, Ucraina e Finlandia.

Tra i grandi nomi Italiani, il Dott. Alessandro Castagna di Humanitas Rozzano, il Dott. Giuseppe Porcellini, il Dott. Stefano Gumina e il Dott. Giuseppe Milano.

Qual è stato lo scopo della relazione presentata?

“Scopo del nostro lavoro – spiega il Dott. Neri – è stato verificare i risultati dopo la riparazione o meno del tendine del sottoscapolare al termine dell’intervento di protesi inversa di spalla”.

Questo perché alcuni autori hanno descritto la necessità di riparare il sottoscapolare al termine della procedura chirurgica ed altri autori, al contrario, hanno riscontrato vantaggi nel non riparare il sottoscapolare al termine della protesi inversa.

“Dopo più interventi su pazienti con caratteristiche e problematiche diverse – continua il Dott. Neri – la nostra conclusione è che la necessità di riparare il sottoscapolare, al termine della protesi inversa di spalla, cambia in base all’impianto selezionato. La riparazione del sottoscapolare è essenziale per la stabilità della protesi quando il chirurgo usa una componente omerale medializzata. Quando invece il chirurgo usa una componente omerale lateralizzante non è necessario riparare il sottoscapolare perchè c’è una migliore stabilità legata alla compressione orizzontale del deltoide; anzi, riparando il sottoscapolare si sovraccarica la cuffia posteriore ed il deltoide. Così, per queste ragioni, quando abbiamo un’artrosi gleno-omerale con una lesione di cuffia posteriore utilizziamo una componente omerale lateralizzata e non ripariamo il sottoscapolare, e quando abbiamo un’artrosi gleno-omerale senza lesione della cuffia posteriore utilizziamo una componente omerale medializzata con associata riparazione del sottoscapolare.”

Il Dott. Neri ha concluso aggiungendo “è stata un’esperienza bellissima. Viaggio lunghissimo, ma grazie al grande entusiamo di tutti la fatica non è stata percepita”.

 

Cuore, mantenerlo in salute con lo stile di vita

Le malattie cardiovascolari legate al progredire dell’aterosclerosi sono patologie croniche che ancora oggi rappresentano la causa principale delle morti premature in Europa, nonostante negli ultimi decenni si sia registrata una considerevole diminuzione della mortalità cardiovascolare in molti paesi europei. Si stima che oltre l’80% della mortalità totale per malattia aterosclerotica si verifichi attualmente nei paesi in via di sviluppo.

Quali sono le cause connesse alle malattie cardiovascolari?

Le malattie cardiovascolari sono strettamente connesse allo stile di vita, in particolar modo al consumo di tabacco, alle scorrette abitudini alimentari, alla sedentarietà e allo stress psicosociale, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che oltre tre quarti della mortalità cardiovascolare globale può essere prevenuta mediante l’attuazione di adeguate modifiche nello stile di vita.

La stratificazione del rischio avviene attraverso le ormai consolidate carte del rischio che tengono conto dell’età e della presenza isolata o concomitante di uno o più fattori di rischio (fumo, ipertensione arteriosa, assetto lipidico, presenza o meno di diabete mellito).

“I soggetti ad alto rischio – spiega la Dott.ssa Margherita Dell’Orto, Responsabile del Servizio di Cardiologia di Humanitas San Pio X – devono essere incoraggiati in modo particolare a smettere di fumare, a fare scelte alimentari appropriate, ridurre il sovrappeso, aumentare l’attività fisica: tali modificazioni dello stile di vita possono, in molti casi, ovviare alla necessità di una terapia farmacologica per tutta la vita.”

Perché è importante perdere peso?

Per un paziente con alto rischio cardiovascolare, gli scopi della dieta sono:

  • ridurre l’introito totale di grassi, che devono costituire al massimo il 30% dell’apporto energetico totale
  • ridurre l’introito di grassi saturi, che non devono superare un terzo dei grassi totali, e l’introito di colesterolo a meno di 300 mg/die
  • ottenere la riduzione dei grassi saturi sostituendoli in parte con grassi mono e polinsaturi di origine vegetale e in parte con carboidrati complessi
  • aumentare l’apporto di frutta fresca, cereali e verdure
  • aumentare il consumo di pesce
  • ridurre l’apporto calorico totale, qualora sia necessaria la riduzione del peso
  • ridurre l’assunzione di sale e di alcool qualora la pressione arteriosa sia elevata.

“Tutti i pazienti, infine, – aggiunge la Dott.ssa Dell’Orto – dovrebbero essere incoraggiati e sostenuti ad aumentare la loro attività fisica: viene raccomandata l’esecuzione di esercizio aerobico (per esempio camminare a passo veloce, nuotare, ballare o andare in bicicletta) per almeno 30 minuti, 5 volte la settimana, meglio se tutti i giorni.”

Essere fisicamente attivi aiuta a ridurre il peso (se l’attività fisica viene associata a una dieta corretta), ad aumentare il colesterolo HDL, a ridurre i trigliceridi e la tendenza alla trombosi.

 

Apnee notturne, 5 cose che non sapevi

Russare, agitarsi nel letto e svegliarsi nel bel mezzo del sonno potrebbero significare più di una brutta nottata, specialmente se questo accade regolarmente.

Spesso, la causa di questi sintomi è riconducibile alla Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS), ovvero all’interruzione del respiro durante il riposo notturno. Questa condizione è molto comune, può colpire chiunque e le conseguenze a lungo termine possono portare allo sviluppo di patologie più gravi.

Vediamo insieme al Dott. Fabrizio Salamanca, Referente del Centro per la Diagnosi e la Cura della Roncopatia di Humanitas San Pio, 5 caratteristiche che riguardano questa Sindrome a volte poco riconosciuta.

Molte persone soffrono di Apnee Ostruttive del Sonno, ma non lo sanno

Le apnee ostruttive sono più comuni di quanto si pensi poiché nell’80% dei casi non vengono diagnosticate.

Questo disturbo colpisce uomini e donne e in particolar modo le persone affette da obesità, provocando il blocco o la costrizione delle vie respiratorie durante il sonno.

“I sintomi della Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno – spiega il Dott. Salamanca – sono messi frequentemente in relazione ad altri disturbi. Ad esempio, il paziente che si sente stanco al risveglio, pone il problema in relazione all’essere andato a letto tardi, oppure ad un periodo di lavoro eccessivo o allo stress e non alla cattiva qualità del sonno. Un sonno continuamente interrotto dalle apnee, troppo superficiale e mai profondo per tempo sufficiente, scarsa ossigenazione dell’organismo durante la notte (specie del cervello), continui e inconsci cambiamenti di posizione nel letto per cercare di respirare meglio e così via, portano chiaramente ad un sonno non ristoratore con conseguente stanchezza al mattino ed accessi di sonnolenza diurna.”

Non riguarda solo gli uomini in sovrappeso che russano

Lo stereotipo del paziente affetto da apnee notturne è quello di un uomo sovrappeso oppure obeso che russa. Se da una parte questo è vero (l’obesità, infatti, è il maggior fattore di rischio e colpisce principalmente gli uomini), molte persone non sanno che dopo la menopausa, le donne hanno la stessa probabilità degli uomini di soffrire di tale disturbo.

Le Apnee Ostruttive del Sonno possono portare a gravi complicanze

Le apnee notturne non rovinano solo la qualità del sonno e quella della giornata lavorativa. Possono essere, anche, un fattore di rischio per infarti, diabete e altre condizioni più severe.

In presenza di disturbi frequenti, è importante rivolgersi ad un medico specialista per effettuare una diagnosi accurata grazie ad una Polisonnografia notturna, soprattutto se i sintomi si sovrappongono ad altre condizioni preesistenti.

Le conseguenze non riguardano, però, solo lo sviluppo di altre patologie.

Come aggiunge il Dott. Salamanca “gli eccessi di sonnolenza diurna spesso sono improvvisi e rapidissimi, a volte anche di soli 2-4 secondi (micro-sleep); questo può causare gravi conseguenze specie se si sta svolgendo un lavoro molto delicato o si sta guidando (si può non vedere una curva, una macchina che frena, un pedone che attraversa la strada, motivo per cui sulla scena di molti incidenti stradali non vengono ritrovate tracce di frenata).”

I sintomi sono spesso ricollegati ad altre patologie

Le Apnee Ostruttive del Sonno, molto spesso, vengono trascurate a causa dell’ampia varietà dei sintomi. Dietro i sintomi del cattivo riposo, infatti, ci possono essere anche altre condizioni, come depressione, fatica, problemi di concentrazione, sete e gola infiammata.

“Vi sono – continua il Dott. Salamanca – degli aspetti abbastanza nuovi riguardanti i sintomi. In particolare, molti uomini, durante la notte, hanno la necessità di alzarsi per urinare: siccome l’apnea ostruttiva del sonno colpisce soprattutto gli uomini di oltre 40 anni, si pensa sempre che questa nicturia possa essere attribuita ad ipertrofia prostatica, mentre invece si è visto che anche la presenza di apnee del sonno, per vari meccanismi ormonali e vascolari che si attivano, può causare questo disturbo portando ad un ulteriore frammentazione del sonno. Pazienti ben trattati, infatti, riferiscono una riduzione anche di questo disturbo.”

Intervenire è possibile

Perdere peso, eliminare il consumo di alcol e cambiare le abitudini del sonno, possono portare ad avere dei benefici.

Ma per molte persone, semplici cambiamenti nello stile di vitanon bastano a migliorare la qualità del sonno.

“Sempre più persone – conclude il Dott. Salamanca – si rivolgono alla chirurgia (molto più mininvasiva rispetto a qualche anno fa) ed agli Oral Appliances: anzi, l’integrazione di chirurgia e applicazione di Oral Appliances si sta rivelando una delle migliori strade percorribili per risolvere questo grave e complesso problema.”

 

 

Open Day del Punto Nascita

Sabato 18 giugno si terrà il prossimo Open Day del Punto Nascita. L’incontro si terrà dalle ore 10.00 alle ore 12.00 presso la sede di Humanitas San Pio X, in Via Francesco Nava 31 a Milano.

Cos’è l’Open Day del Punto Nascita?

Durante la mattinata, i futuri genitori potranno visitare le Sale Parto e il Nido e conoscere i servizi offerti da Humanitas San Pio X.

Saranno presenti all’incontro:

Verranno, inoltre, presentati i futuri corsi (gravidanza, nascita, post parto e allattamento).

Consulta il programma della giornata.

La partecipazione all’evento è gratuita.

Eventbrite - Open Day Punto Nascita

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