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La nuova TAC in Humanitas Gavazzeni: per vedere in HD il cuore in un unico battito

Massima precisione, visione in alta definizione (HD) con bassissime dosi radianti. È la nuova TAC in Humanitas Gavazzeni che indaga, con la tecnologia di ultima generazione, lo stato di salute di tutto il corpo ma, in particolare, del cuore, dal momento che è in grado di analizzare l’anatomia cardiaca con la miglior precisione possibile utilizzando radiazioni minime. Un’apparecchiatura che permette di “fotografare” il cuore con una sola scansione di un unico battito cardiaco.

Ne parla la dottoressa Erika Bertella, Responsabile dell’Unità di Imaging Cardiovascolare Avanzato di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

Dottoressa Bertella, per quanto riguarda la diagnosi coronarica, quali sono le grandi differenze tra questa nuova Tac e quelle tradizionali?

«Rispetto alle TAC di vecchia generazione, la nuova apparecchiatura permette di eseguire tutti i tipi di indagini con una bassissima dose radiante. Per quanto riguarda la diagnosi cardiaca, anni fa la TAC, pur essendo sempre stata considerata un esame accurato e affidabile, veniva utilizzata solo in casi particolari e assolutamente necessari per evitare eccessive radiazioni al paziente che si sottoponeva all’indagine. Ora questa tecnologia permette di effettuare l’esame con la massima qualità e definizione, ma con le radiazioni ridotte al minimo».

Quindi può essere considerato un esame di screening?

«Sì, per il cuore in particolare dove diventa un esame di screening specifico per le coronarie. È quindi, consigliato ai pazienti per cui si ipotizza una patologia coronarica, sulla base di sintomi o fattori di rischio conosciuti. Anni fa invece era necessario selezionare i pazienti, prendendo in considerazione solo quelli per i quali il bilancio “rischio di impatto biologico/beneficio diagnostico” era vantaggioso. Ora invece il bacino dei destinatari può essere allargato per inquadrare il reale stato di salute del cuore».

A chi è destinato?

«A tutti coloro che necessitano di un’indagine cardiaca. I benefici di questa tecnologia di ultima generazione valgono per tutti ma, in particolare, per i più giovani che sono maggiormente esposti a rischi in caso di radiazioni elevate».

Ha parlato di massima qualità e precisione. Che cosa significa per il medico e per il paziente?

«Per spiegarlo bisogna ricordare da dove si è partiti, con TAC che effettuavano 64 slices, vale a dire “fotografie” del cuore. Con il tempo la tecnologia si è sempre più evoluta e quella che ora è presente in Humanitas Gavazzeni è in grado di farne 384 entro un battito cardiaco. Vale a dire che con una sola scansione di un unico battito, con questa rivoluzionaria tecnologia siamo in grado di avere una fotografia del cuore al massimo della sua definizione».

Oltre a qualità e precisione, quali sono gli altri vantaggi diagnostici?

«Nella stessa seduta è possibile avere informazioni sullo stato anatomico del cuore e delle coronarie, sulla vitalità del muscolo cardiaco e sulla perfusione miocardica. Fino ad ora, per ottenere le medesime informazioni, erano necessari successivi esami che rendevano l’approfondimento diagnostico lungo e complesso. In pratica, un singolo esame eseguito con questa tecnologia è in grado di fornirci tutti gli elementi, morfologici e funzionali, per stabilire il piano di cura più adeguato alle specifiche esigenze dei nostri pazienti, soprattutto di coloro già sottoposti a interventi sulle coronarie per impianto di STENT o bypass. Una rivoluzione di approccio concreta per noi cardiologi, ma soprattutto positiva per i pazienti».