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Ottobre, mese della lotta contro il tumore al seno, quando la cura passa anche attraverso lo specchio

Il ricordo di un’amica e il desiderio di vedere realizzato un suo desiderio. È nato così il “Progetto Elena Mangili” che porta all’interno dell’ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo un servizio di estetica oncologica destinato alle donne che lottano contro il tumore al seno.

L’iniziativa è ideata da Amiche per Mano, associazione di volontariato nata nel 2016 da donne e con donne che lottano contro il carcinoma mammario all’interno dell’Unità di Senologia di Humanitas Gavazzeni.

«Elena era un’amica di tutte noi e di Amiche per Mano – racconta Paola Cornero, presidente dell’associazione – Ha lottato a lungo contro la malattia, duramente. Quando ci ha lasciati è stata una grande perdita: abbiamo dovuto dire addio a una persona speciale, dal cuore gentile e pieno di coraggio».

Nel suo percorso di cura, Elena Mangili aveva più volte espresso il desiderio di ricevere delle “coccole di bellezza” mentre si sottoponeva alle sedute di chemioterapia. Da un’idea, condivisa con le altre pazienti del reparto, la sua applicazione.

Viene così inaugurato il “Progetto Elena Mangili” che, ogni terzo mercoledì del mese, nel day hospital oncologico di Humanitas Gavazzeni, grazie al lavoro di due estetiste certificate, offre trattamenti estetici alle pazienti che si stanno sottoponendo alla terapia chemioterapica.

Andare oltre la malattia e vedersi più belle e femminili

«Attraverso l’applicazione del trucco e dello smalto, massaggi al viso, ai piedi e alle mani e consigli pratici su come trattare il cuoio capelluto durante la chemioterapia – commenta Paola Cornero – le lunghe ore previste dal trattamento di cura si alleggeriscono, anche solo per un poco. Queste coccole regalano dei momenti che permettono di andare oltre alla malattia e vedersi con occhi differenti: più belle e femminili. Un percorso che avevamo già intrapreso promuovendo i laboratori online di estetica oncologica di La forza e il Sorriso Onlus».

«Il progetto di estetica oncologica ideato da Amiche per Mano – aggiunge Massimo Grassi, responsabile Breast Unit e co-direttore dell’Unità di Senologia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo – si sposa con la nostra idea di attenzione alla donna in ogni aspetto della sua cura, portata avanti dalla Breast Unit in Humanitas Gavazzeni: un modello di assistenza specializzato che garantisce il meglio delle terapie grazie a un team di persone con diverse competenze che si occupano della paziente. Dal senologo al radiologo fino al chirurgo plastico, senza mai dimenticarsi del supporto psicologico che non deve mai mancare per portare i massimi benefici. Il “Progetto Elena Mangili” è parte integrante di questa cura a 360° della donna».

Il tumore al seno oggi

Nel 2021 ci sono stati circa 57mila nuovi casi in Italia di tumore al seno, circa 10mila in Lombardia e si stima che il 37-40% di questi casi abbiano colpito donne sotto i 45 anni.

«Questi dati ci dicono che è necessario aumentare le azioni di prevenzione per quelle donne che, per età, sono fuori dagli screening regionali (indicati dai 45 ai 75 anni) ma che, come ci dicono i casi dello scorso anno, hanno bisogno di un controllo e di un percorso che deve essere costituito con il medico di medicina generale e lo specialista. Purtroppo, non è più rara l’incidenza della malattia in donne giovani, anche sotto i 30 anni», commenta il dottor Grassi.

Parola d’ordine: prevenzione

«Bisogna iniziare all’età di 20 anni; e la visita senologica deve far parte degli impegni di ogni donna a partire da quest’età: è ormai un dato certo che una sana e corretta prevenzione permetta una sopravvivenza molto alta, superiore al 90% – aggiunge Massimo Grassi -. Alle visite e agli esami strumentali, deve essere associata anche quella che viene definita “prevenzione primaria”: quindi attenzione all’alimentazione, al controllo del peso, all’attività fisica corretta e al consumo di fumo e alcol, da cui bisogna astenersi il più possibile».

“Per quanto riguarda la cura, sia da un punto di vista medico, chirurgico che radioterapico, si stanno raggiungendo risultati molto importanti – dichiara Paolo Arnone, co-direttore dell’Unità di Senologia di Humanitas Gavazzeni –. Grazie al lavoro fatto in ambito preventivo e diagnostico siamo in grado di offrire trattamenti chirurgici, ma ancor di più medici e radioterapici, sempre più personalizzati e rispettosi del corpo della donna, anche nei casi di mastectomia dove ci viene in aiuto la chirurgia “oncoplastica”: quella branca della chirurgia plastica e ricostruttiva iperspecializzata nella gestione dell’aspetto estetico delle pazienti oncologiche; perché la cura non passa solo dalla gestione del corpo ma, anche, dalla psiche grazie all’immagine corporea che si ha di sé”.

Il Festival della prevenzione senologica in Italia

Come ogni ottobre gli ospedali Humanitas e i centri Humanitas Medical Care di Rozzano, Milano, Torino, Bergamo, Varese e Catania sono scesi in campo con la maglia rosa, anzi la sciarpa rosa, per vincere la partita della prevenzione senologica sotto il cappello di “Sorrisi in Rosa”, il progetto di prevenzione senologica nato sei anni fa da un’idea dei senologi di Humanitas in collaborazione con la fotografa Luisa Morniroli e la scrittrice Cristina Barberis Negra.

Obiettivo: sensibilizzare sul tema della prevenzione, a partire dall’esperienza di donne protagoniste di storie di malattia, coraggio e rinascita.

Gli ospedali Humanitas a Bergamo hanno partecipato al Festival della prevenzione senologica mettendo a disposizione 120 visite senologiche gratuite (sold – out in pochi giorni) per la campagna Nastro Rosa della Lilt Onlus di Bergamo. Circa 70 visite senologiche, invece, sono state offerte a ragazze dai 20 ai 45 anni nell’iniziativa erogata da Amiche per Mano a Paderno Dugnano (MI) a inizio mese, grazie ai consulti dei senologi e senologhe di Humanitas Gavazzeni.

La Ricerca che fa bene subito

Sorrisi in Rosa è parte di Pink Union di Fondazione Humanitas per la Ricerca, il progetto a sostegno della salute femminile che rappresenta l’impegno di medici e ricercatori che ogni giorno lavorano per aprire nuove strade alla cura delle patologie tipicamente femminili.

Sostenere la ricerca è semplice, basta andare su www.sorrisinrosa.it, dove è anche possibile acquistare la sciarpa simbolo dell’iniziativa. Le donazioni sosterranno iniziative di supporto psico-sociale per accompagnare le pazienti nell’affrontare i cambiamenti del proprio corpo e trovare la forza di accettare gli effetti delle cure.

Foto credits: @Amichepermano

Specialista in Chirurgia Generale

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