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Reflusso gastroesofageo, quali le cause e quali i rimedi?

Il reflusso gastroesofageo è una malattia che riguarda l’apparato digerente e che si verifica quando il cardias, la valvola che è posta tra esofago e stomaco non funziona a dovere. La sua funzione è quella di aprirsi quando c’è il passaggio di un boccone tra esofago e stomaco e di richiudersi subito dopo per evitare che lo stesso boccone, insieme agli acidi presenti nello stomaco, torni nell’esofago.

Ne parliamo con il dottor Nicola Gaffuri, responsabile dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di Humanitas Gavazzeni Bergamo.

Quali possono essere le cause del reflusso gastroesofageo?

«Tra le cause principali del reflusso ci sono le cattive abitudini alimentari. Il problema sorge quando i nostri comportamenti tendono a provocare un affaticamento dell’apparato digerente, che si trova a causa di ciò a produrre acidi gastrici in quantità eccessive. Questo succede quando consumiamo pasti in modo affrettato, magari in piedi, prestando poco attenzione alla masticazione, molto importante dal punto di vista della digeribilità dei cibi».

Può influire anche la scelta degli alimenti?

«Certo, il reflusso può sorgere anche a causa di un’alimentazione troppo ricca di alimenti pesanti, fritti o grassi, oppure quando non si distribuiscono i pasti nell’arco dell’intera giornata e si concentra il grosso dell’assunzione di alimenti alla sera».

Come viene diagnosticata la malattia da reflusso gastroesofageo?

«La diagnosi di reflusso viene ottenuta con l’esecuzione di una gastroscopia, cioè con l’esame eseguito con uno strumento a fibre ottiche delle pareti interne degli organi interessati: esofago, stomaco e duodeno».

Quali accorgimenti devono essere adottati per evitare problemi di natura gastroesofagea?

«È fondamentale intervenire sul proprio stile di vita alimentare. Il che significa eliminare gli alimenti più pesanti e difficili da digerire e preferire quelli leggeri e sani. E significa anche mangiare con calma, riservando a ogni pasto almeno mezz’ora di tempo, masticando bene e a lungo ogni boccone. Dal punto di vista dell’eliminazione di alcuni cibi dalla dieta non di deve essere troppo categorici. È vero che alimenti come cioccolato, menta, pomodori, caffè, possono contribuire a creare e ad aumentare i sintomi del reflusso, ma non per questo devono essere eliminati del tutto. Bisogna valutare caso per caso, tenendo conto della sensibilità di ogni persona ai singoli cibi».

Dal punto di vista farmacologico, quali possono essere i rimedi al reflusso gastroesofageo?

«Molto spesso non è sufficiente modificare il proprio stile di vita alimentare per eliminare gli effetti del reflusso. In tutti questi casi spetta al gastroenterologo indicare l’uso di farmaci che contribuiscano a ridurre, se non a eliminare del tutto, la presenza di acidi nell’esofago. La cura può essere a base di farmaci antiacidi, da assumere per via orale dopo i pasti o, nei casi più seri, a base di farmaci più potenti che hanno la funzione di inibire la produzione di succhi gastrici.

 

(Liberamente ispirato al servizio “Male alla mandibola? Forse è reflusso” a firma Roberta Raviolo, pubblicato sul settimanale Viversani&Belli n. 46, 8 novembre 2019)