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Esposizione della pelle al freddo, quali le conseguenze?

In queste ultime settimane le temperature sono scese e la nostra pelle ne sta avvertendo le conseguenze. Ne parliamo con la dottoressa Marzia Baldi, responsabile degli Ambulatori di Dermatologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.

Dottoressa Baldi, che cosa succede alla nostra pelle quando si trova esposta al freddo?

«Una pelle molto esposta agli agenti esterni come freddo e vento, tende ad assottigliare il film idrolipidico cutaneo e quindi a diventare secca, ruvida e screpolata. Situazioni che il più delle volte si traducono nella comparsa di fastidiosi sintomi, tra cui il primo è il prurito».

Quali conseguenze può avere questa diversa condizione della pelle?

«La pelle secca di solito è più sensibile, e potrebbe dare reazioni quando entra in contatto con detergenti aggressivi come gli stessi gel idroalcolici, saponi o prodotti cosmetici non adatti. Quando la superficie della pelle viene danneggiata, allergeni, irritanti, agenti inquinanti e microorganismi possono penetrare più facilmente».

Quali precauzioni dobbiamo osservare per salvaguardare la salute della nostra pelle?

«Dobbiamo seguire buone regole quotidiane per la detersione e l’idratazione, prima di tutto evitando prodotti per la pelle – come profumi e coloranti per capelli – che contengano agenti irritanti. In via preventiva sarebbe inoltre utile tenere al caldo la pelle utilizzando guanti, sciarpa e cappello, ricordando che la mascherina aiuta a riparare la zona delle labbra e del naso. Utile poi può essere indossare abiti di tessuti naturali come cotone e/o cashmere, anche sovrapposti, e cercare di bere liquidi a sufficienza, perché l’idratazione della pelle è importante anche nella stagione invernale».

Perché è importante idratare la pelle anche d’inverno?

«Perché aiuta a ripristinare la funzione barriera della pelle, cioè la sua capacità di proteggere l’organismo dall’aggressione di agenti esterni. Per aiutare questa funzione possono essere utilizzati principi attivi come l’urea e il lattato che aiutano a legare l’acqua nello strato superiore della pelle o le ceramidi che aiutano a ripristinare la barriera lipidica».

I geloni esistono ancora?

«Sì, certo. I geloni sono lesioni localizzate e reversibili che colpiscono i tessuti molli quando c’è esposizione a un freddo particolarmente intenso. Nella sostanza, si tratta di una reazione abnorme del microcircolo periferico che si manifesta come una dolorosa infiammazione. I geloni colpiscono in particolare le estremità del corpo, come i lobi delle orecchie, il naso, le dita dei piedi e quelle delle mani. I sintomi dei geloni compaiono, in genere, poco tempo dopo l’esposizione al freddo e peggiorano se la persona che ne è stata colpita entra in un ambiente caldo».

La pelle dei bambini reagisce al freddo come quella degli adulti?

«Bisogna prestare grande attenzione alla pelle dei bambini, perché è più sensibile di quella degli adulti: anche se ha lo stesso numero di strati questi sono molto più sottili e anche le ghiandole sudoripare e sebacee sono meno attive. Per questo il film idrolipidico è più debole e i meccanismi di autoprotezione sono meno sviluppati. Ciò comporta che le sostanze aggressive eventualmente utilizzate penetrino negli strati più profondi della pelle».

Esiste una correlazione tra pelle e COVID-19?

«Nello specifico, ad oggi esistono studi scientifici che stanno valutando l’interazione pelle/Covid-Sars 2, ma siano ancora in attesa di risultati che possano essere considerati significativamente validi».

Specialista in Dermatologia e Venerologia