COME TI POSSIAMO AIUTARE?

CENTRALINO

035.4204111

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

PRENOTAZIONI

Prenotazioni telefoniche SSN
035.4204300
Prenotazioni telefoniche Private
035.4204500

LINEE DEDICATE

Diagnostica per Immagini
035.4204001
Fondi e Assicurazioni
035.4204400
Humanitas Medical Care Bergamo
035.0747000

Ziprasidone

Ziprasidone

 

Lo ziprasidone si usa nella terapia dell’agitazione acuta che può presentarsi in certe persone affette da schizofrenia.

 

Che cos’è lo ziprasidone?

Si tratta di un antipsicotico. Si ritiene che operi alterando i livelli di certe sostanze che monitorano, a livello cerebrale, il ragionamento e il comportamento.

 

Come si prende lo ziprasidone?

Lo ziprasidone si può prendere tramite iniezioni intramuscolari o in forma di capsule da prendere per bocca.

 

Effetti collaterali dello ziprasidone

Il ziprasidone può accrescere il pericolo di colpo di calore, di sindrome neurolettica maligna e di reazioni cutanee molto serie. Inoltre può provocare erezioni prolungate e dolorose o movimenti muscolari incontrollati, incrementare gli zuccheri e la prolattina nel sangue e diminuire la capacità di ostacolare le infezioni.

 

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali si trovano anche:

ansia

costipazione

diarrea

capogiri

sonnolenza

secchezza della bocca

stanchezza o sonnolenza inusuali

incremento della tosse o naso che cola

perdita dell’appetito

nausea

male nel punto di iniezione

irrequietezza

disturbi allo stomaco

vomito

debolezza

crescita di peso

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione o male al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

raucedine inusuale

pensieri anomali

confusione

problemi a parlare o a deglutire

svenimenti

battito cardiaco accelerato, rallentato o irregolare

febbre, brividi o dolore alla gola continuo

impossibilità a muoversi

rigidità muscolare

spasmi muscolari o tic

senso di colpi al petto

convulsioni

capogiri intensi o continui

fiato corto

crescita di peso repentina e immotivata

istinti suicidi

sudorazione

gonfiore di mani, caviglie o piedi

ghiandole gonfie

disturbi renali

disturbi epatici

pancreatite

tremori

movimenti incontrollati

comportamento inusuale

disturbi alla vista

 

Controindicazioni e avvertenze

Lo ziprasidone non è indicato in presenza di infarto recente, di serio scompenso cardiaco e di certi disturbi cardiaci.

Inoltre non si dovrebbe prendere in combinazione con amiodarone, arsenico, clorpromazina, disopiramide, dofetilide, dolasetron, dronedarone, droperidolo, gatifloxacina, alofantrina, ibutilide, levacetilmetadolo, neflochina, mesoridazina, moxifloxacina, pentamidina, pimozide, probucolo, procainamide, chinidina, sotalolo, sparfloxacina, tacrolimus, tioridazina o ogni medicinale che può allungare l’intervallo QT.

Prendere il medicinale può alterare la capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi e questo effetto può aggravarsi consumando alcolici e certi farmaci. Inoltre, gli alcolici, il caldo, l’esercizio e la febbre possono accrescere i capogiri provocati dalla cura. Per questo è meglio alzarsi lentamente quando sdraiati o seduti, principalmente di mattina, e sedersi alla prima avvisaglia di giramento di testa.

Prima della terapia con ziprasidone è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a ogni altro medicinale, a cibi o ad altre sostanze

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico amiodarone, arsenico, clorpromazina, disopiramide, dofetilide, dolasetron, dronedarone, droperidolo, gatifloxacina, alofantrina, ibutilide, levacetilmetadolo, meflochina, mesoridaziona, moxifloxacina, pentamidina, pimozide, probucolo, procainamide, chinidina, sotalolo, sparfloxacina, tacrolimus, tioridazina, ketoconazolo e carbamazepina

se si soffre (o si ha sofferto) di svenimenti o capogiri, disturbi cardiaci, potassio o magnesio bassi nel sangue, ipovolemia, globuli bianchi bassi, problemi del movimento, diabete, disturbi renali o epatici, pressione bassa, convulsioni, problemi di deglutizione, sindrome neurolettica maligna, Alzheimer o altre forme di demenza, diabete, prolattina alta nel sangue o tumori

in presenza di ictus o infarto

in presenza di istinti suicidi

in presenza di casi di diabete in famiglia

se si è in sovrappeso

in presenza di pericolo di cancro al seno

se si è disidratati, se si consumano alcolici o se si è esposti a temperature alte

in presenza di gravidanza o allattamento

Zonisamide

Zonisamide

 

La zonisamide si usa nella terapia di certe tipologie di convulsioni che interessano le persone affette da epilessia.

 

Che cos’è la zonisamide?

Si tratta di un anticonvulsivante. Il suo preciso meccanismo di funzionamento non si conosce.

 

Come si prende la zonisamide?

La zonisamide si assume per bocca. Di solito si usa insieme ad altri medicinali.

 

Effetti collaterali della zonisamide

La zonisamide potrebbe venire collegata a serie reazioni cutanee, diminuzione della sudorazione (principalmente nei bambini) che può condurre a colpo di calore, acidosi metabolica e istinti suicidi.

 

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali possiamo trovare anche:

diarrea

capogiri

sonnolenza

dolore alla testa

perdita dell’appetito

nausea

stanchezza

insonnia

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

dolore alle ossa

bruciore, intorpidimento o pizzicori

alterazioni nella quantità di urina prodotta

confusione

diminuzione delle capacità di coordinazione

diminuzione della sudorazione

disturbi alla vista

disturbi di memoria

nuove convulsioni o peggioramento di quelle preesistenti

grave debolezza o dolore ai muscoli

sonnolenza intensa o continua

gonfiore di mani, caviglie o piedi

calcoli renali

tremori

problemi di movimento

problemi a parlare

problemi di ragionamento o di concentrazione

strani movimenti degli occhi

pensieri inusuali e preoccupanti

 

Controindicazioni e avvertenze

La zonisamide non è indicata in presenza di scompenso renale.

L’assunzione del medicinale può alterare la capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi; questo effetto può aggravarsi consumando alcolici e certi farmaci.

Prima della terapia con zonisamide è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a ogni altro medicinale (nello specifico all’aspirina), a cibi o ad altre sostanze (nello specifico il colorante tartrazina – CI 19140)

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico inibitori dell’anidrasi carbonica e anticolinergici

se si soffre (o si ha sofferto) di status epilepticus, disturbi renali o epatici, calcoli ai reni, disturbi polmonari o respiratori, acidosi metabolica, problemi psicologici o dell’umore o diarrea

in presenza di istinti suicidi

in presenza di intervento chirurgico programmato

in presenza di dieta chetogenica ricca di grassi

in presenza di gravidanza o allattamento

Durante la cura è meglio consumare molti liquidi. Inoltre le donne in età fertile devono usare efficaci metodi contraccettivi.

Non bisogna mai interrompere l’assunzione senza il permesso del dottore, pena rischiosi effetti collaterali.

È fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti che si sta prendendo zonisamide.

Sulfadiazina

Sulfadiazina

 

La Sulfadiazina si usa soprattutto per curare o prevenire la meningite meningococcica, la febbre reumatica o la toxoplasmosi.

 

Che cos’è la Sulfadiazina?

La Sulfadiazina blocca lo sviluppo e la proliferazione dei batteri disturbando la sintesi di acido folico da parte dei microbi.

Come si prende la Sulfadiazina?

Di solito la Sulfadiazina si prende per bocca in forma di pastiglie.

Effetti collaterali della Sulfadiazina

 

Tra gli eventuali effetti collaterali della Sulfadiazina troviamo :

capogiri

sonnolenza

dolore alla testa

gastrointestinali

perdita dell’appetito

nausea

vomito

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

prurito

problemi respiratori

senso di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

sangue nelle feci

cianosi

urine scure

diminuzione nella quantità di urine prodotte

svenimenti

battito cardiaco accelerato

allucinazione

male alle articolazioni

irritazione al cavo orale o piaghe

pallore

dolore alla gola continuo o febbre

cute arrossata, vesciche o gonfiori

macchie rosse o violacee sottopelle

convulsioni

diarrea grave o continua

gravi scottature

male o crampi allo stomaco

problemi nella minzione

stanchezza o debolezza

irritazione o perdite vaginali

ittero

 

Avvertenze

La Sulfadiazina può alterare le capacità di guidare o di manovrare macchinari pericolosi; questo effetto si può accentuare con gli alcolici o con altri medicinali. Può accrescere la sensibilità della cute al sole, modificare i risultati degli esami delle urine in chi è affetto da diabete e, sempre nei diabetici, provocare ipoglicemia.

La Sulfadiazina non si deve mai prendere durante le ultime settimane di gravidanza e nei primi 2 mesi di allattamento, se si soffre di anemia collegata a mancanza di acido folico e in presenza di gravi malattie renali o blocco della vescica.

Inoltre prima di cominciare la cura è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale (soprattutto ai sulfonamidi) o cibo

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, rammentando di menzionare nello specifico indometacina, probenecid, salicilati, anticoagulanti, metotressato, diuretici e sulfoniluree

se si soffre (o si ha sofferto) di diarrea, dolore alla gola, infezioni gastrointestinali, asma, disturbi epatici o renali, mancanze di G6PDH, porfiria o altre patologie del sangue

in presenza di gravidanza o allattamento

È, infine, fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di Sulfadiazina.

Acidi grassi a media catena

Acidi grassi a media catena

 

Che cosa sono gli acidi grassi a media catena?

Gli acidi grassi a media catena – conosciuti anche come MCT, dall’inglese Medium Chain Triglycerides – sono grassi ricavati dalla lavorazione di oli (di solito di cocco o di semi di palma) per la produzione di prodotti a uso medicinale.

 

A cosa servono gli acidi grassi a media catena?

Gli acidi grassi a media catena vengono inseriti come sorgente di grassi nell’alimentazione di soggetti che non possono assumere grassi di altro tipo. Si prendono insieme alle terapie farmacologiche per affrontare disturbi gastrointestinali tipo diarrea, steatorrea, celiachia, patologie epatiche e disturbi digestivi collegati a gastrectomia o sindrome dell’intestino corto. Inoltre si propongono nella cura di galatturia e chilotorace, disturbi alla cistifellea, fibrosi cistica, AIDS e, nei bambini, per le convulsioni.

 

Si ipotizza che gli acidi grassi a media catena possano facilatare la creazione di sostanze efficaci per l’Alzheimer. Inoltre, certi sportivi li prendono come supporto nutrizionale durante gli allenamenti e per accrescere la massa magra minimizzando contemporaneamente il grasso corporeo.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha approvato i claim che affermano che gli acidi grassi a media catena:

collaborano ad accrescere la sazietà, ad accrescere il consumo energetico e a calare di peso incrementando il metabolismo e hanno la tendenza di diminuire il peso corporeo e il grasso in presenza di sovrappeso;

compresi nell’apporto di grassi suggerito, collaborano a conservare un peso corporeo sano ed equilibrato e collaborano a ostacolare l’accumulo di grasso, principalmente quello addominale;

collaborano nella gestione del peso corporeo e a contenere l’accumulo di grasso.

 

Avvertenze ed eventuali controindicazioni

A quanto pare gli acidi grassi a media catena non possono interferire con medicinali o altre sostanze.

Se presi per bocca vengono ritenuti sicuri per la maggioranza delle persone, però possono provocare effetti collaterali tipo diarrea, vomito, irritabilità, nausea, problemi allo stomaco, meteorismo e mancanze di grassi essenziali, che possono essere parzialmente arginati prendendoli dopo mangiato.

Gli acidi grassi a media catena potrebbero non essere indicati in presenza di diabete, disturbi epatici, gravidanza e allattamento.

In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Alga kelp

Alga kelp

 

Che cos’è l’alga kelp?

Si tratta di un’alga bruna che cresce sulle rive degli oceani. Conosciuta anche come laminaria, si può consumare cruda, però si usa anche per ricavarne delle polveri, dopo averle essiccate. Si può prendere anche in forma di soluzioni liquide o di pastiglie.

 

A cosa serve l’alga kelp?

L’alga kelp è piena di minerali, tra cui risaltano iodio, potassio e calcio. È anche un’ottima sorgente di vitamine – principalmente del gruppo B – cui sono collegate la capacità di ostacolare lo stress e accrescere le energie disponibili. Infine, quando arriva nell’intestino a contatto con l’acqua si tramuta in gel e avrebbe un’azione lassativa.

 

Prodotti a base di alga kelp vengono suggeriti sia a chi vuole perdere peso sia a chi vuole facilitare una crescita sana per capelli e unghie. Integratori di alga kelp vengono consigliati per l’artrite infiammatoria, la psoriasi, i problemi circolatori e i disturbi renali, la costipazione e disturbi di digestione (tipo la flatulenza). Qualche volta si consigliano per accrescere le energie, per irrobustire le difese immunitarie e per difendersi dagli effetti nocivi delle radiazioni, e parrebbero potenzialmente adeguati per prevenire i tumori (nello specifico quello al seno).

 

Non sembra però che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia autorizzato claim che confermino queste o altre proposte d’utilizzo dell’alga kelp.

 

Avvertenze ed eventuali controindicazioni

L’alga kelp potrebbe accrescere l’azione e gli effetti collaterali della digossina e degli ormoni presi in presenza di disturbi alla tiroide. Inoltre se presa con certi diuretici, ACE inibitori o integratori di calcio potrebbe condurre a rischiose crescite dei livelli di questo minerale. In presenza di dubbi è meglio domandare consiglio al proprio dottore.

Non è indicato prendere l’alga kelp in presenza di gravidanza, allattamento, disturbi renali e problemi alla tiroide. Di solito, prenderne grosse quantità per bocca viene ritenuto rischioso a ragione dell’apporto corrispondente di iodio, che se troppo abbondante può porre a rischio la salute della tiroide. In presenza di dubbi prima di prendere prodotti a base di alga kelp è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Artemisia

Artemisia

 

Che cos’è l’artemisia?

Si tratta di un arbusto che cresce solitamente in Nord Africa e Medio Oriente. Certe sue parti si usano a scopo medicinale.

 

A cosa serve l’artemisia?

Certi composti esistenti nell’artemisia parrebbero capaci di uccidere parassiti e batteri; altri, invece, potrebbero far diminuire il livello di zuccheri nel sangue.

 

Tra le proposte d’utilizzo, c’è la cura della tosse, dei disturbi gastrointestinali, del raffreddore, del morbillo, dell’ittero, dell’ansia, del battito cardiaco irregolare e della debolezza muscolare. Inoltre l’artemisia si consiglia per curare certe parassitosi, tipo il noto verme solitario, e certi studi suggeriscono che l’estratto acquoso di artemisia potrebbe facilitare la riduzione dei livelli di zuccheri nel sangue in presenza di diabete di tipo 2.

Le prove a supporto degli ipotizzati benefici dell’artemisia non sono però abbastanza per certificare la validità di queste proposte d’utilizzo. Inoltre non pare che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia autorizzato claim che supportino queste o altre indicazioni d’utilizzo dell’artemisia.

 

Avvertenze ed eventuali controindicazioni

I dati di sicurezza dell’artemisia sono pochi; in certi casi la sua assunzione è stata collegata a un calo della pressione o della frequenza cardiaca.

Vista la sua potenziale capacità di far diminuire gli zuccheri nel sangue, l’artemisia potrebbe intensificare l’effetto dei medicinali usati per diminuire la glicemia (i cosiddetti medicinali antidiabetici) la cui posologia potrebbe dover essere cambiata proprio a ragione dell’assunzione di artemisia. Per questo prima di cominciare una cura a base di prodotti in cui è contenuta è meglio domandare consiglio al proprio dottore. I pazienti in cura con antidiabetici che prendono anche artemisia, dovrebbero controllare spesso i livelli degli zuccheri nel sangue. L’assunzione di artemisia dovrebbe venire interrotta almeno due settimane prima di eventuali interventi chirurgici programmati.

Infine, non si consiglia di prendere artemisia durante la gravidanza e l’allattamento.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Chitosano

Chitosano

 

Che cos’è il chitosano?

Si tratta di un carboidrato, un polisaccaride ricavato a cominciare dall’esoscheletro (lo scheletro esterno) dei crostacei, nello specifico del granchio, dei gamberetti e dell’astice.

 

A cosa serve il chitosano?

Il chitosano può collaborare a minimizzare l’assorbimento del colesterolo e dei grassi esistenti nei cibi. Si consiglia contro il colesterolo elevato, l’obesità e la patologia di Crohn e per curare le complicanze della dialisi (compresa l’ipercolesterolemia). Si consiglia anche in forma di gomme da masticare per prevenire la carie.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha avvallato l’indicazione secondo cui il chitosano collabora alla conservazione dei livelli di colesterolo nel sangue nella norma. Questo claim si può usare solamente in presenza di prodotti che danno un apporto giornaliero di 3 grammi di chitosano. Inoltre deve essere accompagnato dall’informazione secondo cui si possono trarre effetti benefici possono con l’assunzione quotidiana di 3 grammi di chitosano.

Altri claim, tipo quello secondo cui il chitosano potrebbe collaborare a mantenere controllato il peso o a dimagrire facendo diminuire la quantità di grassi assorbiti dal cibo, o quello secondo cui avrebbe un effetto lassativo senza irritare l’intestino, non sono invece stati autorizzati dall’Efsa per la carenza di abbastanza prove scientifiche per legittimarli.

 

Avvertenze ed eventuali controindicazioni

L’assunzione di integratori a base di chitosano può disturbare l’assunzione dell’anticoagulante warfarin. In presenza di dubbi è meglio farsi consigliare dal proprio dottore.

Gli integratori a base di chitosano da prendere per bocca vengono ritenuti sicuri anche se presi per sei settimane consecutive, però non ci sono informazioni riguardo la loro sicurezza se presi in gravidanza. Inoltre durante la terapia possono apparire degli effetti collaterali, nello specifico leggeri disturbi allo stomaco, costipazione o meteorismo.

Si è ipotizzato che il chitosano possa provocare reazioni allergiche in soggetti che allergici ai crostacei, anche se l’allergia a questi cibi dipende da proteine esistenti nella carne e non nell’esoscheletro da cui viene prelevato questo polisaccaride.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Eltrombopag

Eltrombopag

Si prescrive per ridurre il rischio di emorragie in soggetti affetti da trombocitopenia immune cronica che non rispondono ad altri trattamenti o non possono comunque assumerli.

Può essere altresì usato per incrementare il numero di piastrine in caso di epatite C al fine di prolungare i trattamenti a base di interferone e ribavirina.

Che cos’è l’eltrombopag?

E’ un agonista del recettore della trombopoietina, che è un ormone prodotto da reni e fegato coinvolto nella sintesi e nella maturazione delle piastrine. Esso esplica la sua azione promuovendo la produzione di piastrine a livello del midollo osseo.

Come si assume l’eltrombopag?

Si somministra sotto forma di compresse. Solitamente si assume una volta al giorno, a stomaco vuoto, almeno un’ora prima o due ore dopo i pasti.

È probabile che il curante prescriva un dosaggio iniziale basso per poi variarlo in base alla risposta al trattamento.

Effetti collaterali dell’ eltrombopag

Può far aumentare eccessivamente i livelli di piastrine e può inoltre incrementare il rischio di sviluppare una cataratta o che una cataratta preesistente peggiori.

In caso di epatite C, la sua assunzione può aumentare i rischi per il fegato.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

dolori muscolari o alla schiena

intorpidimento, bruciore o pizzicore a mani o piedi

sintomi simil-influenzali

stato di debolezza

calo dell’appetito

male alla gola o alla bocca

stato d’insonnia

perdita dei capelli

minzione difficoltosa, urgente o dolorosa

gonfiore a caviglie, piedi o polpacci

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

dolore (quando si respira profondamente)

dolori a braccia, collo, mascella o stomaco

sudori freddi

sensazione di testa leggera

difficoltà a parlare

svenimenti o capogiri

debolezza o intorpidimento ad un braccio o ad una gamba

male allo stomaco

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare o problemi ai polmoni

senso di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

gonfiore, dolore, sensibilità, surriscaldamento o arrossamenti di una gamba

fiato corto

sangue nell’espettorato

respiro o battito accelerati

senso di nausea

conati di vomito

scariche di diarrea

problemi alla vista

Controindicazioni e avvertenze

Deve essere assunto almeno quattro ore prima o quattro ore dopo cibi o bevande che contengano calcio, antiacidi a base di calcio, alluminio o magnesio e supplementi contenenti calcio, ferro, zinco o selenio.

Prima della cura è importante informare il medico:

circa la presenza di di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare anticoagulanti, bosentan, mitoxantrone, repaglinide, rifampicina, sulfasalazina, statine, ezetimibe, gliburide, imatinib, irinotecano, olmesartan, lapatinib, metotressato, e valsartan)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di disturbi epatici, renali, polmonari o respiratori, problemi alla vista, agli occhi o alla pelle, problemi cardiaci, pressione alta, iperglicemia o diabete, in caso di esposizione a lungo termine al sole

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

È sempre importante informare medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di eltrombopag.

Durante il trattamento è consigliabile evitare attività associabili al rischio di emorragie o traumi.

Enoxaparina

Enoxaparina

 

Si utilizza – in presenza di alcune malattie o in associazione ad interventi chirurgici – al fine di prevenire la formazione di coaguli di sangue.

Può altresì essere assunta in combinazione con altri medicinali per prevenire alcune complicazioni dell’infarto o dell’angina.

Infine, in alcuni casi l’enoxaparina viene prescritta per ridurre il rischio di infarto ricorrente.

 

Che cos’è l’enoxaparina?

E’ un’eparina a basso peso molecolare che esplica la sua azione bloccando la formazione di coaguli di sangue.

 

Come si assume l’enoxaparina?

Viene somministrata mediante iniezioni.

 

Effetti collaterali dell’enoxaparina?

Può ridurre il numero delle piastrine e influenzare i risultati di alcune analisi di laboratorio.

 

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

scariche di diarrea

arrossamenti, emorragie, lievi dolori, irritazione, gonfiore, o lividi al punto di iniezione

senso di nausea

 

È importante contattare subito un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

pallore

urine rosa o rosse

capogiri, stanchezza o debolezza gravi o persistenti

gonfiore

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

feci scure o sangue nelle feci

stato di confusione

difficoltà a deambulare

svenimenti

stato febbrile

pizzicore e intorpidimenti (soprattutto a livello di gambe e piedi)

debolezza a livello muscolare

lividi ed emorragie

vomito che assomiglia a caffè

 

Controindicazioni e avvertenze

Può essere controindicata in caso di: assunzione di salicilati o Fans, piastrine basse in presenza di anticorpi antipiastrine, pressione alta e emorragie

 

Prima della somministrazione è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze, in particolare all’eparina, all’alcol benzilico o ai prodotti derivati dal maiale

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare proteina C attivata, anticoagulanti, cefalosporine e penicilline iniettabili, Fans, inibitori delle piastrine, destrano, dipiridamolo, inibitori diretti del fattore Xa, inibitori diretti della trombina, salicilati, sulfinpirazone, trombolitici e nitrati)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di malattie del sangue, malattia di von Willebrand, piastrine basse, problemi renali, epatici o gastrointestinali, problemi alla vista causati dal diabete, infezioni batteriche del cuore, pressione alta e disturbi emorragici

in caso di emorragie conseguenti all’assunzione di eparina

della presenza di valvole cardiache artificiali

in presenza di un catetere epidurale

in caso di iniezioni a livello spinale

in caso di recente parto

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

se si pesa poco

in caso di ictus

in caso di interventi chirurgici al cervello, alla spina dorsale o agli occhi (recenti o programmati)

 

È importante far sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di enoxaparina.

Etosuccimide

Etosuccimide

 

Si utilizza per controllare le convulsioni associate al cosiddetto “piccolo male” (una crisi epilettica caratterizzata da una breve perdita di conoscenza).

 

Che cos’è l’etosuccimide?

L’etosuccimide è un anticonvulsivante che agisce sul cervello riducendo l’attività elettrica anomala che porta alla comparsa delle convulsioni.

 

Come si assume l’etosuccimide?

Si somministra via bocca, in genere sotto forma di capsule o di sciroppo.

Di solito il medico prescrive un dosaggio iniziale basso per poi aumentarlo in caso di necessità.

 

Effetti collaterali dell’etosuccimide

La sua assunzione può essere associata all’aumento del rischio di istinti suicidi.

 

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

senso di nausea

conati di vomito

scariche di diarrea

sensazione di sonnolenza

mal di testa

improvvisi risvegli con sensazione di spavento

difficoltà di concentrazione

crescita di peli superflui

miopia

emorragie a livello vaginale

dolori o crampi allo stomaco

calo dell’appetito

aumento di peso corporeo

lingua gonfia

problemi alle gengive

singhiozzo

 

È importante contattare immediatamente un medico in caso di:

rash (soprattutto se pruriginoso e in volto)

mal di gola, febbre, brividi e altri sintomi di un’infezione in corso

gonfiore

dolore a livello articolare o muscolare

febbre dalla causa sconosciuta

vesciche

orticaria

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

 

Controindicazioni e avvertenze

L’etosuccimide può compromettere la capacità di guida e di manovra di macchinari pericolosi.

Prima di assumerla è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato, citando in particolare antidolorifici, sedativi, antidepressivi, farmaci per dormire e tranquillanti

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di malattie mentali, epatiche o renali

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

È importante rendere edotti medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di etosuccimide.

 

Torna su