L’iperplasia prostatica benigna è una delle patologie urologiche più diffuse tra gli uomini con un’età superiore ai cinquant’anni. Si tratta di una crescita di volume della prostata, non tumorale, che può comportare una compressione dell’uretra e ostacolare il flusso urinario. I sintomi di questa patologia si presentano spesso in modo progressivo: difficoltà ad urinare, flusso debole o intermittente, sensazione di svuotamento incompleto, aumento della frequenza urinaria e nicturia, che corrisponde all’esigenza di alzarsi più volte durante la notte per urinare.
Le cause dell’iperplasia prostatica benigna non sono del tutto note, ma si ritiene che giochiano un ruolo chiave i cambiamenti ormonali legati all’età, la predisposizione genetica, l’infiammazione cronica e lo stile di vita sedentario.
Come sottolinea il professor Angelo Porreca, Responsabile dell’Unità Operativa di Urologia di Humanitas Gavazzeni e docente in Humanitas University: «La prostata è un organo piccolo, ma la sua ipertrofia può provocare disturbi importanti. Spesso i pazienti arrivano da noi dopo mesi di disagi, perché tendono a sottovalutare i primi sintomi».
L’intervento chirurgico robotico Aquabeam
Quando la terapia farmacologica non è sufficiente, diviene necessario procedere con un intervento chirurgico che ha l’obiettivo di rimuovere il tessuto prostatico in eccesso.
Le tecniche tradizionali, pur efficaci, possono produrre effetti collaterali come incontinenza, sanguinamento e disturbi dell’eiaculazione. Per questo motivo, negli ultimi anni si è affermata una soluzione del tutto innovativa, la chirurgia robotica Aquabeam, che si basa su un getto d’acqua ad alta precisione capace di rimuovere il tessuto prostatico in modo estremamente selettivo.
«Aquabeam rappresenta un cambiamento radicale – spiega il professor Porreca –: non usa energia termica ma un raggio d’acqua controllato da un sistema robotico che segue un piano d’intervento personalizzato. In questo modo si riduce il rischio di danneggiare strutture importanti per la funzione sessuale e urinaria».
Il chirurgo, attraverso un’interfaccia digitale, disegna il piano di resezione sulla mappa anatomica della prostata. Il robot esegue quindi l’ablazione con una precisione millimetrica, rimuovendo solo la parte ipertrofica.
L’accurata pianificazione preoperatoria prevede l’esecuzione di esami come ecografia, uroflussometria e dosaggio del PSA per individuare i candidati ideali alla procedura.
L’intervento ha una durata di circa cinque minuti, prevede l’effettuazione di un’anestesia leggera e consente di dimettere il paziente in 24-48 ore, spesso senza che vi sia necessità di catetere.
Aquabeam: una chirurgia rapida, sicura ed efficace
Il dottor Daniele D’Agostino, urologo presso Humanitas Gavazzeni, aggiunge: «Il getto d’acqua è estremamente delicato e consente una guarigione più rapida. I pazienti riferiscono un recupero funzionale quasi immediato e una significativa riduzione dei disturbi già dopo pochi giorni. Un altro grande vantaggio è la preservazione dell’eiaculazione nel 90% dei casi. È un aspetto fondamentale, soprattutto per i pazienti più giovani o per chi desidera mantenere una piena funzionalità sessuale».
Il sistema consente infatti di risparmiare i dotti eiaculatori e l’apice prostatico, zone sensibili che spesso possono essere compromesse negli interventi tradizionali. «Questo trattamento innovativo – conclude il prof. Porreca – ci permette di offrire una chirurgia rapida, sicura ed efficace. Anche grazie all’integrazione con l’Intelligenza Artificiale: il robot infatti integra un software che aiuta lo specialista a individuare con la massima precisione le zone da trattare, anche quelle più delicate. Una chiara dimostrazione di come la tecnologia possa supportare il nostro lavoro garantendo sempre la migliore qualità della vita per il paziente».

