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Giornata Mondiale dell’Obesità: chirurgia e trattamenti per combattere l’obesità

Il 4 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Obesità, un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crescente diffusione di questa patologia, che continua ad avere un impatto sempre maggiore sulla salute globale, sia fisica, sia mentale.

Il peso corporeo dipende dall’equilibrio tra le calorie introdotte e quelle consumate. Un eccesso di calorie, che spesso deriva da una dieta poco equilibrata e uno stile di vita sedentario, può portare al sovrappeso e, nei casi più gravi, all’obesità.

«Il problema legato all’eccesso di peso – sottolinea il dottor Vincenzo Borrelli, responsabile della Chirurgia dell’Obesità di Humanitas Gavazzeni – è in continua crescita. Da un lato, l’accesso ai cibi ad alto contenuto calorico è molto più facile rispetto al passato, dall’altro, il dispendio energetico sta diminuendo: molte persone non camminano più e preferiscono evitare qualsiasi tipo di sforzo fisico. Per quanto riguarda l’obesità tra i giovani, l’Italia è tra i Paesi con i tassi più alti, con il sud che risulta essere il più colpito in Europa».

Quando si parla di obesità?

«Un modo semplice per misurare l’eccesso di peso è l’Indice di Massa Corporea (IMC), che si calcola dividendo il peso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza in metri. Se il risultato è pari o superiore a 30, si parla di obesità, che può essere suddivisa in tre gradi: primo (30-34,9), secondo (35-39,9) e terzo grado (superiore a 40). Quando l’IMC supera il valore di 40, si può considerare l’opzione della chirurgia bariatrica, che viene riservata ai pazienti che non hanno ottenuto risultati soddisfacenti con diete, esercizio fisico o farmaci.

L’intervento chirurgico ha come obiettivo principale quello di ridurre il peso corporeo, migliorando al contempo le malattie associate all’obesità, come ipertensione, diabete, insufficienza respiratoria e dislipidemia, tutte condizioni che riducono significativamente l’aspettativa di vita».

Quali sono i principali interventi chirurgici?

«Tra gli interventi più comuni, la sleeve gastrectomy è il più eseguito. Questo intervento prevede la rimozione di una parte significativa dello stomaco, riducendo la sua capacità di contenere cibo. Sebbene il transito del cibo rimanga invariato, il senso di sazietà arriva molto più velocemente, consentendo al paziente di seguire con maggiore facilità un piano alimentare post-operatorio, riducendo così l’introito calorico e portando a una perdita di peso rapida e duratura».

Quanto peso si perde dopo una sleeve gastrectomy?

«I risultati variano da persona a persona, ma in media, se un paziente pesa 200 kg, può perdere circa 90 kg nel corso di un anno. Se il peso iniziale è di 150 kg, la perdita di peso sarà di circa 70 kg. Per persone di bassa statyìura e con un peso iniziale di 90-100 kg, generalmente si può ottenere una perdita di circa 40 kg».

Esistono altri tipi di intervento chirurgico?

«Un’alternativa alla sleeve gastrectomy è il bypass gastrico, che consiste nella riduzione della dimensione dello stomaco e nel cambiamento del percorso del cibo, limitando parzialmente l’assorbimento di calorie e nutrienti. Questo intervento è particolarmente utile nei pazienti con patologie associate, come il diabete, o in coloro che, dopo una sleeve, non sono riusciti a perdere abbastanza peso. Un altro tipo di intervento è il bendaggio gastrico, che viene oggi utilizzato principalmente in donne giovani che non devono perdere troppo peso. Consiste nell’inserimento di un anello nella parte superiore dello stomaco, che può essere regolato per adattarsi alle necessità del paziente».

Sono interventi invasivi?

«No, questi interventi vengono eseguiti in laparoscopia, una tecnica mini-invasiva che non richiede grandi incisioni addominali. Inoltre, grazie all’utilizzo della tecnica anestesiologica “fast track”, il paziente può svegliarsi velocemente e, dopo circa mezz’ora, essere in grado di alzarsi, camminare e bere».

Chirurgia Generale