Quando si parla di prevenzione urologica, il dosaggio del PSA (Antigene Prostatico Specifico) rappresenta uno degli strumenti di primo livello per individuare la presenza di eventuali alterazioni della prostata.
Tuttavia, è bene specificare che un valore elevato del PSA, non corrisponde automaticamente alla presenza di un tumore.
Ne parliamo con il dottor Luca Di Gianfrancesco, specialista dell’unità di Urologia di Humanitas Gavazzeni.
Che cos’è il PSA?
Il PSA, è una glicoproteina prodotta esclusivamente dalla ghiandola prostatica e ha il compito di mantenere fluido il liquido seminale.
In condizioni normali, nel sangue circola solo una piccola quantità di questa proteina. Quando la prostata è soggetta a cambiamenti — come un aumento di volume, un’infiammazione, una lesione o una possibile neoplasia— la quantità di PSA che passa nel sangue può aumentare sensibilmente.
Comprendere cosa scatena l’aumento del PSA è il primo passo per un corretto percorso diagnostico.
PSA elevato: quali sono le cause più frequenti
Un risultato di PSA elevato non indica necessariamente la presenza di tumore. Tra le cause più comuni rientrano:
- Infezione delle basse vie urinarie
- Infiammazione della prostata (prostatiti)
- Attività sessuale recente
- Traumi o sollecitazioni
Questi fattori possono determinare un innalzamento temporaneo del valore, motivo per cui è fondamentale affidarsi all’urologo per una valutazione completa.
Qual è il percorso diagnostico in caso di PSA elevato
Di fronte a un valore alterato, la prima indicazione è mantenere la calma. Lo specialista valuterà il contesto clinico e potrà richiedere esami di approfondimento, come un’ecografia o — nei casi selezionati — una risonanza magnetica multiparametrica della prostata. L’obiettivo è identificare la causa dell’aumento e stabilire se procedere con ulteriori indagini, come una biopsia, oppure optare per un semplice monitoraggio nel tempo.
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