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Epilessia, guarire si può

In Italia ne sono colpite circa 600mila persone, soprattutto giovani. Ma le cure farmacologiche e chirurgiche oggi a disposizone permettono di guarire il 60% dei casi.

L’epilessia, disturbo che riguarda il sistema nervoso centrale, è una malattia molto diffusa, più di quanto si pensi. In Italia ne è interessato quasi l’1% dell’intera popolazione, circa 600mila persone tra cui, soprattutto, giovani in età evolutiva.

Numeri impressionanti, che però sono mitigati dal fatto che, oggi, l’epilessia può essere curata e, in molti casi, guarita, come ci spiega la dottoressa Paola Merlo, Responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia nel cui ambito è operativo un Ambulatorio dedicato all’Epilessia, di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

«Sì, oggi l’epilessia può essere curata nell’80% dei casi e può essere guarita sei volte su dieci. I più colpiti dall’epilessia sono i giovani perché questa malattia si sviluppa soprattutto in età giovanile e poi tende a scomparire nel corso della vita, proprio grazie alle cure sempre più efficaci di cui disponiamo. Purtroppo le cause dell’epilessia spesso sono sconosciute, per cui è quasi impossibile prevenirla. Per questo motivo è importante che la persona interessata si sottoponga, sin dalle prime avvisaglie, a una visita neurologica e a esami specifici che consentano di individuare i trattamenti che possano frenare eventuali sviluppi della malattia».

Esistono varie forme di epilessia

La cosa più importante da fare, per poter impostare una cura specifica, è stabilire con precisione a quale forma di epilessia ci si trovi davanti. Esistono varie forme di questa malattia, sottolinea la dottoressa Merlo: «Il termine epilessia in effetti è un termine generico, che indica una numerosa serie di tipologie cliniche. Si parla di “grande male”, “piccolo male”, epilessia focale, epilessia parziale, epilessia criptogenetica… Ogni forma richiede soluzioni terapeutiche differenti – farmacologiche o chirurgiche – che variano anche in base al fatto che l’epilessia sia una vera e propria malattia o piuttosto dipenda da altre patologie, rientrando nel novero delle cosiddette epilessie secondarie».

Sintomi evidenti ma anche nascosti

Quelli che restano costanti, parlando di epilessia, sono i sintomi. Che però possono avere varia natura: «Accanto a quelli più evidenti che tutti riconosciamo – aggiunge la neurologa di Humanitas Gavazzeni –, come le crisi epilettiche che comportano una perdita di conoscenza accompagnata da caduta a terra, bava alla bocca e spasmi muscolari intensi, ce ne possono esser altri meno clamorosi come brevi stati confusionali o piccoli movimenti involontari a un arto. L’aspetto comune è che tutti questi sintomi si presentano in modo spontaneo, senza un’apparente causa e in modo ripetitivo. Requisiti che devono essere presi in considerazione quando si tratta di emettere una diagnosi di epilessia».