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C’è un legame tra fibromialgia e depressione?

La fibromialgia è una malattia cronica caratterizzata da dolore diffuso ma che, pur essendo sempre più diffusa, è spesso difficile da riconoscere. Due aspetti – dolore e diagnosi difficile – che possono portare a disturbi dell’umore che comportano un impatto negativo sulla vita sociale e lavorativa di chi ne è vittima.

Il grande problema della fibromialgia è proprio quello di non essere facilmente diagnosticabile. Chi ne è colpito – soprattutto donne tra i 40 e i 50 anni di età – soffre di dolori diffusi in tutto il corpo, spesso associati ad altri sintomi come stanchezza e insonnia di cui non si capisce la causa, visto che le indagini risultano tutte nei limiti e la visita medica non individua danni ad articolazioni, muscoli o organi, come sottolinea la professoressa Bianca Marasini, responsabile dell’Ambulatorio di Reumatologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.

Che cosa può succedere in una persona quando non si riesce a capire che è affetta da fibromialgia?

«Spesso il paziente ha un intenso dolore articolare senza che le articolazioni risultino infiammate, per cui si può sentir dire che non ha nulla e che è un malato immaginario. Una condizione, questa, che lo fa sentire sempre più frustrato e depresso. La sua reazione in genere è quella di cercare altri pareri medici, il cosiddetto “shopping doctor”, sperando di trovare qualcuno che gli dia una diagnosi e, soprattutto, una terapia».

Quindi ci può essere correlazione tra la fibromialgia e alcune forme depressive?

«Sì, è ormai dimostrato che questa correlazione è possibile. In genere le persone che soffrono di patologie dolorose croniche, di qualsiasi genere esse siano, tendono a essere depresse a causa dei loro sintomi difficili da gestire. A questo punto si genera un circolo vizioso visto che sua volta la depressione può aggravare la sintomatologia dolorosa. Di recente sono stati pubblicati i risultati di una ricerca che evidenziano come nei pazienti fibromialgici depressi (che sono più del 60% dei pazienti fibromialgici), il dolore sia più intenso, e stanchezza e insonnia siano più incisive. Per questo uno degli approcci terapeutici proposti per la fibromialgia si basa su farmaci anti-depressivi. È anche possibile che i mediatori del dolore a livello cerebrale siano, almeno in parte, responsabili anche dell’umore».

È possibile guarire dalla fibromialgia?

«Le terapie che abbiamo a disposizione oggi per curare la fibromialgia purtroppo permettono solo di controllare, e spesso solo in parte, il dolore e gli altri sintomi correlati. In attesa che vengano scoperte cure in grado di guarire del tutto questa malattia, seguendo anche le indicazioni dell’Associazione Americana sulla Fibromialgia, il medico deve seguire il paziente con continuità, attraverso controlli programmati e ravvicinati, così che il paziente possa essere rassicurato sul fatto che la sua malattia non sta comportando lesioni a organi o apparati. Più infomazioni il paziente riceverà, più cercherà e sarà in grado di adattarsi alla malattia, e potrà così condividere con il medico l’approccio terapeutico più adatto. La condizione ideale per migliorare la prognosi».