COME TI POSSIAMO AIUTARE?

CENTRALINO

035.4204111

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

PRENOTAZIONI

Prenotazioni telefoniche SSN
035.4204300
Prenotazioni telefoniche Private
035.4204500

LINEE DEDICATE

Diagnostica per Immagini
035.4204001
Fondi e Assicurazioni
035.4204400
Humanitas Medical Care Bergamo
035.0747000

L’occhio, la nostra macchina fotografica

Si forma a partire dalla seconda settimana di gestazione e impara a vedere già prima della nascita. L’occhio umano è un organo molto complesso e pochi alri mammiferi hanno un apparato visivo strutturato come il nostro.

L’uomo infatti può distinguere anche piccole variazioni di forma, colore, luminosità e distanza, a differenza di alcune specie in grado di differenziare solo la luce dal buio. Grazie alla vista, l’uomo percepisce il mondo intorno a sé in tutte le sue sfumature e nel corso dei secoli, partendo da questa esperienza, è riuscito creare uno strumento per immortalare l’immagine di ciò che lo circonda: la macchina fotografica. Occhio e macchina fotografica, per questo, sono più simili di quanto si pensi.

Occhio e macchina fotografica a confronto

La macchina fotografica è creata a immagine e somiglianza proprio dell’occhio umano: un complesso sistema di lenti che riproduce il meccanismo dell’occhio.

«È possibile collegare ogni elemento anatomico del nostro apparato visivo a un componente di una reflex – dice Mario Romano, responsabile del Centro Oculistico di Humanitas Gavazzeni Bergamo e professore di Humanitas University –. Così, se la cornea corrisponde alla prima lente della macchina fotografica e la palpebra all’otturatore, il nervo ottico funziona invece da cavo di connessione».

Messa a fuoco, una questione di lenti

Osserviamo il mondo intorno a noi e, a meno che non si soffra di disturbi refrattivi come miopia o astigmatismo, tutto ciò che vediamo ci appare nitido e perfettamente inquadrato, a fuoco. Quest’azione avviene naturalmente nell’occhio umano, mentre in una macchina fotografica dipende da un complesso ingranaggio. In entrambi i casi, tuttavia, è una questione di lenti.

Nelle macchine fotografiche digitali, così come nelle fotocamere di smartphone e altri supporti tecnologici, esiste un sistema di messa a fuoco automatico, l’autofocus, che rende nitida l’immagine senza che l’utilizzatore debba preoccuparsi di impostare altro. In molti modelli professionali e semiprofessionali sono presenti sia l’autofocus sia la messa a fuoco manuale.

«A comandare tutto è una vite – spiega Gianfranco Rota, fotografo –. Quando si deve mettere a fuoco un’immagine manualmente si ruota la ghiera del’obiettivo e così, tramite una vite, si varia la distanza tra le lenti finché l’immagine non risulta nitida».

Nell’occhio umano, allo stesso modo, la messa a fuoco deriva dalla complessa sincronizzazione di vari elementi in base alla distanza a cui è posto l’oggetto da inquadrare. «Grazie al fenomeno dell’accomodazione – aggiunge il professor Romano – l’occhio è in grado di rendere nitidi oggetti posti a distanze differenti, regolando il grado di curvatura del cristallino. Per oggetti vicini, il cristallino deve incurvarsi, per oggetti lontani deve appiattirsi. A disciplinare questo movimento sono il muscolo ciliare e il legamento sospensore del cristallino».

L’immagine sottosopra

Proprio come accade in una camera oscura, anche nell’occhio i raggi che passano attraverso il forame pupillare fanno sì che l’immagine esterna venga proiettata capovolta sul fondo dell’occhio, ossia sulla retina. L’immagine prodotta è quindi il risultato degli stimoli che arrivano alla retina (paragonabile alla vecchia pellicola della macchina fotografica), che vengono trasmessi e rielaborati dal nervo ottico al cervello.

Le principali corrispondenze occhio-macchina fotografica

Palpebra – Otturatore

Le pelpebre chiuse non lasciano filtrare la luce. Allo stesso modo l’otturatore oscura totalmente l’obiettivo della macchina fotografica.

Cornea – Lente esterna

Nell’occhio la cornea è la lente più esterna e ha grande potere diottrico. Quando subisce dei traumi, la visione può essere compromessa perché la luce fatica ad arrivare alla retina, lo strato più profondo dell’occhio.

Iride e pupilla – Diaframma

Questi elementi hanno la funzione di regolare la quantità di luce che entra nell’occhio o nell’obiettivo (nel caso della macchina).

Cristallino – Seconda lente

Qui avviene la messa a fuoco dell’immagine.

Retina – Sensore

La retina è il nostro sensore naturale, che converte il segnale luminoso in un segnale elettrico da trasmettere al cervello.

Nervo ottico – Cavo di connessione

Entrambi elaborano l’immagine e la trasferiscono rispettivamente al cervello o al supporto esterno della macchina fotografica.