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Giornata mondiale del diabete, quando il Covid incide sulla malattia

In Italia ogni anno si registrano 280mila nuove diagnosi di diabete e nella Bergamasca in vent’anni i casi sono raddoppiati, passando dai 30mila dei primi anni Duemila agli oltre 65mila del 2022.

Sulla gestione della patologia diabetica, il Covid ha inciso molto sia per le persone già malate che hanno dovuto rinviare i controlli, sia per i nuovi casi, individuati in ritardo per il difficile accesso ai servizi sanitari; e tra i giovani sono aumentate le diagnosi di diabete di tipo 1 correlato a particolari condizioni cliniche scatenate proprio dal virus.

La prevenzione quindi diventa fondamentale, così come la diagnosi precoce.

Cosa fare contro questa malattia che può causare danni a tutti gli organi e può portare a gravi complicanze agli occhi così come ai reni, al sistema circolatorio e agli arti? Ne parliamo con il dottor Antonio Carlo Bossi, responsabile della Diabetologia di Humanitas Gavazzeni, in occasione della Giornata mondiale del diabete del 14 novembre.

Dottor Bossi, che legame c’è tra il Covid e l’incremento dei diabetici?

“Nell’aumento dei casi durante la pandemia ha influito il cambio delle abitudini causato dalle restrizioni: la minore possibilità di fare attività fisica dovuta ai vari lockdown, l’iperalimentazione e lo stress psicofisico. Sono tutte condizioni che hanno avuto attività su quella forma di intolleranza agli zuccheri chiamata ‘pre-diabete’ e possono aver generato un aumento dei casi di diabete tipo 2, spesso diagnosticati tardivamente a causa dell’affollamento degli ambulatori medici alle prese con la pandemia. È descritto, però, anche un eccesso di casi di diabete tipo 1 per le complesse interazioni tra il virus e il nostro organismo”.

Quindi può aver influito anche lo stress da virus?

“Sì, perché esiste un’iperglicemia da stress. Tutte le malattie, compreso il Covid, causano un aumento più o meno marcato della glicemia per la liberazione di grandi quantità di “citochine”. Questa condizione porta a una resistenza dell’insulina a livello periferico: l’insulina non riesce a svolgere le sue funzioni su fegato, tessuto adiposo e muscolare. Oltre allo stress, hanno anche influito le terapie anti-infiammatorie”.

In che modo?

“I pazienti con forme gravi di Covid sono stati trattati, a domicilio e in ospedale, con dosi di cortisone molto elevato che aumenta la possibilità di formazione di diabete secondario. Inoltre, è ancora in fase di studio l’alterazione che il virus può determinare a livello delle beta cellule del pancreas e dal punto di vista immunitario”.

Quali terapie abbiamo oggi contro il diabete?

“Molte dal punto di vista farmacologico, grazie ai notevoli cambiamenti e alle innovazioni che, negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha messo a disposizione per una cura sempre più personalizzata della malattia. Nuove classi farmacologiche, tecnologie sempre più sofisticate (come sensori per la rivelazione della glicemia), hanno dimostrato efficacia nel controllo glicemico senza particolari rischi aggiuntivi. Tuttavia, soprattutto per il diabete di tipo 2 che colpisce in particolare le persone più avanti negli anni, è importantissimo che non ci si limiti a un approccio terapeutico solo legato ai farmaci”.

Vale a dire?

“Deve diventare centrale per la cura una presa in carico che preveda la condivisione con il paziente anche di un programma alimentare elaborato ad hoc da un nutrizionista, e un piano di fitness con schemi personalizzati per un’attività motoria costante – circa 30 minuti al giorno di passeggiata ad esempio – che aiuti a tenere sotto controllo la glicemia. Un’azione che abbiamo intrapreso in Humanitas Gavazzeni dove l’apporto di una nutrizionista e i consigli legati all’attività fisica sono diventati un ausilio fondamentale soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, contribuendo anche all’efficacia dei farmaci che hanno un ruolo cardine nel rallentare l’avanzare dei danni”.

In occasione della giornata mondiale del diabete, Humanitas Gavazzeni ha organizzato un incontro il 19 novembre

“Sì, con il patrocinio di Ordine dei Medici Chirurghi e  Odontoiatri della provincia di Bergamo,  ATS Bergamo, Humanitas University e Società Italiana di Diabetologia, abbiamo organizzato il 19 novembre un incontro di formazione dal titolo “Giornata mondiale del diabete. Accesso alla cura migliore per il diabete: se non ora, quando?”. Interverranno come relatori diversi specialisti per affrontare alcune problematiche pratiche nel trattamento della malattia, indagare campi innovativi, approfondire le nuove cure a disposizione e stimolare un approccio terapeutico sempre più multidisciplinare. L’appuntamento (riservato a medici di medicina generale e specialisti) è quindi sabato 19 novembre dalle ore 8.30 alle ore 12.30 in Humanitas Gavazzeni, auditorium di Villa Elios. L’incontro è gratuito e accreditato ECM con prenotazione obbligatoria sul sito www.humanitasedu.it oppure telefonando al numero 0354204787”.

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