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Malattie infiammatorie croniche intestinali, un nuovo Ambulatorio

Malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa sono le più diffuse tra le malattie infiammatorie croniche intestinali che colpiscono oltre 5 milioni di persone in tutto il mondo. In Italia sono circa 200.000 le persone affette da queste patologie, purtroppo in crescita. Negli ultimi 10 anni la diagnosi di nuovi casi e il numero di ammalati sono aumentati di circa 20 volte.

La malattia di Crohn in particolare è subdola perché rischia spesso di essere confusa con la sindrome dell’intestino irritabile. Infatti i sintomi sono quelli di dolore addominale aspecifico, in alcuni casi accompagnato anche da perdita di peso e da alterazioni del canale intestinale. Per la rettocolite ulcerosa invece i sintomi sono più riconoscibili: diarrea, perdita di sangue nell’evacuazione, perdita di peso.

È pertanto fondamentale di fronte a questi sintomi rivolgersi allo specialista per una visita gastroenterologica che, accompagnata da esami di laboratorio e strumentali, permetta di arrivare a una diagnosi.

Le malattie infiammatorie croniche intestinali, in inglese “IBD” (inflammatory bowel disease) non fanno differenza tra uomini e donne e l’insorgenza ha due picchi: tra i 20 e i 30 anni e attorno ai 70 anni. Come in diverse patologie, anche qui la familiarità è importante: se un familiare di primo grado ne è affetto, i componenti hanno un rischio aumentato di circa 10 volte di avere una malattia infiammatoria cronica intestinale.

«Sul fronte della cura, si utilizzano farmaci diversi, e variano a seconda della severità della malattia – spiega il dottor Silvio Danese, responsabile dell’Unità funzionale di Malattie infiammatorie croniche intestinali di Humanitas Gavazzeni e coordinatore dell’Ambulatorio per le malattie infiammatorie croniche intestinali dell’ospedale –. Spesso quando la malattia è lieve, basta semplicemente la mesalazina o cortisonici non sistemici. Al contrario, nei pazienti con malattia moderata o severa può essere necessario l’uso di farmaci immunosoppressori o di nuovissimi farmaci biologici».

Per quanto riguarda l’alimentazione, non ci sono ancora studi che permettano di dare risposte chiare. «La raccomandazione che diamo ai nostri pazienti – aggiunge il dottor Danese – è evitare nelle fasi di diarrea e di acuzie le fibre, mentre qualsiasi alimento tollerato può essere introdotto con la dieta».