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Fratture vertebrali


Che cosa sono le fratture vertebrali?

Per frattura si intende la rottura o soluzione di continuo di un osso, solitamente riconducibile a un evento traumatico la cui forza viva supera la resistenza dell’osso stesso.

Le fratture vertebrali riguardano la schiena e possono essere suddivise, a seconda del tratto di colonna in cui si manifestano, in fratture toraciche o fratture lombari.

Le fratture vertebrali toraciche e lombari, sono state oggetto di numerose classificazioni, ma attualmente vengono utilizzate prevalentemente quella di Denis e la classificazione AO.

Classificazione di Denis

Denis ha suddiviso la vertebra in tre colonne: anteriore (corpo vertebrale), media (peduncoli) e posteriore (lamine, processi articolari e spinose) con i relativi legamenti. Secondo la classificazione di Denis vi sono fratture minori, che interessano i processi trasversi e spinosi, le lamine e l’istmo articolare, e maggiori.

Le fratture maggiori traumatiche toraciche e lombari vengono distinte in:

  • fratture lussazione: si accompagnano a uno scivolamento di una vertebra rispetto all’altra, con frequente coinvolgimento delle strutture nervose ospitate all’interno del canale spinale e, di conseguenza, deficit neurologici. Queste fratture sono instabili e vanno sempre trattate chirurgicamente, allo scopo di decomprimere le strutture nervose e stabilizzare il tratto di colonna fratturato mediante l’utilizzo di mezzi di sintesi metallici, solitamente in lega di titanio (viti peduncolari, sostituti di corpo vertebrale).
  • fratture da compressione: sono fratture che si manifestano sulla base di forze compressive che tendono a provocare piccole incrinature all’interno dei corpi vertebrali, con conseguente avvallamento e perdita di altezza degli stessi. Se la perdita di altezza provocata dalla deformazione supera il 50%, è meglio procedere al trattamento chirurgico con sistemi di stabilizzazione analoghi a quelli descritti per le fratture lussazioni, oppure con dispositivi mini-invasivi che consentono di rimodellare il corpo vertebrale e rinforzarlo grazie all’uso di resine acriliche o sostituti di osso sintetici (idrossiapatite). Se la perdita di altezza è al di sotto del 50% possono essere trattate conservativamente con busto ortopedici o con tecniche di consolidamento mediante vertebroplastica percutanea. In caso provochino compressione delle strutture nervose, evento peraltro assai raro, alle suddette tecniche si aggiunge una decompressione chirurgica del canale spinale.
  • fratture a scoppio: consistono nella frattura a più frammenti di tutto il corpo vertebrale con un meccanismo di carico assiale che porta alla divergenza dei peduncoli e alla retropulsione di un frammento di osso nel canale spinale. Sono potenzialmente instabili e vanno trattate chirurgicamente. Se è necessaria una decompressione, si procede a una laminectomia per liberare le strutture nervose oppure, se necessario, all’intera sostituzione del corpo vertebrale con protesi metalliche inserite tramite approcci anteriori attraverso il torace o l’addome. Se non è necessario procedere alla sostituzione del corpo vertebrale, generalmente quando il restringimento del canale dovuto alla retropulsione del frammento di corpo è al di sotto del 50% del diametro antero-posteriore normale, si possono usare approcci posteriori con impiego delle viti peduncolari in tecnica tradizionale aperta, oppure con tecniche percutanee mini-invasive se la situazione non necessita di decompressione chirurgica delle strutture nervose.

Classificazione AO

La classificazione AO suddivide le fratture toraco-lombari in tipo A (da compressione), tipo B (flessione-distrazione) e tipo C (tipo B + componente rotazionale). Tale classificazione presenta poi ulteriori categorie in base a vari parametri, ma sostanzialmente valgono le medesime considerazioni già illustrate a proposito del sistema di Denis.

Quali sono le cause delle fratture vertebrali?

Le fratture vertebrali possono essere traumatiche oppure patologiche; in questo secondo caso, la frattura si sviluppa in assenza di eventi traumatici o in seguito a traumi minori, che solitamente non sono sufficienti a determinare la rottura dell’osso vertebrale, a causa della perdita di resistenza dell’osso stesso provocata da malattie di tipo metabolico (osteopeniaosteoporosi) o neoplastico (tumorale).

Malattie come l’osteoporosi in stadio avanzato e i tumori determinano una perdita di resistenza dell’osso al carico e alle sollecitazioni, con conseguente frattura e deformazione di una o più vertebre.