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Tumore alla vescica – Percorso terapeutico


In Humanitas Gavazzeni il tumore alla vescica viene affrontato attraverso un approccio multidisciplinare che integra competenze urologiche, oncologiche, radiologiche, anatomopatologiche, di medicina nucleare e radioterapiche, in linea con il profilo clinico e biologico di ogni paziente, con l’obiettivo di offrire allo stesso paziente un percorso assistenziale completo e personalizzato, che coniuga rigore scientifico, innovazione tecnologica e attenzione alla qualità di vita.

Nel trattamento della neoplasia vescicale non muscolo-invasiva (NMIBC) l’obiettivo primario è la preservazione della vescica attraverso terapie locali mirate. La scelta del trattamento si basa sul grado di rischio di progressione e recidiva:

  • BCG (Bacillo di Calmette-Guérin): considerato il trattamento di riferimento per le neoplasie non muscolo-invasive di alto grado e per il carcinoma in situ. Agisce stimolando una risposta immunitaria locale a livello della mucosa vescicale. È generalmente somministrato secondo uno schema di induzione (6 settimane consecutive) seguito da cicli di mantenimento
  • Mitomicina C: chemioterapico endovescicale ad azione citotossica, indicato per i tumori a basso e intermedio rischio. Può essere somministrato anche in modalità “one-shot” entro le 24 ore successive alla resezione endoscopica per ridurre il rischio di recidiva locale, oppure in cicli settimanali o mensili per trattamenti di induzione e mantenimento.

Terapie Device-Assisted

Tra le tecnologie avanzate a supporto della terapia endovescicale, un ruolo rilevante è svolto dalle metodiche device-assisted, che migliorano l’efficacia del trattamento farmacologico aumentandone la penetrazione e la biodisponibilità:

  • EMDA® (Electromotive Drug Administration): consiste nella somministrazione di Mitomicina C in combinazione con una corrente elettrica a bassa intensità, che facilita il trasporto del farmaco attraverso la mucosa vescicale.
    Questa tecnica si è dimostrata utile in diverse situazioni cliniche, in particolare come terapia di salvataggio nei pazienti ad alto rischio con controindicazioni al BCG o refrattari a precedenti trattamenti.

Studi clinici ne confermano l’efficacia nel ridurre le recidive e prolungare i tempi alla progressione. Inoltre, la tollerabilità è generalmente buona, con un profilo di effetti collaterali accettabile, rendendola un’opzione strategica in pazienti fragili o selezionati.

Terapia Trimodale e preservazione della vescica

La terapia trimodale (TMT) rappresenta una possibile alternativa conservativa alla cistectomia radicale in pazienti accuratamente selezionati con carcinoma uroteliale della vescicale muscolo-invasivo. La scelta di questo approccio avviene esclusivamente dopo valutazione collegiale multidisciplinare, e solo quanto siano soddisfatti alcuni criteri clinici, radiologici, funzionali.

La terapia trimodale prevede l’associazione di:

  • resezione endoscopica completa della neoplasia (TURB)
  • radioterapia a fasci esterni con tecnica conformazionale o a intensità modulata (IMRT)
  • chemioterapia concomitante con funzione radiosensibilizzante.

Questa strategia è indicata nei casi in cui la neoplasia sia unifocale, completamente resecabile, senza idronefrosi né coinvolgimento del collo vescicale. Tuttavia, non rappresenta l’approccio standard e va considerata in modo selettivo, tenendo conto delle preferenze del paziente e della fattibilità clinica.

Il follow-up clinico e strumentale deve essere rigoroso per garantire l’efficacia del trattamento e identificare precocemente eventuali recidive o progressioni.

Trattamento chirurgico del tumore muscolo-invasivo

La cistectomia radicale robot-assistita rappresenta il trattamento standard per i tumori della vescica muscolo-invasivi o per le forme ad alto rischio refrattarie ai trattamenti conservativi. È un intervento complesso che viene eseguito nell’ambito del programma Robotic Cystectomy in Humanitas Gavazzeni, gestito da una Bladder Unit multidisciplinare, che garantisce valutazione integrata, pianificazione personalizzata e follow-up strutturato.

Grazie all’utilizzo del sistema robotico e alla consolidata esperienza dell’équipe chirurgica, il paziente beneficia di un intervento altamente preciso e mini-invasivo, con vantaggi documentati sia in termini oncologici che funzionali.

Dopo la cistectomia radicale, la scelta del tipo di derivazione urinaria è parte integrante della strategia terapeutica personalizzata. La decisione viene presa all’interno del team multidisciplinare, valutando le condizioni cliniche, l’età, le comorbidità e le preferenze del paziente.

Neovescica intracorporea

Consiste nella creazione di una nuova vescica utilizzando un segmento di intestino (ileo), che viene modellato e anastomizzato all’uretra, permettendo al paziente di urinare per via naturale, senza l’uso di dispositivi esterni.
Questo approccio, che viene eseguito completamente per via robotica intracorporea, è indicato in pazienti selezionati e garantisce:

  • preservazione della minzione per via naturale, evitando urostomie e sacche esterne
  • miglior qualità di vita, soprattutto nei soggetti attivi e socialmente autonomi

Derivazione urinaria tipo Bricker

Prevede l’uso di un’ansa ileale per convogliare l’urina direttamente alla cute addominale, dove viene posizionato un sacchetto di raccolta esterno (urostomia).

Questa tecnica è indicata nei casi in cui la ricostruzione della neovescica non sia possibile o sia sconsigliata (es. età avanzata, comorbidità significative, funzione renale o sfinterica compromessa). Rappresenta una soluzione sicura, efficace e meno complessa dal punto di vista tecnico e funzionale.

I vantaggi dell’approccio robotico

I principali vantaggi dell’approccio robotico includono:

  • mininvasività, con riduzione del dolore post-operatorio e del sanguinamento
  • tempi di degenza ridotti, con una ripresa più veloce delle attività quotidiane
  • maggiore precisione chirurgica, con dissezione accurata delle strutture pelviche
  • minore rischio di complicanze post-operatorie rispetto alla chirurgia open
  • possibilità di preservazione della funzione sessuale, grazie a tecniche raffinate di dissezione neurovascolare nell’uomo e nella donna.
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