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Fibromialgia, quando la malattia è invisibile

La fibromialgia è una malattia molto diffusa, ma spesso non riconosciuta. Caratterizzata da dolori in tutto il corpo, necessita di cure farmacologiche e di un programma che preveda attività fisica e, spesso, un supporto di natura psicologica.

La fibromialgia è una malattia di cui non si parla ancora abbastanza, anche se negli ultimi tempi sta destando sempre maggiore attenzione per l’alta frequenza con cui si presenta.

«La fibromialgia, o sindrome fibromialgica – spiega anzitutto la professoressa Bianca Marasini, responsabile dell’Ambulatorio di Reumatologia di Humanitas Gavazzeni – può interessare adulti e bambini ma colpisce soprattutto le donne, con picchi attorno ai 40-50 anni. È una patologia che oltre a essere molto frequente è anche subdola: viene chiamata “malattia invisibile” perché tutte le indagini che la riguardano risultano negative e il paziente appare sano, anche se sano non è».

La fibromialgia, quel dolore diffuso in tutto il corpo

In che cosa consiste la fibromialgia, come la si riconosce? I sintomi sono molteplici, precisa la specialista reumatologa: «Il sintomo principale della fibromialgia è un dolore diffuso un po’ in tutto il corpo, che si presenta a qualsiasi ora della giornata e anche di notte, ce he rende difficoltosi i movimenti. Un dolore che non si associa mai a tumefazione o arrossamento delle articolazioni, aspetto che può rendere difficile la diagnosi. Altri sintomi che molto spesso si presentano sono stanchezza, sonno disturbato, cefalea, dolore addominale, difficoltà di concentrazione, stitichezza alternata a diarrea, senso di ripienezza, sensazione di mani e piedi gonfi».

Sono questi i segnali che devono far pensare alla presenza della fibromialgia. Soprattutto, come detto, quello del dolore diffuso che non si associa a segni di infiammazione. «Si sa ancora poco circa le cause di questa patologia. Si pensa però che alla base del dolore ci sia un’alterazione del modo in cui il cervello ne elabora i segnali, amplificandone le sensazioni. Per questo motivo, il primo approccio terapeutico si indirizza ai farmaci che regolano l’attività dei neurotrasmettitori, cioè delle sostanze – in particolare serotonina e noradrenalina – che regolano la percezione del dolore a livello di sistema nervoso centrale».

Combattere lo stress per prevenire la fibromialgia

Un aspetto caratteristico della fibromialgia è quello di insorgere spesso in periodi di situazioni di stress, mentale o fisico. «Anche per questo – conclude la professoressa Marasini – il paziente fibromialgico non deve mai essere lasciato solo. La fibromialgia non è pericolosa, non comporta complicazioni, non provoca deformità, ma è una vera e propria malattia che andrebbe trattata anche con un programma educativo, finalizzato a potenziare le capacità di gestire il dolore e lo stress. Alla terapia farmacologica e – quando necessario – al supporto psicologico, va sempre associato un programma di attività fisica che deve essere graduale ma continua».