Da settembre 2024, mese in cui ricorre la Giornata Mondiale del Cuore, Humanitas Gavazzeni potenzia i percorsi di cura con due nuove sale operatorie, di 50 e 70 metri quadrati, dedicate agli interventi chirurgici per persone che soffrono di patologie valvolari, coronariche, infarto, aritmie cardiache, con il supporto delle più moderne tecnologie.
Tra queste, il robot per gli interventi di Cardiochirurgia e la strumentazione per la tecnica ibrida che permette ai diversi specialisti di operare il paziente in modo multidisciplinare.
Tutto ciò è stato reso possibile dal nuovo corridoio di 140 metri che, passando sotto la superficie del cortile interno, collega le nuove sale operatorie e la Terapia Intensiva situate nell’Emergency Center al corpo centrale dell’ospedale. Con quest’opera di ingegneria, la struttura legata all’emergenza, sorta in soli 3 mesi durante la pandemia Covid-19, diventa fulcro degli interventi cardiologici più innovativi, scrivendo un nuovo capitolo della storia di Humanitas Gavazzeni nella cura del cuore.
«Il collegamento tra le due aree è per noi e per i nostri pazienti un passo avanti molto significativo – ha sottolineato Alessandro Liguori, Amministratore Delegato di Humanitas a Bergamo –.
Lo spostamento dell’attività chirurgica cardio in queste nuove sale consentirà, da un lato, di prenderci cura sempre meglio dei pazienti con problematiche al cuore, soprattutto in fase di emergenza, dall’altro di potenziare le altre chirurgie che ora possono disporre di maggiori spazi nei blocchi operatori originali dell’ospedale».
Sala ibrida e nuove tecnologie
Nella definizione di “sala ibrida” risiede il concetto fondamentale del poter supportare il paziente attraverso un’interazione multidisciplinare, che vede impegnati in un unico momento specialisti di Cardiochirurgia, Emodinamica e di Elettrofisiologia, supportati dall’Imaging intraoperatorio.
La sala infatti è dotata di un angiografo di ultima generazione.
Obiettivo: assicurare la risposta migliore dal punto di vista chirurgico per ogni persona, secondo le sue particolari esigenze. Tutto ciò è reso possibile dall’utilizzo di supporti altamente tecnologici, come il robot. Il programma di Cardiochirurgia robotica, attivo dal 2019, si prende cura di pazienti con patologie della valvola mitrale (dall’insufficienza alla stenosi), difetti congeniti, insufficienza della valvola tricuspide e patologia coronarica, oltre che pazienti con fibrillazione atriale persistente con tecnica ibrida e in collaborazione con gli elettrofisiologi.