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Essere fragili. Nella cura l’importanza dell’infermiere case manager

In un’epoca di significativi progressi tecnologici e aumento dell’aspettativa di vita, ci si deve confrontare con difficoltà nel fornire il trattamento più appropriato a pazienti sempre più complessi. Persone anziane con plurime comorbilità e cardiopatia in fase avanzata, richiedono un’accurata valutazione prima di essere candidate e sottoposte a procedure
invasive di cardiochirurgia, di cardiologia interventistica percutanea e di elettrofisiologia.

La gestione del paziente è importante quindi che diventi multidimensionale, integrando aspetti quali la fragilità,
il profilo cognitivo, l’autonomia funzionale, l’aspettativa di vita oltre all’indicazione terapeutica cardiovascolare.

La parola fragilità deriva dal verbo latino «frangere» che significa rompere o rompersi ed indica una condizione di debolezza. In medicina con fragilità si intende una condizione per cui c’è una ridotta «riserva funzionale», cioè una minor capacità del corpo a rispondere e reagire agli stress di varia natura, tra cui anche le procedure invasive.

Nel valutare la candidatura ad una procedura invasiva, risulta dunque cruciale considerare non solo i rischi tecnici della procedura stessa, ma anche le condizioni globali del paziente. In questo intricato contesto si inserisce la figura dell’Infermiere Case Manager (ICM) Cardiovascolare che, in stretta collaborazione con Cardiologici clinici, Cardiochirurghi, Cardiologi emodinamisti/elettrofisiologi, Chirurghi Vascolari e Cardio-anestesisti, prende in carico
il paziente, garantendo la valutazione della fragilità tramite scale validate in ambito cardiovascolare e sviluppa con il team un percorso di cura personalizzato e condiviso con il paziente.

Queste scale di valutazione della fragilità rendono possibile un’analisi a 360° del paziente, integrando aspetti cognitivi/neurologici, esami ematochimici, livello nutrizionale, autonomia nelle attività quotidiane, aspetti psicosociali e permettono di misurare oggettivamente il rischio/beneficio legato ad una determinata procedura. Fondamentale in questo contesto è la comunicazione dell’infermiere Case Manager con il malato ed i suoi famigliari, instaurando un rapporto di fiducia/affiliazione, rendendoli parte attiva delle decisioni terapeutiche.

L’attuale indirizzo consiste perciò nel porre al centro della pratica clinica il «malato» con i suoi bisogni, anziché la «malattia». Concludendo possiamo affermare che l’infermiere case manager cardiovascolare è la figura di riferimento nel processo che mira a raggiungere un equilibrio tra procedure invasive innovative e la fragilità del paziente.

Testo tratto dall’articolo pubblicato da Eco di Bergamo dal titolo “L’infermiere case manager cardiovascolare contro le fragilità” a cura di Mauro Zanchi e dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bergamo del 9 luglio 2023

Nurse on social – Con gli infermieri, i gesti di cura diventano social

Nurse on social è una piattaforma web e social che raccoglie in video pillole consigli di salute e gesti di cura spiegati da infermiere e infermieri degli ospedali e centri medici di Humanitas di tutto il territorio italiano. Obiettivi: diffondere la cultura della salute e valorizzare la professione infermieristica.

Clicca qui per vedere le vedere le video- pillole.