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Ho la testa che mi scoppia!

Il mal di testa è sicuramente fra i più frequenti disturbi che spingono le persone a farsi visitare dai medici curanti. Questo disturbo rappresenta una patologia in grado di rendere insopportabile la vita di molti con un conseguente grande indice di disabilità. Se si considerano le percentuali, si può ben osservare che tra le donne circa il 90% soffre di cefalea con una certa frequenza e ne ha subito un attacco almeno una volta nell’ultimo anno. Per il sesso maschile la percentuale è un po’ più bassa e si avvicina all’80%.

L’emicrania è una delle forme più frequenti di cefalea. Si tratta di una forma cosiddetta “primaria” di mal di testa, non collegata a un danno d’organo (le altre sono la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo). Scopriamo insieme alla dottoressa Paola Merlo, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo di che cosa si tratta.

Che cosa si intende con emicrania?

«L’emicrania è considerata un “disordine neurologico episodico spesso familiare caratterizzato da attacchi ricorrenti di cefalea, ampiamente variabili in termini di durata, frequenza e intensità”. Il dolore, in genere unilaterale, a carattere pulsante, può associarsi a disturbi motori, visivi, sensitivi, vegetativi, dell’umore e/o del comportamento. L’emicrania colpisce il 17% delle donne e il 5% degli uomini. La preponderanza nel sesso femminile è stata attribuita a una possibile influenza a livello ormonale. La prevalenza dell’emicrania senza aura è pari al 10-15%, mentre quella dell’emicrania con aura è dell’8%. Il tasso di prevalenza tende tuttavia a diminuire dopo i 50 anni di età, soprattutto in rapporto alla diminuzione percentuale delle forme primarie».

Come vengono distinti i vari tipi di emicrania da altre forme di cefalee ?

«A livello internazionale, il riferimento o standard diagnostico unanimemente accettato è attualmente rappresentato dalla Classificazione ICHD II (International Classification of Headache Disorders dell’International Headache Society 2003/4). È anche fondamentale distinguere fra le forme primarie e le forme secondarie che sono conseguenza di patologie organiche».

Vediamole nel dettaglio. Cominciamo dall’emicrania senza aura.

«L’emicrania senza aura è una cefalea idiopatica (senza danno d’organo) che si manifesta con attacchi ricorrenti della durata di 4-72 ore. Sue caratteristiche sono la comparsa di dolore pulsante, a localizzazione unilaterale, di moderata intensità o severa, associato a nausea, vomito, fonofobia e fotofobia (intolleranza al rumore e alla luce) e da un peggioramento della sintomatologia nel corso dell’attività fisica».

Quali sono le differenze rispetto all’emicrania con aura?

«L’emicrania con aura – in passato definita come emicrania classica, o oftalmica, o accompagnata o complicata – è un disturbo idiopatico ricorrente, che si caratterizza per la presenza di sintomi neurologici focali (deficit del movimento e della sensibilità, disturbi del linguaggio e della vista, ecc.) della durata di circa 5-20 minuti (mai più di 60 minuti). In questo caso, pertanto, vi è la cosiddetta aura, cioè il preavviso della crisi di emicrania. La cefalea, la nausea e/o la fotofobia seguono in genere i sintomi neurologici caratteristici dell’aura, immediatamente o dopo un breve intervallo libero inferiore a un’ora. Talvolta l’aura può manifestarsi a una fase dolorosa già avanzata. La cefalea solitamente dura 4-72 ore, ma può anche essere del tutto assente».

Che caratteristiche hanno le persone colpite da emicrania con aura?

«I pazienti che soffrono di emicrania con aura sono in media meno giovani rispetto a quelli della forma senza aura. Meno di frequente hanno un’anamnesi familiare positiva per cefalea e, spesso, nelle donne, questa forma esordisce durante la fase della gravidanza».