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Tartufo bianco

Tartufo bianco

 

Che cos’è il tartufo bianco?

Si tratta di funghi Ascomiceti con conformazione di tubero che crescono sottoterra in simbiosi con le radici di piante arboree; la pianta dà al tartufo le sostanze nutritive elaborate tramite fotosintesi, mentre il tartufo con i suoi sottili filamenti consente alle radici una penetrazione profonda nella terra. Caratterizzati da un odore penetrante e molto tipico, si usano in gastronomia nella preparazione e nella finitura di svariate pietanze. I tipi di tartufo più pregevoli sono il tartufo bianco pregiato e il tartufo nero pregiato.

Il tartufo bianco è ritenuto quello di più valore. Si trova quasi solo nelle zone del Centro e del Nord Italia e in Istria: ha una scorza liscia, giallognola o bianca, polpa bianca, rosata o marroncino chiaro. È adatto a essere consumato principalmente crudo. Certe varietà, tipo il tartufo bianco d’Alba, sono specialmente pregiate e costose.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

Visto che dal punto di vista della composizione chimica sono molto somiglianti, il tartufo bianco possiede le medesime proprietà nutrizionali del tartufo nero. 100 grammi di tartufo nero danno circa 31 Calorie e contengono approssimativamente:

80 g di acqua

6 g di proteine

0,5 g di lipidi

0,7 g di carboidrati

tracce di amido

0,7 g di zuccheri

8,4 g di fibre

3,5 mg di ferro

24 mg di calcio

62 mg di fosforo

0,05 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,09 mg di vitamina B2 o Riboflavina

2 mg di vitamina B3 o Niacina

1 mg di vitamina C

 

Fra i minerali contenuti nel tartufo bianco solitamente troviamo potassio, sodio, magnesio, zinco e rame. Calcolando le dosi ridotte usate, il tartufo bianco ha un valore nutritivo limitato; il valore di questo speciale fungo non è nell’apporto alimentare, ma nel suo profumo.

 

Quando non consumare il tartufo bianco?

A oggi non si conoscono interazioni tra il consumo di tartufo bianco e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

 

Stagionalità del tartufo bianco

Il tartufo bianco si raccoglie tra settembre e dicembre. Non è facilmente reperibile.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Numerosi sono gli eventuali benefici che possono venire dal mangiare tartufo bianco. Pieno di proteine e fibre e povero di grassi, lo possono mangiare persone di ogni età, anche se affetti da problemi cardiovascolari, poiché non contiene colesterolo. Il minimo apporto di carboidrati e zuccheri fa in modo che questo fungo possa venire apprezzato anche da persone affette da diabete. Per poter conservare il suo apporto vitaminico si consiglia di mangiarlo crudo, dal momento che la gran parte delle vitamine si dissolve con le temperature elevate. Non contiene glutine, e quindi lo possono mangiare e apprezzare anche persone affette da intolleranza al glutine o con celiachia.

A oggi non si è a conoscenza di controindicazioni al consumo di tartufo, a parte che non si soffra di allergia specifica.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Tartufo Nero, Scorzone

Tartufo Nero, Scorzone

 

Che cos’è il tartufo nero?

Si tratta di funghi Ascomiceti a forma di tubero che si sviluppano sottoterra vicino alle radici di piante arboree, che danno al tartufo le sostanze nutritive; contemporaneamente il tartufo tramite i suoi sottili filamenti consente alle radici una profonda penetrazione nel terreno. Riconoscibili dal tipico odore penetrante, si usano in gastronomia nella preparazione e nella finitura dei piatti. Le varietà di tartufo più di valore sono il tartufo bianco pregiato e quello nero pregiato. Lo scorzone è un tipo di tartufo analogo nelle sembianze a quello nero però meno di valore.

Il tartufo nero è comune principalmente in Toscana e Umbria, nella Francia del Sud e in Aragona. Ha la scorza nerastra con delle venature rossicce più o meno visibili ed è abbastanza irregolare nella forma (presenta dei bitorzoli). È considerato il più pregevole dopo il tartufo bianco e, a differenza di quest’ultimo che dà il meglio di sé mangiato crudo, sviluppa l’aroma in cottura, sebbene si possa gustare anche crudo. Fra i più noti e lodati tartufi neri troviamo quelli di Norcia e di Spoleto.

Lo scorzone è una specie di tartufo analoga a quello nero però meno di valore – anche se ugualmente apprezzabile e rinomato. Dal colore nero-grigio e molto irregolare esternamente, la polpa bianca interna si inscurisce maturando. Lo scorzone ha un odore tipico: quando arriva a maturazione fa venire in mente la nocciola. Si raccoglie tra giugno e settembre, ragion per cui viene anche denominato “tartufo estivo”. Dal punto di vista delle caratteristiche chimiche e nutrizionali assomiglia molto al tartufo nero pregiato.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del tartufo nero?

100 grammi di tartufo nero danno circa 31 Calorie e contengono approssimativamente:

76 g di acqua

6 g di proteine

0,5 g di lipidi

0,7 g di carboidrati

tracce di amido

0,7 g di zuccheri

8,4 g di fibre

3,5 mg di ferro

24 mg di calcio

62 mg di fosforo

0,05 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,09 mg di vitamina B2 o Riboflavina

2 mg di vitamina B3 o Niacina

1 mg di vitamina C

 

Quando non consumare il tartufo nero?

A oggi non si conoscono interazioni tra il consumo di tartufo nero o di scorzone e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

 

Stagionalità del tartufo nero

Il tartufo nero si raccoglie tra dicembre e marzo, invece lo scorzone tra giugno e settembre. Non sono prodotti facili da trovare.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Molti sono gli eventuali benefici che possono venire dal consumo di tartufo nero. Lo scarso apporto di carboidrati e zuccheri fa in modo che questo strano fungo possa venire apprezzato anche da persone affette da diabete. Ricco di proteine e fibre, povero di grassi e privo di colesterolo, lo possono mangiare senza problemi persone di tutte le età, anche affette da problematiche cardiovascolari e da individui con intolleranza al glutine o con celiachia poiché non contiene glutine.

Ad oggi non si sono state evidenziate controindicazioni al consumo di tartufo nero, a meno che non si soffra di un’allergia specifica.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Tè bianco

Tè bianco

 

Che cos’è il tè bianco?

Si tratta di una bevanda che si ricava dall’infusione delle foglie della pianta Camellia sinensis (o Camellia theifera o Thea sinensis) della famiglia delle Teacee. Si coltiva fin dall’antichità in India, Cina e Giappone; ultimamente anche in Indonesia, sul Caucaso, in Africa orientale e nell’America Meridionale. Quando cresce allo stato selvatico il suo sviluppo assomiglia molto a quello di un albero (può arrivare ai due metri di altezza), invece quando lo si coltiva prende un aspetto più simile a un cespuglio basso e ramificato. Le foglie sono sempreverdi e hanno forme differenti. Oggi ci sono molti tipi di tè (fra cui tè bianco, tè nero, tè verde, tè oolong), che si distinguono tra loro per il procedimento di lavorazione, che è il fattore più importante per distinguere il prodotto finito.

Il tè bianco è così denominato perché si ricava selezionando solo i germogli di tè rivestiti di una peluria bianco-argento. Viene prodotto lasciando appassire all’aria le foglie di tè dopo la raccolta. È in parte ossidato (l’ossidazione è una reazione chimica spontanea nelle foglie di tè).

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

Il tè bianco (parzialmente ossidato) ha molte caratteristiche nutrizionali in comune al tè verde (che non subisce ossidazione): dal punto di vista nutrizionale sono ritenuti molto simili. Cento millilitri (circa 100 grammi) di tè verde (infuso fatto con acqua) danno circa una Caloria e contengono approssimativamente:

99 g di acqua

0,22 g di proteine

0,02 mg di ferro

1 mg di magnesio

8 mg di potassio

1 mg di sodio

0,01 mg di zinco

0,3 mg di vitamina C

0,007 m di vitamina B1 o Tiamina

0,06 mg di vitamina B2 o Riboflavina

0,03 mg di vitamina B3 o Niacina

0,005 mg di vitamina B6

 

Il tè bianco include anche buone quantità di caffeina (circa 15 mg ogni 100 ml di infuso): una tazza da 200 ml contiene quindi circa 30 mg di caffeina.

 

Quando non consumare il tè bianco?

A oggi non si conoscono interazioni fra il consumo di tè bianco e l’assunzione di medicinali o di altre sostanze. Visto, però, che il tè bianco contiene caffeina (circa 15 mg ogni 100 ml di infuso), si consiglia di non darlo da bere ai bambini.

 

Reperibilità del tè bianco

Il tè bianco si trova facilmente per tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Per le sue specifiche caratteristiche nutrizionali il tè bianco è ritenuto il più pregevole dei tè. Nello specifico è ricco di polifenoli, sostanze antiossidanti che hanno sull’organismo numerose azioni benefiche e protettive: infatti sono capaci di minimizzare il danno a carico delle cellule, con effetti antietà e antitumorali.

Apportano inoltre benefici al sistema cardiovascolare in quanto prevengono l’ipertensione, l’aterosclerosi e altre malattie a carico del sistema cardiovascolare. In teoria i polifenoli del tè bianco hanno anche un’azione positiva sulla cute, conservandola giovane più a lungo, mentre rinforza denti e ossa. Numerose ricerche attribuiscono a questo tipo di tè anche delle proprietà antibatteriche e anti-stress. Grazie alla presenza delle metilxantine (come caffeina, teofillina e teobromina) che hanno effetti biologici sugli adipociti, il tè bianco rende più rapido il metabolismo dei grassi, favorendo la perdita di peso.

Riguardo alle controindicazioni, è sempre bene rammentare che il tè bianco contiene della caffeina: se bevuto in quantitativi elevati può causare problemi come ansia, nervosismo e insonnia.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Uova di Gallina

Uova di Gallina

 

Che cosa sono le uova di gallina?

Si tratta del prodotto del ciclo riproduttivo della femmina del Gallus gallus. È uno dei cibi più consumati al mondo.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 grammi di uova di gallina intere danno 128 Calorie suddivise così:

39% proteine

61% lipidi

Nello specifico, in 100 grammi di uova di gallina abbiamo:

77,1 g di acqua

12,4 g di proteine

8,7 g di lipidi, tra cui 3,17 g di grassi saturi, 2,58 g di grassi monoinsaturi e 1,26 g di grassi polinsaturi (0,04 g di acido alfa-linolenico e 0,06 g di acido linoleico)

371 mg di colesterolo

tracce di carboidrati

Tra le vitamine e i minerali, 100 g di uova di gallina danno:

0,3 mg di riboflavina

0,1 mg di niacina

0,09 mg di tiamina

225 µg di vitamina A (retinolo equivalenti); questa quantità cambia decisamente in base al mangime che consumano le galline

210 mg di fosforo

137 mg di sodio

133 mg di potassio

48 mg di calcio

13 mg di magnesio

1,5 mg di ferro

1,2 mg di zinco

5,8 µg di selenio

 

Le uova costituiscono fonte di colina e di luteina/zeaxantina.

 

Quando non consumare le uova di gallina?

Non sono note interazioni fra il consumo di uova di gallina e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è sempre meglio farsi consigliare dal proprio dottore.

 

Stagionalità delle uova di gallina

Le uova di gallina si trovano in commercio tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Grazie alle loro proprietà nutrizionali, le uova possono collaborare a rimpinguare l’organismo con le vitamine e i minerali di cui ha necessità per soddisfare i fabbisogni delle cellule e per tenere i muscoli in salute (sono origine di proteine di buona qualità). L’alto apporto proteico di questo cibo facilita anche la sazietà, risultando così utile per mantenere il peso forma o per dimagrire. I loro micronutrienti favoriscono anche la promozione del giusto funzionamento del sistema nervoso e di quello immunitario e a difendere la salute della cute e della vista. Inoltre la colina che è contenuta nelle uova collabora alla riduzione dei livelli di omocisteina, molecola collegata a una crescita del pericolo cardiovascolare.

Le uova costituiscono però fonte di dosi alte di colesterolo. Per questa ragione non bisogna mai esagerare nel loro consumo, principalmente dei tuorli.

L’allergia all’uovo è una delle allergie alimentari più comuni tra i bambini.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo delle indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Nafcillina

Nafcillina

 

La nafcillina viene utilizzata per trattare e prevenire alcune infezioni batteriche.

 

Che cos’è la Nafcillina?

La nafcillina impedisce la sintesi della parete cellulare dei batteri sensibili alla sua azione. In questo modo ne provoca la morte.

 

Come si assume la Nafcillina?

La nafcillina può essere somministrata per via orale (in genere sotto forma di capsule) o mediante iniezioni direttamente in vena.

 

Effetti collaterali della Naficillina

L’assunzione a lungo termine o ripetuta di nafcillina può causare una seconda infezione.

Fra gli altri suoi possibili effetti avversi sono inclusi:

  • lieve diarrea
  • nausea
  • vomito

È importante contattare subito un medico in caso di:

  • rash cutaneo
  • orticaria
  • prurito
  • difficoltà respiratorie o di deglutizione
  • sensazione di oppressione al petto o alla gola
  • gonfiore di bocca, volto, labbra o lingua
  • sangue nelle feci
  • febbre
  • dolori muscolari
  • dolore, arrossamento o gonfiore al sito di iniezione
  • grave diarrea
  • dolori o crampi allo stomaco
  • irritazione o perdite vaginali

Avvertenze

La nafcillina non deve essere assunta in caso di trattamento con una tetraciclina. Inoltre è importante ricordare che la sua assunzione può compromettere l’efficacia dei contraccettivi ormonali.

Prima di assumere il farmaco è bene informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali (in particolare a una cefalosporina o ad altri antibiotici beta-lattamici), ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare tetracicline, anticoagulanti, eparina, metotressato, aminoglicosidi o contraccettivi orali
  • se si soffre (o si ha sofferto) di asma
  • in caso di gravidanza o allattamento

Nilotinib

Nilotinib

 

Il Nilotinib può essere utilizzato nel trattamento di alcuni tipi di leucemia, ad esempio la leucemia mieloide acuta.

Che cos’è il Nilotinib?

Il Nilotinib previene la crescita delle cellule tumorali. Agisce inibendo l’attività dell’enzima tirosinasi.

Come si assume il Nilotinib?

Il Nilotinib viene somministrato per via orale, in genere sotto forma di capsule da assumere a stomaco vuoto (almeno un’ora prima o 2 ore dopo i pasti).

Effetti collaterali del Nilotinib

L’assunzione di Nilotinib può essere associata a gravi alterazioni del battito cardiaco. Sono stati segnalati casi di morte improvvisa. Il trattamento può aumentare la sensibilità alle infezioni, ridurre il numero di piastrine nel sangue o aumentare la formazione di trombi.

Fra gli altri possibili effetti avversi del farmaco sono inclusi:

  • mal di schiena
  • dolori a ossa, articolazioni o muscoli
  • costipazione
  • diarrea
  • capogiri
  • pelle secca
  • arrossamenti
  • gas
  • perdita dei capelli
  • mal di testa
  • perdita dell’appetito
  • prurito lieve
  • lievi crampi o spasmi muscolari
  • lievi fastidi allo stomaco
  • nausea
  • sudorazioni notturne
  • naso chiuso o che cola
  • starnuti
  • stanchezza
  • difficoltà a dormire
  • vomito
  • debolezza

È importante contattare subito un medico in caso di:

  • rash cutaneo
  • orticaria
  • prurito
  • difficoltà respiratorie o di deglutizione
  • sensazione di oppressione al petto o alla gola
  • gonfiore di bocca, volto, labbra o lingua
  • bruciore, intorpidimento o pizzicore
  • variazioni nella quantità di urina prodotta
  • dolori al torace
  • confusione
  • svenimenti
  • battito cardiaco rallentato, accelerato o irregolare
  • sensazione di avere la testa leggera
  • problemi psicologici o cambiamenti d’umore
  • intorpidimento o debolezza a un braccio o a una gamba
  • debolezza a un lato del corpo
  • convulsioni
  • capogiri, mal di testa, stanchezza o debolezza gravi o persistenti
  • mal di stomaco, nausea o vomito forti o persistenti
  • fiato corto
  • difficoltà a parlare
  • aumento improvviso di peso
  • gonfiore di mani, piedi, caviglie o occhi
  • emorragie
  • infezioni
  • problemi epatici
  • pancreatite
  • problemi alla vista

Avvertenze

Il trattamento con Nilotinib può compromettere le capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi. L’effetto può essere aggravato dall’alcol o da altri medicinali.

Il Nilotinib non deve essere assunto in caso di sindrome del QT lungo, prolungamento dell’intervallo QT, bassi livelli ematici di potassio o di magnesio, intolleranza al galattosio, grave carenza di lattasi, problemi di assorbimento del glucosio o del galattosio o gravi intolleranze al lattosio.

Il trattamento con Nilotinib è inoltre controindicato in caso di assunzione di amiodarone, disopiramide, procainamide, chinidina, sotalolo o altri antiaritmici, carbamazepina, clorochina, claritromicina, dexametasone, aloperidolo, itraconazolo, ketoconazolo, metadone, moxifloxacina, nefazodone, fenobarbital, fenitoina, pimozide, inibitori delle proteasi, PPI, rifabutina, rifampicina, rifapentina, iperico, telitromicina, voriconazolo o farmaci che possono portare a un prolungamento dell’intervallo QT.

Infine, durante il trattamento è necessario evitare l’assunzione di pompelmo e del suo succo.

Prima di assumere il farmaco è bene informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza
  • di un’eventuale intolleranza al lattosio
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare amiodarone, disopiramide, procainamide, chinidina, sotalolo o altri antiaritmici, clorochina, claritromicina, aloperidolo, itraconazolo, ketoconazolo, metadone, moxifloxacina, nefazodone, pimozide, inibitori delle proteasi, telitromicina, voriconazolo, alfentanil, ciclosproine, diidroergotamina, ergotamina, fentanile, midazolam (per via orale), sirolimus, tacrolimus, carbamazepina, dexametasone, fenobarbital, fenitoina, PPI, rifabutina, rifampicina, rifapentina e iperico
  • se si soffre (o si ha sofferto) di altre forme tumorali oltre alla leucemia, problemi cardiaci, epatici, renali, pancreatici o al midollo osseo, globuli bianchi o piastrine bassi, anemia o anomalie nei livelli di elettroliti nel sangue (ad esempio fosforo, calcio o sodio)
  • in caso di casi di prolungamento dell’intervallo QT in famiglia
  • in caso di gastrectomia totale
  • in caso di gravidanza o allattamento

È inoltre importante informare medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di Nilotinib e parlare con un medico prima di sottoporsi a qualunque vaccino, in particolare a quelli vivi.

Nitrito di amile

Nitrito di amile

 

Il nitrito di amile è utilizzato nel trattamento associato agli attacchi di angina.

Che cos’è il Nitrito di amile?

Il nitrito di amile permette il rilassamento dei vasi sanguigni, aumenta l’apporto di sangue e ossigeno al cuore e riduce contemporaneamente il carico di lavoro per il muscolo cardiaco.

Come si assume il Nitrito di Amile?

Nel maggior parte dei casi si assume per via inalatoria.

Effetti avversi riconosciuti

Fra i possibili effetti avversi del nitrito di amile sono inclusi:

  • capogiri o sensazione di avere la testa leggera
  • polso accelerato
  • arrossamenti del viso e del collo
  • lieve mal di testa
  • nausea o vomito
  • irrequietezza

È importante contattare subito un medico in caso di:

  • rash cutaneo
  • stanchezza o debolezza insolite
  • cianosi di labbra, unghie o palmi delle mani
  • forti capogiri o svenimenti
  • sensazione di forte pressione nel cranio
  • fiato corto
  • battito cardiaco debole e accelerato

Complicazioni e avvertenze

Questo principio attivo può causare capogiri o la sensazione di avere la testa leggera soprattutto alzandosi dalla posizione sdraiata a quella seduta. Questa complicazione è aggravata dal consumo di alcolici.

Prima di assumere il farmaco è bene informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare avanafil, riociguat, sildenafil, tadalafil e vardenafil
  • se si soffre (o si ha sofferto) di anemia, glaucoma o ipertiroidismo
  • in caso di ictus, infarti o traumi cranici recenti
  • in caso di gravidanza o allattamento

Norgestrel

Norgestrel

 

Il norgestrel, spesso detto “minipillola”, può essere prescritto alle donne che vogliono evitare una gravidanza o per ridurre i dolori e le perdite mestruali. In altri casi viene utilizzato per regolarizzare il ciclo mestruale.

Come anticoncezionale può essere meno efficace rispetto ad altri metodi ormonali. Per questo in genere viene utilizzato a tale scopo solo dalle donne che non possono assumere contraccettivi a base di estrogeni.

Che cos’è il Norgestrel?

Il norgestrel agisce modificando l’utero e il muco della cervice in modo da rendere più difficoltoso l’impianto di un eventuale ovulo fertilizzato. Inoltre nel 50% delle donne che ne fanno uso l’assunzione regolare previene inoltre l’ovulazione.

Come si assume il Norgestrel?

Il norgestrel si assume per via orale, sotto forma di compresse.

In genere la posologia è di una compressa al giorno; nel caso in cui scateni nausea o problemi di stomaco è consigliabile assumerla prima di andare a dormire.

Effetti collaterali del Norgestrel

In rari casi l’assunzione di norgestrel può essere associata alla formazione di trombi.

Fra gli altri suoi possibili effetti avversi sono inclusi:

  • nausea
  • vomito
  • crampi allo stomaco
  • gonfiore
  • capogiri
  • mal di testa
  • stanchezza
  • sensibilità del seno
  • riduzione del volume del seno
  • acne
  • capelli grassi
  • perdita di capelli
  • aumento di peso
  • infezioni vaginali

È importante contattare subito un medico in caso di:

  • rash cutaneo
  • prurito
  • gonfiore a volto, lingua o gola
  • difficoltà respiratorie
  • forti capogiri
  • emorragie vaginali prolungate (più di 8 giorni)
  • assenza delle mestruazioni per 2 cicli consecutivi
  • depressione
  • irsutismo
  • piedi o caviglie gonfi
  • fiato corto, dolore al petto, alla mascella o al braccio sinistro, confusione, sangue nell’espettorato, capogiri o svenimenti, dolore, gonfiore o caldo all’inguine o a un polpaccio, pizzicore, debolezza o intorpidimento di gambe o braccia, mal di testa insoliti, difficoltà a parlare, debolezza a un lato del corpo, problemi alla vista
  • forte dolore a stomaco, pancia o a livello addominale
  • noduli al seno
  • stanchezza insolita
  • urine scure
  • ittero

Avvertenze

In caso di vomito entro 4 ore dall’assunzione di norgestrel e in caso di diarrea l’efficacia contraccettiva può diminuire; nei 2 giorni successivi è bene utilizzare anche altri metodi anticoncezionali.

Prima di assumere norgestrel è bene informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare principi attivi che velocizzano il transito intestinale, isotretinoina, troleandomicina, griseofulvina, modanafil, rifamicine, iperico, anticonvulsivanti e farmaci contro l’HIV
  • delle malattie e dei problemi di salute di cui si soffre (o si ha sofferto)
  • in caso di gravidanza o allattamento

L’assunzione di norgestrel può interferire con i risultati di alcuni esami di laboratorio.

Nortriptilina

Nortriptilina

 

La nortriptilina è utilizzata principalmente nel trattamento dei sintomi della depressione.

Che cos’è la Nortriptilina?

La nortriptilina è un antidepressivo triciclico. Agisce sui livelli di molecole cerebrali ristabilendo l’equilibrio.

Come si assume la Nortriptilina?

In genere la nortriptilina si assume per via orale.

Effetti collaterali della Nortriptilina

Chi assume questo principio attivo ha riscontrato, in alcuni casi, una modifica della propria capacità di reazione e di ragionamento e un aumento della sensibilità cutanea al sole.

Fra gli altri suoi possibili effetti avversi sono inclusi:

  • nausea, vomito, perdita dell’appetito
  • ansia, insonnia
  • secchezze delle fauci o strano sapore in bocca
  • riduzione della minzione
  • costipazione
  • problemi alla vista
  • gonfiore delle mammelle
  • problemi nella sfera sessuale

È importante contattare subito un medico in caso di:

  • vista appannata o a tunnel, dolore o gonfiore agli occhi, aloni attorno alle luci
  • movimenti incontrollati di occhi, lingua, mascella o collo
  • sensazione di svenimento
  • convulsioni
  • dolore al petto, battiti cardiaci pesanti, strane sensazioni nel torace
  • debolezza o intorpidimenti improvvisi, problemi alla vista, a parlare o di equilibrio
  • febbre, mal di gola, lividi, emorragie
  • macchi violacee sottopelle
  • dolore alla parte alta dello stomaco, perdita dell’appetito, ittero
  • minzione dolorosa o difficoltosa
  • agitazione, allucinazioni, febbre, battito cardiaco accelerato, riflessi iperattivi, nausea, vomito, diarrea, perdita della coordinazione, svenimenti

Avvertenze

Non assumere nortriptilina in caso di infarto recente, somministrazione di blu di metilene o nei 14 giorni precedenti ad un trattamento con MAO inibitori.

Da evitare anche l’assunzione contemporanea di alcolici, di pompelmo e del suo succo.

L’efficacia del farmaco non è immediata. Si consiglia di non interrompere il farmaco senza consultare il proprio medico, per non incorrere in crisi d’astinenza.

Prima di assumerla è invece importante informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali (in particolare ad altri antidepressivi), ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare sonniferi, narcotici, miorilassanti, medicinali contro ansia o depressione, anticonvulsivanti e SSRI (anche se assunti nelle 5 settimane precedenti)
  • se si soffre (o si ha sofferto) di malattie cardiache, convulsioni, disturbo bipolare, schizofrenia o altre malattie mentali, patologie epatiche, problemi alla tiroide, diabete, glaucoma ad angolo stretto o problemi di minzione
  • in caso di infarto o ictus
  • di casi, in famiglia, di morte improvvisa associata a un’anomalia del ritmo cardiaco
  • in caso di gravidanza o allattamento

È bene informare medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di nortriptilina.

Omacetaxina

Omacetaxina

 

L’omacetaxina è indicata principalmente nel trattamento di alcune forme di leucemia mieloide cronica in alcuni pazienti.

Che cos’è l’omacetaxina?

L’omacetaxina agisce rallentando la crescita delle cellule tumorali.

Come si assume l’omacetaxina?

L’omacetaxina viene somministrata mediante iniezioni.

Effetti collaterali dell’omacetaxina

In alcuni pazienti che assumevano omacetaxina si è riscontrato una diminuzione del numero delle piastrione e della capacità di difendersi dalle infezioni e/o un aumento di zuccheri nel sangue.

Fra gli altri suoi possibili effetti avversi sono inclusi:

  • costipazione
  • tosse
  • diarrea
  • perdita dei capelli
  • mal di testa
  • dolore ad articolazioni, braccia, gambe, muscoli o schiena
  • perdita dell’appetito
  • lieve epistassi
  • lieve mal di stomaco
  • nausea
  • arrossamento, dolore o gonfiore al sito di iniezione
  • stanchezza
  • disturbi del sonno
  • debolezza
  • vomito

È importante informare subito il medico in caso di:

  • rash cutaneo
  • orticaria
  • prurito
  • difficoltà respiratorie
  • senso di oppressione o dolore al petto
  • gonfiore di bocca, volto, labbra o lingua
  • sangue nelle urine o nelle feci
  • feci scure
  • bruciori, intorpidimenti o pizzicore
  • confusione
  • sangue nell’espettorato
  • svenimenti
  • battito cardiaco accelerato, irregolare o rallentato
  • cambiamenti d’umore o del comportamento
  • debolezza da un solo lato del corpo
  • acufeni (fischi, ronzii o fruscii nelle orecchie)
  • convulsioni
  • capogiri o mal di testa forti o persistenti
  • stanchezza o debolezza forti o persistenti
  • forte mal di stomaco
  • fiato corto
  • difficoltà a parlare
  • gonfiore a mani, caviglie o piedi
  • gonfiore o indolenzimento di bocca o lingua
  • sintomi di un’infezione in corso
  • minzione aumentata, difficoltosa o dolorosa
  • lividi o emorragie
  • problemi alla vista
  • vomito che sembra caffè

Controindicazioni e avvertenze

L’omacetaxina può essere controindicata in caso di diabete non controllato.

Prima della somministrazione è importante informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare anticoagulanti, aspirina e Fans
  • se si soffre (o si ha sofferto) di problemi al midollo osseo, emorragie cerebrali, disturbi della coagulazione, diabete o iperglicemia
  • in presenza di casi di diabete o iperglicemia in famiglia
  • in caso di gravidanza o allattamento

È importante informare medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di omacetaxina.

Durante il trattamento è consigliato alle donne fertili l’utilizzo di contraccettivi efficaci.

L’omacetaxina può compromettere le capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi. Questo effetto avverso può essere aggravato dall’alcol e da alcuni medicinali.