Diverse patologie che colpiscono le gambe coinvolgono il sistema circolatorio. Tra le patologie vascolari degli arti inferiori, che fanno parte del gruppo delle patologie cardiovascolari, la più diffusa è l’insufficienza venosa cronica, che colpisce prevalentemente le donne, circa il 20-30%.
Si presenta sotto diverse forme che vanno da piccoli problemi estetici come la comparsa di qualche capillare a situazioni patologiche come le varici o più invalidanti come le “lipodermatosclerosi” (affezioni della cute e del sottocute) fino ad arrivare alle forme più gravi con la comparsa di ulcere venose cutanee e tromboflebiti.
Ne parliamo con il dottor Giovanni Esposito, chirurgo vascolare e responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia vascolare di Humanitas Gavazzeni.
Dottore, quali sono le cause dell’insufficienza venosa cronica?
«Le cause possono essere dovute a vari fattori: possono essere congeniti o ereditari, patologie preesistenti come precedenti tromboflebiti oppure episodi di trombosi venosa profonda, incidenti o traumi alle gambe, ipertensione. Ci sono poi fattori legati al sesso e all’età: le donne, ad esempio, sono a maggior rischio, soprattutto durante la menopausa o la gravidanza per alterazioni ormonali. Anche i comportamenti quotidiani incidono: alimentazione scorretta, sedentarietà, svolgere lavori che richiedono lunghi periodi da seduti o in piedi, un uso precoce della pillola anticoncezionale o l’assunzione di una terapia ormonale sostitutiva».
Quali sono i sintomi da tenere sotto controllo?
«I sintomi tipici dell’insufficienza venosa degli arti inferiori sono: edemi degli arti inferiori, vale a dire gonfiore alle gambe; sensazione di gambe stanche e pesanti; dolenzia e sensazione di fastidio nella posizione eretta statica e prolungata; parestesie (cioè alterazione della sensibilità, generalmente con sensazione di calore diffuso o localizzato); irrequietezza degli arti durante il riposo a letto (la cosiddetta “sindrome delle gambe senza riposo”); varici tronculari e varici intradermiche (i cosiddetti “capillari”); discromie cutanee (pigmentazioni diffuse o localizzate e livello delle caviglie o del piede); ulcere cutanee, flebiti e tromboflebiti».
Come si interviene?
«Il tipo di trattamento dipende fondamentale dal grado di malattia e può essere di tipo elastocompressivo, farmacologico o chirurgico».
Si può parlare di prevenzione?
«La prevenzione delle vene varicose passa attraverso la correzione dei fattori di rischio. Fondamentale è un attento controllo del peso corporeo, una corretta e costante attività fisica, evitare di praticare sport con eccessivo impegno degli arti inferiori (come il tennis e il jogging) privilegiando attività con impegno moderato, come passeggiate e nuoto. Evitare posture scorrette (lunghi periodi seduti o in piedi fermi). Utilizzare, in caso di familiarità, calze elastiche preventive (70-140 denari). Le varici si possono prevenire anche con uno stile di vita corretto, specie a tavola, privilegiando un’alimentazione ricca di frutta e verdura che, oltre a favorire il controllo del peso, fornisce anche vitamine e bioflavonoidi ad azione antiossidante che preservano l’integrità dei vasi».
Ci sono rimedi naturali che possono avere effetti benefici?
«Sì, ce ne sono alcuni utili per ridurre i sintomi e migliorare il trofismo venoso, come applicare sulla pelle delle gambe creme o impacchi formulati con principi attivi naturali con azione protettiva e capillarotropa: rusco o pungitopo con proprietà anti – infiammatorie, antiedemigene e vaso – protettive; vite rossa con proprietà flebotoniche, capillaroprotettive, antiossidanti e antiflogistiche; ippocastano con proprietà capillarotropa e antinfiammatoria che aumenta la resistenza capillare, riduce la permeabilità e favorisce il drenaggio linfatico; centella asiatica con proprietà flebotoniche, che stimolano il microcircolo».
Testo tratto dall’articolo dal titolo” Dieta, peso e sport contro le vene varicose” pubblicato dalla rivista “Il Salvagente” di maggio 2022