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Dolore e gonfiore quando l’alluce è “valgo”. Colpa delle scarpe a punta

Si stima che ad essere affetti da alluce valgo sia circa il 23% delle persone tra i 18 e i 65 anni, con una maggiore incidenza nelle donne, tanto è vero che questa malattia viene definita una patologia “rosa”. Quali sono le cause e come intervenire per curarla? Risponde il dottore Vincenzo Ruggiero Perrino, ortopedico di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

Dottor Perrino, è vero che l’alluce valgo è una patologia “rosa”?

«Il senso comune ritiene che sia una patologia rosa perché colpisce molto di più le donne con età superiore ai 40 anni che gli uomini. Infatti l’identikit del paziente più colpito possiamo individuarlo in una donna attiva e sportiva over 40 con un minimo di predisposizione familiare: la volontà di fare attività fisica, infatti, rende spesso maggiormente evidente la sintomatologia».

Come si presenta?

«L’alluce valgo è caratterizzato dalla deviazione dell’alluce verso le altre dita, con sporgenza verso l’interno dell’articolazione alla base dell’alluce. A una fase iniziale i primi sintomi sono dolore locale accompagnato da arrossamento, gonfiore e calore locali, spesso aumentati dalla sfregatura con le calzature e dalla deambulazione. Con il progredire della patologia anche il dolore si evolve passando dall’articolazione dell’alluce a quelle sotto le dita che, con il tempo, possono portare alla deformazione delle piccole dita a causa dell’eccessivo sovraccarico».

Quali sono le cause? Ha parlato di familiarità…

«Sì, perché la predisposizione familiare è preponderante, più evidente negli uomini che sviluppano l’alluce valgo “ereditandolo” dalla madre. Sul substrato genetico intervengono però altri fattori. Come il sovraccarico sull’avampiede, il sovrappeso e l’utilizzo di calzature scorrette, come scarpe a punta, non necessariamente a tacco alto».

Come si diagnostica l’alluce valgo?

«Pur avendo una presentazione clinica molto evidente, per diagnosticare l’alluce valgo occorre effettuare una visita specialistica con l’ortopedico, che prescriverà esami specifici, come radiografie del piede in carico, ed eventualmente una valutazione podologica e baropodometrica per meglio studiare la patologia e individuare la migliore strategia terapeutica».

La soluzione per l’alluce valgo è sempre chirurgica?

«Non sempre. Inizialmente, per gestire i sintomi propri dell’alluce valgo, diversi sono i trattamenti che lo specialista può suggerire: l’assunzione di farmaci antidolorifici o antinfiammatori, oppure seguendo terapie fisiche come ultrasuoni a immersione o onde d’urto come anche adottare degli accorgimenti quali l’utilizzo di divaricatori, notturni o diurni, e plantari realizzati dal podologo, che possono essere utili nelle fasi iniziali della malattia».

Quando serve l’intervento?

«Quando la persona che soffre di alluce valgo non lo fa per motivi estetici, ma ha proprio l’esigenza di ridurre al minimo il dolore. A seconda delle diverse deformità esistono varie tecniche chirurgiche. Oggi, in casi selezionati, è possibile la correzione dell’alluce valgo attraverso la chirurgia percutanea mini-invasiva, con incisioni molto piccole, attraverso cui vengono effettuate le adeguate osteotomie correttive (tagli dell’osso) per ripristinare il corretto orientamento dell’alluce. L’intervento dura circa 30 minuti e viene eseguito in anestesia loco-regionale mediante il cosiddetto ankle-block, ovvero una procedura che anestetizza solo dalla caviglia in giù».

Specialista in Ortopedia e Traumatologia

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