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Protesi di ginocchio, in aiuto viene la tecnologia robotica

La tecnologia robotica negli interventi di protesica di ginocchio è diventata un’alleata anche delle équipe di ortopedia in Humanitas Gavazzeni permettendo interventi sempre più personalizzati, mini invasivi e realizzati con precisione micrometrica sfruttando le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale.

Approfondisce i benefici per i pazienti del robot in “camice bianco” che affianca il chirurgo ortopedico durante l’intervento, il dottor Alessio Biazzo, chirurgo ortopedico dell’équipe di  Chirurgia di anca e ginocchio diretta dal dottor Augusto Palermo di Humanitas Gavazzeni, che, per la prima volta in Lombardia, grazie all’utilizzo della tecnologia robotica è stato in grado di realizzare un intervento di impianto di protesi totale di ginocchio salvando entrambi i legamenti crociati.

Dottor Biazzo, come si manifesta l’artrosi al ginocchio?

“L’artrosi non solo del ginocchio, ma di tutte le articolazioni, consiste nell’usura della cartilagine che riveste le ossa a livello articolare e ne consente lo scorrimento”.

Perché si presenta?

“Non è dovuta solo all’età, tanto è vero che ne soffrono anche i pazienti giovani. I pazienti con età avanzata sono affetti da quella che viene definita ‘artrosi primaria’ dovuta ai micro traumi e micro movimenti ripetuti. I pazienti giovani, invece, che hanno avuto di fratture o incidenti stradali o sono soggetti di patologie predisponenti, possono soffrire di artrosi in giovane età, anche sotto i 50 anni o meno”.

Si può parlare di familiarità?

“C’è sicuramente una componente ereditaria. Ma, nella maggior parte dei casi, è dovuta ad un mix di peso corporeo eccessivo, sedentarietà e attività lavorativa pesante”.

Quando è necessario un intervento?

“Sicuramente quando il dolore è molto acuto e la qualità di vita del paziente è peggiorata, tanto da non riuscire più a fare quello che faceva prima. Ovviamente cambia a seconda del caso clinico. L’operazione consiste nel rivestire le ossa che sono consumate e non hanno più la cartilagine con delle superfici di metallo, in titano, in particolare”.

Tutti possono essere operati con la tecnologia robotica?

“Tutti senza distinzione. Ci sono tanti tipi di robot. Quello che stiamo usando noi in Humanitas Gavazzeni è un robot che ci aiuta a pianificare l’intervento con immagini in 3D direttamente proiettate in sala operatoria. Questo ci permette di stabilire il tipo, la dimensione e la taglia della protesi il più possibile personalizzata per il paziente, posizionandola con una precisione millimetrica”.

Dopo l’intervento di può tornare alla vita di prima?

“Sicuramente. Attenzione però allo sport. Indipendentemente dalla tecnica in cui viene fatto l’intervento è importante ricordare che alcuni sport non sono adatti. Come, assolutamente, gli sport da contatto, ad esempio le arti marziali e il calcio, perché il rischio è di consumare prima la protesi”.

Specialista in Ortopedia e Traumatologia