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Alzheimer Cafè, da 15 anni una merenda per non essere mai soli

L’Alzheimer Cafè, punto di riferimento stabile e continuativo per i pazienti affetti da demenza e malattia di Alzheimer afferenti al Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) ha compiuto 15 anni.

Un importante e significativo anniversario che è stato celebrato con un momento conviviale organizzato, nel pomeriggio dello scorso 5 giugno, nella Casa del Giovane di Bergamo, sede in cui si tengono gli incontri dell’iniziativa.

Alzheimer Cafè è diretto dalla dottoressa Paola Merlo, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia in Humanitas Gavazzeni, ed è supportato dai volontari della Fondazione Insieme con Humanitas, coordinati da Maria Bellati – Segretario generale della Fondazione e Coordinatrice del gruppo di Bergamo – e Maura Gavazzeni, con la gestione degli psicologi Raquel Taddeucci, responsabile, e Andrea Algeri.

Il progetto si basa su un modello scientifico nato a Leida, in Olanda, il 15 settembre 1997, da un’idea dello psicogeriatra olandese Bere Miesen, e si pone l’obiettivo di informare sugli aspetti medici e psicosociali della demenza, sottolineare l’importanza del parlare apertamente dei propri problemi e prevenire l’isolamento dei malati e dei loro familiari.

Ascolto, informazione, formazione e sostegno psicologico

«L’Alzheimer Cafè – sottolinea la dottoressa Paola Merlo – è nato per offrire, all’interno di una struttura ospedaliera per acuti, uno spazio protetto e accogliente in cui malati e familiari possano trovare ascolto, informazione, formazione e sostegno psicologico. È un’iniziativa che coniuga l’assistenza sanitaria con un approccio umano e relazionale, oggi più che mai fondamentale nella gestione delle demenze».

Dopo una prima fase ospitata nella storica sede di Villa Elios, da alcuni anni l’attività si tiene nella Casa del Giovane, in un ambiente informale e familiare, ogni giovedì pomeriggio dalle ore 15 alle 18.

Gli appuntamenti settimanali prevedono momenti di socializzazione, attività terapeutiche, incontri formativi e un momento dedicato alla merenda/caffè, pensati e messi in atto per rafforzare la socializzazione e vincere l’isolamento che spesso accompagna la malattia.

«L’atmosfera che si crea è straordinaria – aggiunge la dottoressa Merlo –: vedere i nostri pazienti e i loro familiari congedarsi con un sorriso e dirsi “qui si sta proprio bene, ci vediamo la prossima settimana” è il riconoscimento più autentico del valore di questo progetto. È il nostro modo per accompagnarli, settimana dopo settimana, con dignità, empatia e competenza».

Nel quindicesimo anniversario dell’iniziativa, Humanitas Gavazzeni rinnova l’impegno a favore dei pazienti fragili e delle loro famiglie, con un modello di assistenza che va ben oltre il semplice approccio clinico-terapeutico.

Buon compleanno quindi all’Alzheimer Cafè o, come amano definirsi i partecipanti, agli “Amici del Giovedì”.

(nella foto di apertura: Roby Facchinetti – voce storica e tastierista dei Pooh – alla festa dei 15 anni di “Alzheimer Cafè”)

Neurofisiopatologia
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