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Gennaio è il Veganuary: tutti i benefici (con attenzione) della dieta vegana

Veganuary è il più grande movimento vegano del mondo, che ispira le persone a provare un’alimentazione vegetale per il mese di gennaio e per tutto il resto dell’anno. Perché? Per provare a sensibilizzare le persone rispetto alla tutela degli animali e alla sostenibilità.

Una challenge nata nel 2014 dall’idea di due attivisti inglesi (Jane Lane e Matthew Glover), che di anno in anno diventa sempre più conosciuta e diffusa: sono state oltre 629.000 persone che si sono iscritte alla campagna del 2022 dell’associazione Veganuary provenienti da 228 paesi e territori. E, secondo i report diffusi dall’associazione, la campagna nel 2022 ha avuto conseguenze concrete a livello ambientale: al pianeta sono state risparmiate 207.680 tonnellate di CO2.

Ma oltre a portare benefici all’ambiente, questo tipo di alimentazione fa bene alla salute? L’abbiamo chiesto al dottor Claudio Macca, responsabile del Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica di Humanitas Gavazzeni.

Dottor Macca, in cosa consiste la dieta vegana?

“Il Veganismo è una dieta che, oltre a non prevedere carne e pesce nell’alimentazione come nella dieta vegetariana, elimina anche i latticini, le uova e il miele ed è caratterizzata da un consumo alimentare di stampo vegetale”.

Quali sono i benefici per la nostra salute?

“Negli studi osservazionali, rispetto alle persone onnivore, i vegani, ma anche i vegetariani, mostrano un ridotto rischio di morbilità e mortalità per alcune patologie, come, ad esempio, la cardiopatia ischemica; una minor incidenza di tumori e di probabilità di essere affetti da diabete di tipo 2 e da sindromi metaboliche“.

Per quale motivo?

“Tutti questi benefici sono dovuti al fatto che le diete vegetariane e vegane comportano una riduzione dell’indice di massa corporea, evitando, così, tutti i rischi per la salute legati all’eccessivo aumento di peso; una riduzione dei livelli di glucosio nel sangue, così come dei valori pressori, del colesterolo totale e di LDL (quello definito ‘cattivo’) e dei trigliceridi e di acido urico che, se troppo elevati, espongono a patologie cardiovascolari gravi come ictus e infarto e a malattie che portano all’infiammazione delle articolazioni. Parallelamente, entrambe le diete comportano un aumento dei livelli di acido ascorbico plasmatico che agisce come antiossidante, aiutando a proteggere le cellule del nostro corpo dai danni causati dai radicali liberi e, quindi, dallo stress ossidativo”.

Quali sono, invece, le carenze?

“Se l’apporto calorico è adeguato e la dieta ha una sufficiente varietà di alimenti vegetali, il fabbisogno proteico di vegetariani e vegani è facilmente soddisfatto. Le proteine della soia, ad esempio, hanno la stessa efficienza nutrizionale delle proteine animali. Gli studi hanno però evidenziato che chi segue queste diete presenta una carenza di vitamina B12, strettamente legata all’assunzione di proteine animali, che, se non colmata, può portare a forme di anemia; così come una carenza di calcio, presente in grande quantità nei latticini, correlata al rischio di insorgenza di osteoporosi nell’età adulta, e di omega 3, presente nei pesci grassi, importante per combattere, ad esempio, le forme di demenza e la sindrome da deficit di attenzione”.

Come possiamo colmarle?

Con integratori specifici, in particolare per la vitamina B12. Infatti, alcune alghe, il lievito di birra, alcuni alimenti di origine orientale come il tempeh (derivato dai semi di soia) e la Kombucha (tè cinese) contengono vitamina B12, ma in proporzioni infinitesimali, inutili per il fabbisogno umano, dal momento che non risultano assimilabili dal nostro organismo. Stesso discorso anche per il calcio: è importante cercare di integrarlo, consumando cibi ricchi di questo elemento, presente in alcuni vegetali a foglie verde scuro come cavolo cinese e broccoli (ma non negli spinaci) e nei legumi secchi, in sostituzione dei latticini non previsti nella dieta vegana. Così anche per l’omega 3: importante è assumerla aumentando il consumo di oli vegetali come di girasole e di soia e di frutta oleosa ad esempio mandorle e noci”.

Medicina Interna