COME TI POSSIAMO AIUTARE?

CENTRALINO

035.4204111

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

PRENOTAZIONI

Prenotazioni telefoniche SSN
035.4204300
Prenotazioni telefoniche Private
035.4204500

LINEE DEDICATE

Diagnostica per Immagini
035.4204001
Fondi e Assicurazioni
035.4204400
Humanitas Medical Care Bergamo
035.0747000

Mani e piedi freddi, non sempre è solo colpa dell’inverno

C’è chi li ha tutto l’anno e chi invece solo d’inverno. Parliamo delle mani e dei piedi freddi che, raffreddamento a parte, possono essere il segnale della presenza di alcune patologie che è bene non sottovalutare.

«La patologia arteriosa risente del freddo, delle temperature rigide esterne e può configurarsi, a seconda dei pazienti, in forme più o meno rilevanti – spiega Marco Setti, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia vascolare di Humanitas Gavazzeni –. Il sistema circolatorio arterioso è molto importante perché trasporta il sangue ossigenato, fondamentale per la sopravvivenza dei tessuti. Partono dal cuore e si dirigono verso la parte alta del corpo (carotidi, cervello, sistema arterioso cerebrale), verso il basso in direzione degli apparati viscerali (fegato, intestino, reni) e verso gli arti superiori e inferiori le cui estremità sono proprio mani e piedi. In presenza di vasculopatie funzionali, le arterie non sono danneggiate ma presentano una ipersensibilità al freddo».

La sofferenza del freddo può però nascondere anche alcune arteriopatie funzionali. «Parliamo ad esempio della malattia di Raynaud, delle arteriopatie vasospastiche terminali, delle artriti infiammatorie o delle acrocianosi, quest’ultime del tutto benigne ma che manifestano un disagio estetico: il naso bluastro – aggiunge il dottor Setti –. In genere questi disturbi funzionali hanno però un’evoluzione benigna e portano sempre un recupero completo con la semplice protezione dal freddo e l’eliminazione delle concause».

Se però il raffreddamento non passa, allora bisogna fare un passo in più e sottoporsi a test, indagini strumentali non invasive, come l’ecocolordoppler a ultrasuoni. «Solo in presenza di casi particolari lo specialista potrà suggerire indagini invasive come l’angiotac, l’angio risonanza magnetica o l’angiografia tradizionale – sottolinea Setti –. Di fronte a un disturbo che nasconde anche un danno organico (in pazienti diabetici, dializzati, affetti da Lupus, sclerodermici), ad esempio si interviene con una diagnostica basale (normale) – doppler – per procurare la sincope con un cold test, un raffreddamento programmato. La terapia è poi basata fondamentalmente su farmaci antispastici vaso dilatanti che hanno l’effetto di produrre una vasodilatazione nel momento in cui si verifica questo spasmo; si tratta di farmaci sintomatici che si assumono durante la stagione fredda e poi si sospendono».