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Ricotta di Capra

Ricotta di Capra

 

Che cos’è la ricotta di capra?

Si tratta di un latticino ricavato dal siero di latte di capra, ovvero la parte liquida che si divide dalla cagliata durante la produzione del formaggio caprino, cui si aggiungono latte e panna. Non si tratta quindi un formaggio.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di ricotta di capra danno 175 Calorie suddivise circa così:

67% da lipidi

27% da proteine

7% da carboidrati

Nello specifico, 100 g di ricotta di capra includono:

11,6 g di proteine

12,91 g di lipidi, tra cui: 8,245 g di acidi grassi saturi, 3,613 g di acidi grassi monoinsaturi, 0,384 g di acidi grassi polinsaturi e 50 mg di colesterolo

2,98 g di carboidrati

Tra le vitamine e i minerali, 100 g di ricotta di capra danno:

vitamina A

vitamine del gruppo B

vitamina C

vitamina E

calcio

fosforo

magnesio

zinco

iodio

selenio

potassio

ferro

sodio

 

Quando non consumare la ricotta di capra?

I latticini non si devono consumare combinati con la ciprofloxacina e le tetracicline. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Reperibilità della ricotta di capra

La ricotta di capra si può trovare in commercio durante tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Il latte di capra viene consigliato nell’alimentazione delle persone affette da ipertensione. Le vitamine e i minerali che contiene facilitano il buon funzionamento del metabolismo e sono portatrici di proprietà antiossidanti. Calcio, fosforo e magnesio collaborano anche a difendere la salute delle ossa e dei denti.

Più in generale, la ricotta di capra viene ritenuta un cibo particolarmente digeribile e tollerato caratterizzato da un alto valore nutrizionale. Per questo viene raccomandata sia ai bambini che a chi è affetto da problemi gastrici; è ritenuta anche un buon cibo per chi fa sport.

Però, la ricotta di capra è una fonte di grassi saturi e di colesterolo, e l’assunzione di questi nutrienti dovrebbe essere arginata, nello specifico, a non più del 10% delle calorie giornaliere e a un massimo di 300 mg al dì (le raccomandazioni degli esperti per adulti in buona salute). Inoltre la ricotta di capra costituisce anche una fonte di quantità importanti di sodio, il cui apporto giornaliere non dovrebbe oltrepassare i 2 g.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Ricotta forte

Ricotta forte

 

Che cos’è la ricotta forte?

La ricotta forte (conosciuta anche come ricotta ascuante, ‘scante, scanta o ashcande) è un latticino caratteristico della Puglia centro-meridionale e della Basilicata materana ricavato dalla filtrazione del siero di latte con possibile aggiunta di latte al 10-12%, tramite un processo di doppia cottura. Può essere ricavata a cominciare dal siero di latte di vacca, di pecora, di capra o misto. Il risultato ultimo è un prodotto spalmabile, dalla consistenza morbida e cremosa, dall’aroma pungente e dal gusto piccante.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di ricotta forte contengono 250 Calorie e:

25% di materia grassa

14,2 % di materia proteica

0,5% di carboidrati

 

La ricotta forte si prepara mettendo 20 grammi di sale per ogni kg di prodotto.

 

Quando non consumare la ricotta forte?

Il latticini non si devono consumare insieme alla ciprofloxacina e alle tetracicline. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Reperibilità della ricotta forte

La ricotta forte si produce tutto l’anno, però il picco di produzione va da ottobre a maggio. Rispetto alla ricotta fresca si mantiene per più tempo, però dopo qualche mese sulla sua superficie si evidenzia uno strato unto dal colorito giallastro.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

La ricotta forte è portatrice dei benefici dei latticini. La sua composizione nutrizionale può cambiare in base del latte di origine, nello specifico dall’animale da cui è munto (vacca, pecora o capra) e dalla sua alimentazione, però in generale i latticini vengono considerati buone fonti di vitamine e minerali amici del buon funzionamento del metabolismo e delle difese antiossidanti dell’organismo.

D’altro canto, i latticini non si devono mangiare in quantità eccessive perché sono portatori di grassi saturi, colesterolo e sodio. I primi due, se consumati in quantità troppo alte, possono accrescere i livelli di colesterolo nel sangue; per questo gli adulti in buone condizioni di salute non dovrebbero eccedere nell’assunzione, rispettivamente, a non più del 10% delle calorie giornaliere e a non più di 300 mg al dì. Anche il sodio non deve essere consumato in eccesso; per difendere la salute cardiovascolare è meglio circoscriverlo a un massimo di 2 grammi al dì.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Ricotta salata

Ricotta salata

 

Che cos’è la ricotta salata?

Si tratta di un latticino (non un formaggio) ricavato dal siero di latte di vacca, di bufala, di capra o di pecora. È un derivato del latte a pasta semidura passato a stagionatura breve (che però non dura meno di una settimana). Dopo la lavorazione a temperature elevate – che può includere l’aggiunta di latte o panna – si deve pressare e salare a secco.

Caratteristica delle regioni del Sud e del Centro dell’Italia, in passato la ricotta salata si produceva per accrescere la conservazione della classica ricotta. Oggi l’utilizzo dell’aceto o del limone per acidificare il siero è stato soppiantato da quello dell’acido lattico e dell’acido citrico.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della ricotta salata?

100 grammi di ricotta salata danno circa 280 Calorie suddivise all’incirca così:

73% di lipidi

18% di proteine

9% di carboidrati

Nello specifico, in 100 grammi di ricotta salata troviamo:

23 grammi di lipidi, tra cui 15 grammi di acidi grassi saturi

18 grammi di proteine

2 grammi di carboidrati, tra cui 2 grammi di zuccheri

3,1 grammi di sale

1,2 grammi di sodio

 

Quando non consumare la ricotta salata?

Il consumo dei latticini può disturbare l’assunzione di ciprofloxacina e di tetracicline. In presenza di dubbi è sempre meglio domandare consiglio al proprio dottore.

 

Reperibilità della ricotta salata

La ricotta salata si trova in commercio tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

La ricotta salata è una ottima fonte di proteine di alta qualità che può essere inserita nell’alimentazione a turno con altre fonti di proteine, tipo la carne e il pesce. La potenziale aggiunta di panna ne accresce l’apporto calorico confronto a quello della ricotta fresca; per questo è fondamentale non fare lo sbaglio di ritenerla in partenza un latticino magro: in base al metodo di produzione e all’origine del siero può essere caratterizzata da un apporto calorico più o meno alto (di solito, per esempio, i derivati del latte di bufala tendono ad essere più calorici). Inoltre la ricotta salata è una fonte di quantità abbondanti di sodio, che in base alle odierne raccomandazioni in ambito nutrizionale non si dovrebbe assumere in dosi superiori ai 2 grammi al dì.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Riso brillato

Riso brillato

 

Che cos’è il riso brillato?

Si tratta di una tipologia di riso (Oryza sativa, varietà che appartiene alla famiglia delle Poaceae) trattato in maniera da intensificarne la brillantezza. Dopo averlo raccolto, il riso greggio viene lavato, seccato e privato degli strati esterni; in questa maniera si ricava il cosiddetto riso integrale, passato poi al processo di sbiancatura per togliere sia le fibre che il germe del riso e il farinaccio. In ultimo, i chicchi vengono irrorati di glucosio oleato per avere il riso brillato.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di riso brillato crudo hanno circa 332 Calorie suddivise così:

91% carboidrati

8% proteine

1% lipidi

 

Nello specifico, in 100 g di riso brillato crudo troviamo:

12 g di acqua

6,7 g di proteine

0,4 g di lipidi

80,4 g di carboidrati disponibili

72,9 g di amido

0,2 g di zuccheri solubili

1 g di fibra, di cui 0,08 g di fibra solubile e 0,89 g di fibra insolubile

1,3 mg di niacina

0,11 mg di tiamina

0,03 mg di riboflavina

94 mg di fosforo

92 mg potassio

24 mg di calcio

20 mg di magnesio

5 mg di sodio

1,3 mg di zinco

0,8 mg di ferro

0,18 mg di rame

10 µg di selenio

 

Quando non consumare il riso brillato?

Non ci sono interazioni tra il consumo di riso brillato e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è sempre meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Stagionalità del riso brillato

Il riso brillato si trova in commercio tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Il riso è un cereale facile da digerire e senza di glutine, quindi adeguato anche all’alimentazione di chi è affetto da celiachia. Anche nelle sue variazioni brillate dà una certa dose di micronutrienti: vitamine del gruppo B, amiche del buon funzionamento del metabolismo; potassio che collabora alla regolazione della pressione e della frequenza cardiaca; un po’ di calcio, fosforo e magnesio per la salute di ossa e denti; poco rame e ferro da usare, per esempio, nella creazione di globuli rossi; selenio con proprietà antiossidanti. Dal punto di vista nutrizionale costituisce però principalmente una fonte di carboidrati di tipo amidaceo. Bisognerebbe preferirgli il consumo del riso integrale, che è una fonte di fibre insolubili pregiate per la salute dell’intestino, i cui quantitativi vengono profondamente minimizzati dal processo di sbiancatura.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Riso glutinoso

Riso glutinoso

 

Che cos’è il riso glutinoso?

Si tratta di un cereale originario dell’Asia. Chiamato anche riso appiccicoso, riso dolce, riso ceroso, riso perla, riso botan, riso mochi o biroin chal, nonostante il suo nome non contiene glutine, e perciò può essere inserito nell’alimentazione di chi è affetto da celiachia. Il termine “glutinoso” viene dal fatto che una volta cucinato questo riso è molto appiccicoso (l’aggettivo latino glutinosus infatti significa “viscoso, colloso”) a ragione dell’importante quantità di amilopectina (una delle due componenti dell’amido) che lo distingue.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del riso glutinoso?

100 g di riso glutinoso danno circa 97 Calorie.

 

Per quanto concerne i macronutrienti, 100 g di riso glutinoso danno:

21 grammi di carboidrati, tra cui:

0,1 grammi di zuccheri liberi

1 grammo di fibra

2 grammi di proteine

0,2 grammi di lipidi, fra cui:

0,1 grammi di acidi grassi monoinsaturi

0,1 grammi di acidi grassi polinsaturi

 

Tra le vitamine e i minerali, 100 g di riso glutinoso danno:

5 mg di magnesio

2 mg di calcio

0,1 mg di ferro

 

Quando non consumare il riso glutinoso?

Non ci sono condizioni in cui mangiare il riso glutinoso potrebbe disturbare l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è sempre meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

Il riso glutinoso si trova facilmente sul mercato tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni del riso glutinoso

Inserire il riso glutinoso nella propria alimentazione giornaliera collabora a appagare i fabbisogni giornalieri di carboidrati, che in accordo con le più recenti raccomandazioni si trovano (per un adulto in buone condizioni di salute) tra il 45 e il 60% delle calorie giornaliere. L’ultima edizione dei LARN (i Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana) esorta a consumare carboidrati soprattutto in forma di fonti alimentari amidacee a basso indice glicemico. Quello del riso è mutevole in base ai casi tra 48 a 112, quindi potrebbe essere ritenuto intermedio-elevato. Non si può però neanche scordare che quello che conta è prima di tutto il carico glicemico dell’intero pasto invece che quello di solo uno degli ingredienti.

Il calcio e il magnesio del riso glutinoso collaborano alla protezione della salute di ossa e denti.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Salicornia

Salicornia

 

Che cos’è la salicornia?

La salicornia – chiamata anche “asparago di mare” a ragione della sua somiglianza con l’asparago selvatico, però conosciuta anche come salicot, finocchio di mare o fagiolo di mare – è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Chenopodiaceae che cresce spontanea lungo le rive, principalmente nelle paludi salmastre, dove crea i cosiddetti salicornieti; inoltre la si può trovare anche negli acquitrini, lungo i canali e, meno di frequente, su terreni argillosi. Specialmente facile da trovare nel bacino del Mediterraneo, è tipica anche di altre regioni Europee, in Asia e nell’America Settentrionale.

In cucina si adoperano solo i germogli e le parti giovani e tenere.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della salicornia?

La salicornia è fonte di:

vitamina C

vitamine del gruppo B

iodio

bromo

Inoltre la salicornia è anche fonte di ossalati, mucillagini e pectine.

 

Quando non consumare salicornia?

Non sono state rilevate interazioni fra il consumo di salicornia e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Stagionalità della salicornia

La stagione della salicornia comincia a maggio e finisce a settembre. È meglio mangiarla entro 15 giorni dalla raccolta; nel frattempo si conserva tra gli 8 e i 16 °C.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Alla salicornia vengono ascritte proprietà depurative e rinfrescanti. Il suo succo, pieno di iodio, si consiglia nella terapia dell’ipotiroidismo; inoltre il suo apporto di vitamina C collabora alla prevenzione dello scorbuto.

Il sapore della salicornia è già salato di suo. Questa particolarità può essere sfruttata per non aggiungere altro sale durante la sua preparazione, in maniera da non avere un apporto troppo alto di sodio con l’alimentazione.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del medico. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Sedano

Sedano

 

Che cos’è il sedano?

Conosciuto come Apium graveolens, i tratta di una verdura che appartiene alla famiglia delle Ombrellifere. La pianta del sedano arriva a un’altezza di circa 80 centimetri e le sue foglie hanno il margine tipicamente seghettato. La radice è fittonante, cioè stretta e lunga ed entra profondamente nella terra. Il tipo di sedano con radice grossa è il “sedano rapa”. Il sedano si può consumare crudo o cotto e può anche centrifugare per berlo in forma di succo.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 grammi di sedano crudo danno 20 Calorie suddivise così:

46% proteine

9% lipidi

45% carboidrati

Nello specifico 100 grammi di sedano crudo hanno:

88,3 g di acqua

2,3 g di proteine

0,2 g di lipidi

0 mg colesterolo

2,4 g di carboidrati disponibili

0,2 g di amido

2,2 g di zuccheri solubili

1,6 g di fibra totale (fibra solubile 0,18 g; fibra insolubile 1,41 g)

140 mg di sodio

280 mg di potassio

0,5 mg di ferro

31 mg di calcio

45 mg di fosforo

16 mg di magnesio

1,24 mg di zinco

0,11 mg di rame

3 µg di selenio

0,06 mg di tiamina (vitamina B1)

0,19 mg di riboflavina (vitamina B2)

0,2 mg di niacina (vitamina B3 o vitamina PP)

207 µg di vitamina A retinolo equivalente

32 mg di vitamina C

 

Quando non consumare il sedano?

Non si conoscono interazioni fra il consumo di sedano e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

 

Stagionalità del sedano

Il sedano si raccoglie fino a ottobre, anche se questa verdura si trova nei nostri mercati per tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Grazie all’alta quantità di fibre, il sedano accresce il senso di sazietà e collabora alla riduzione della presenza di colesterolo e trigliceridi nel sangue. La presenza di certe molecole (fenolo, inositolo) ottimizza l’attività dell’intestino e minimizza la presenza di gas. Certi fitonutrienti che contiene sono anche validi nemici dell’ipertensione perché collaborano con certi ormoni che controllano la pressione del sangue. Ha anche delle fondamentali proprietà diuretiche. L’ingente presenza di vitamina A combinata al potere disintossicante di questo ortaggio rendono il sedano adeguato anche per molte tipologie diverse di infiammazioni. Per riuscire a sfruttare tutte le proprietà benefiche la cosa migliore è mangiarlo crudo, però anche cotto al vapore. L’importante è non cuocere troppo a lungo.

È bene fare attenzione al consumo di questa verdura in caso si soffrisse di patologie renali, perché certe delle sostanze che si trovano nel sedano possono essere irritanti per i reni. Il sedano può anche provocare una crescita della sensibilità della cute ai raggi solari.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano mai in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Semolino

Semolino

 

Che cos’è il semolino?

Si tratta di un prodotto che viene fatto dalla macinazione dei cereali. Si presenta in forma di granelli più o meno grezzi dal colorito giallognolo. Il semolino più comune è quello di frumento o grano duro. In base alla grandezza dei granelli, il semolino può suddividersi in semolini grossi (o semole) e in semolini fini (o semolini). Il semolino si può adoperare nella preparazione della pasta, per preparare o rendere più dense le minestre e per preparare il pane.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del semolino?

100 grammi di semolino di frumento duro crudo contengono circa 350 Calorie e includono approssimativamente:

11 g di acqua

11 g di proteine

1,4 g di lipidi

79 g di carboidrati

68 g di amido

4 g di zuccheri

3 g di fibre

4 mg di sodio

192 mg di potassio

1,4 mg di ferro

22 mg di calcio

189 mg di fosforo

51 mg di magnesio

1,1 mg di zinco

0,3 mg di rame

2,7 µg di selenio

0,01 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,02 mg di vitamina B2 o Riboflavina

2,5 mg di vitamina B3 o Niacina (o vitamina PP)

tracce di vitamina E

 

Quando non consumare il semolino?

A oggi non si conoscono interazioni fra il consumo di semolino e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

Il semolino contiene glutine e non può dunque venire mangiato da celiaci o da chi è affetto da intolleranza al glutine.

 

Stagionalità del semolino

Il semolino di frumento duro è un prodotto reperibile durante tutto l’anno senza alcuna difficoltà.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Il semolino di frumento duro si distingue per l’elevato potere calorico e un’alta digeribilità che ne fanno un cibo adeguato a venire mangiato da chiunque, ma principalmente da bambini, anziani e persone in convalescenza. Come succede per altri cibi fonti di carboidrati complessi come cereali (riso, orzo, farro, grano) e alimenti a base di cereali (fra cui pasta e pane), il semolino ha soprattutto un lento rilascio di glucosio nel sangue, garantendo all’organismo energia a lungo termine. La totale mancanza di colesterolo fa anche sì che questo cibo possa entrare anche nelle diete di persone affette da disturbi cardiovascolari.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Tacchino

Tacchino

 

Che cos’è la carne di tacchino?

Uccello galliforme di grande stazza, il tacchino fa parte della famiglia dei Meleagridi. Il tacchino comune (Meleagris gallopavo) è la specie più conosciuta e viene commercializzato in tutta l’America Settentrionale. Le femmine di tacchino hanno solitamente delle dimensioni più ridotte e un piumaggio distinguibile dai colori meno accesi. Esistono di diverse razze di tacchino da allevamento nel mondo per le carni, le uova e le piume. Certi esemplari raggiungono i 10-13 kg (per questo sono denominati giganti); le razze allevate in Italia sono di dimensioni minori.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del tacchino?

Di solito la carne della coscia del tacchino ha più lipidi e meno proteine del petto. Mediamente 100 grammi di carne di carne cruda di tacchino privata della pelle contengono 107 Calorie e includono approssimativamente:

74 g di acqua

22 g di proteine

2,4 g di lipidi

63 mg di colesterolo

118 mg di sodio

235 mg di potassio

0,8 mg di ferro

11 mg di calcio

190 mg di fosforo

27 mg di magnesio

1,8 mg di zinco

9 µg di vitamina A retinolo eq.

0,05 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,2 mg di vitamina B2 o Riboflavina

8 mg di vitamina B3 o Niacina (o vitamina PP)

0,6 mg di vitamina B6

7 µg di vitamina B9 o acido folico

1,24 µg di vitamina B12

0,2 µg di vitamina D

 

Quando non consumare la carne di tacchino?

A oggi non si conoscono interazioni fra il consumo di carne di tacchino e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

 

Reperibilità della carne di tacchino

La carne di tacchino si acquista durante tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Numerosi sono i benefici che possono venire dal consumo di carne di tacchino, che ha proteine dal valore biologico elevato e molto ferro. Grazie a queste sue caratteristiche nutrizionali e grazie anche al fatto che si tratta di una carne tenera (quindi più facilmente masticabile e digeribile confronto ad altri tipi), il tacchino è facile da inserire in regimi alimentari anche di bambini, anziani e persone in convalescenza. Visto che è una carne altamente proteica e con ridotto contenuto di grassi, è anche uno dei tipi di carne più spesso presenti nei regimi alimentari dall’introito calorico scarso e nelle diete per gli atleti.

Non ci sono controindicazioni al consumo di carne di tacchino, che viene anzi consigliata principalmente a ragazzi, sportivi e anziani (a meno che non si abbia un’allergia specifica a questa carne).

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

 

Tamarindo

Tamarindo

 

Che cos’è il tamarindo?

Si tratta del frutto del Tamarindus indica, specie che appartiene al gruppo delle Fabaceae (o Leguminosae). È originario dell’Africa, però cresce in tutte le zone subtropicali del pianeta: Africa, Asia del Sud, Sud America e Caraibi.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di tamarindo danno 239 Calorie e:

62,50 g di carboidrati

2,8 g di proteine

0,60 g di lipidi

5,1 g di fibre

3,5 mg di vitamina C

1,938 mg di niacina

0,428 mg di tiamina

0,143 mg di acido pantotenico

0,10 mg di vitamina E

0,066 mg di piridossina

30 UI di vitamina A

14 µg di folati

2,8 µg di vitamina K

628 mg di potassio

113 mg di fosforo

92 mg di magnesio

74 mg di calcio

28 mg di sodio

2,80 mg di ferro

1,3 µg di selenio

0,10 mg di zinco

0,86 mg di rame

Il tamarindo è fonte di beta-carotene (18 µg in 100 g), acido tartarico e numerosi fitocomposti, tra cui limonene, geraniolo, safrolo, acido cinnamico, metil salicilato e pirazina.

 

Quando non consumare il tamarindo?

Il tamarindo può disturbare l’assorbimento dell’aspirina e dell’ibuprofene.

 

Periodo di reperibilità/stagionalità

Il tamarindo arrriva a maturazione verso la fine della primavera e l’inizio dell’estate.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Da tempo la polpa del tamarindo fa parte della medicina popolare come lassativo, digestivo e rimedio a disturbi a fegato e cistifellea. Inoltre si consiglia per le sindromi da raffreddamento, la febbre, la nausea in gravidanza e i vermi intestinali nei bambini. Le molecole contenute nel tamarindo svolgono anche una leggera azione antibatterica e antimicotica. Una di queste assomiglia alla mucina, molecola che difende e rende umida la superficie della cornea; per questo gli esperti stanno studiando le potenzialità del tamarindo nella terapia dell’occhio secco e ci sono colliri a base di estratti di semi di tamarindo. Le sue fibre collaborano alla protezione dell’intestino da sostanze cancerogene e anche alla minimizzazione del colesterolo. Il potassio favorisce invece il controllo della frequenza cardiaca e la minimizzazione della pressione. Infine, l’acido tartarico è un forte antiossidante, così come altre proteine contenute nel frutto.

 

Disclaimer

Queste informazioni sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.