Nonostante le cure siano sempre più mirate e i progressi registrati dalla medicina siano sempre più evidenti, il numero di diagnosi di tumore al seno – il tumore più impattante sulle donne – è in notevole aumento.
Un controsenso, all’apparenza, che però ha una spiegazione: «Il fatto che il numero di diagnosi di tumore al seno sia in aumento – spiega il dottor Massimo Grassi, responsabile dell’Unità Operativa di Senologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo – si spiega con l’incidenza sempre maggiore della diagnosi precoce. Tramite le campagne di prevenzione è possibile oggi “scovare” segnali precoci di neoplasie che, prese in fase iniziale, possono essere curate al meglio e con degli ottimi risultati. Per questo motivo abbiamo più casi registrati, ma anche più guarigioni: oggi possiamo parlare di un 90% di sopravvivenza qualora si riesca a intervenire grazie a una diagnosi precoce».
La prevenzione, prima arma contro il tumore al seno
Prevenire il tumore al seno vuol dire iniziare a pensarci fin da un’età molto giovane: «Lo si può fare già a partire dai 20 anni, affiancando una visita senologica alla visita ginecologica di routine – è il consiglio del dottor Grassi –. Un accorgimento da rispettare soprattutto se in famiglia si siano già registrati episodi di tumore alla mammella. Non bisogna dimenticare che circa 3-4 di questi tumori su 10 insorgono in età giovanile (sotto i 45 anni)».
Ogni singolo caso ha le proprie caratteristiche cliniche e biologiche, che devono essere prese in considerazione di fronte a questo tipo di tumore. «Nei confronti di questo tipo di neoplasia – sottolinea il chirurgo senologo di Humanitas Gavazzeni – si procede con un approccio multidisciplinare. Interessati alla cura di un tumore al seno non sono solo i senologhi, ma anche gli oncologi, gli specialisti di anatomia patologica, di chirurgia senologica, di chirurgia plastica, di fisiatria, di psicologia, i radiologi o i radioterapisti. Se il percorso diagnostico viene impostato con l’apporto di tutti, non si potrà che avere un reale beneficio per le pazienti».