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Artrodesi intersomatica per via laterale trans-psoas (X-lif)


Che cos’è l’artrodesi intersomatica per via laterale trans-psoas (X-lif)?

L’intervento di artrodesi intersomatica per via laterale trans-psoas (X-lif) costituisce una metodica nuova e innovativa, messa a punto negli Stati Uniti, per sostituire il disco intervertebrale malato con una gabbietta in materiale plastico riempita di osso sintetico. Lo scopo è quello di ottenere la crescita di osso all’interno dello spazio prima occupato dal disco (artrodesi intersomatica) con conseguente fusione dei due corpi vertebrali adiacenti.

vantaggi di questa tecnica chirurgica rispetto ai classici interventi di artrodesi con accesso chirurgico posteriore sono:

  • la mini-invasività, ovvero il disco viene svuotato e sostituito con la gabbietta mediante un piccolo accesso chirurgico effettuato sulla parete laterale dell’addome, attraversando i muscoli superficiali e lo psoas, un grosso muscolo che si trova sulla superficie laterale della colonna vertebrale e che consente di flettere la coscia sul bacino;
  • la possibilità di utilizzare per la sostituzione del disco delle gabbiette di superficie molto ampia, decisamente più grosse rispetto a quelle che si utilizzano comunemente negli interventi posteriori: questo facilita la fusione dei corpi e dà la possibilità al chirurgo di ripristinare una corretta distanza tra le due vertebre e di correggere efficacemente deviazioni anomale della colonna vertebrale (scoliosiipolordosi), ottenendo anche una decompressione delle strutture nervose ospitate all’interno del canale spinale;
  • la notevole limitazione delle perdite di sangue durante l’intervento.

A che cosa serve l’intervento di artrodesi intersomatica per via laterale trans-psoas (X-lif)

Le indicazioni principali dell’intervento di artrodesi intersomatica per via laterale trans-psoas (X-lif) sono molteplici. Qui di seguito ricordiamo le principali:

  • discopatia degenerativa: è una condizione frequente, che si manifesta con il progressivo invecchiamento della colonna. Il disco si disidrata perdendo la sua capacità di ammortizzazione; a questo punto le due vertebre si avvicinano e hanno inizio i fenomeni di artrosi che provocano il progressivo restringimento del canale spinale e dei fori laterali da cui escono le radici nervose (stenosi). Di conseguenza, compaiono sintomi quali lombalgiasciatalgia (dolore irradiato agli arti inferiori) e claudicatio (limitazione dell’autonomia di marcia con necessità di effettuare soste). Talvolta il disco degenerato diventa esso stesso fonte di dolore (lombalgia discogenica) in conseguenza dell’instaurarsi di fenomeni infiammatori, oppure può costituire il primo fenomeno che porta a una scoliosi in età adulta.
  • spondilolistesi: è la condizione in cui una vertebra e il tratto di colonna sopra di essa risultano scivolati rispetto alla vertebra successiva. È suddivisa in IV gradi a seconda dell’entità dello scivolamento, dall’1° (meno grave) al 4° (più grave). Il disallineamento è poco stabile, per cui causa lombalgia e, con il passare del tempo, intrappolamento delle radici nervose con conseguente sciatalgia. Può essere congenita, cioè causata da una malformazione delle articolazioni vertebrali, o acquisita, come conseguenza dell’invecchiamento artrosico della colonna.
  • scoliosi degenerativa: è la deviazione della colonna sul piano frontale. Si instaura una curvatura del tratto lombare della colonna con associata rotazione delle vertebre all’apice della curva. Solitamente inizia con la degenerazione dei dischi vertebrali, e nell’età adulta è caratterizzata da una notevole rigidità per fenomeni di artrosi, pertanto sono solitamente più difficili da correggere rispetto a quelle dell’adolescente, che sono più flessibili. La X-lif è una tecnica molto efficace per la correzione delle scoliosi degenerative dell’adulto.

Come si svolge l’intervento di artrodesi intersomatica per via laterale trans-psoas (X-lif)

L’intervento di artrodesi intersomatica per via laterale trans-psoas (X-lif) viene svolto con il paziente sdraiato sul fianco (destro o sinistro a discrezione del chirurgo) e il letto piegato a livello della cresta iliaca (bacino) per ottenere uno spazio di lavoro sufficientemente ampio a livello della parete laterale dell’addome. Vengono utilizzati il monitoraggio elettromiografico continuo e l’amplificatore di brillanza per scattare radiografie intraoperatorie.

Il monitoraggio con elettromiografia (EMG) costituisce un presidio fondamentale per la buona riuscita dell’intervento: all’interno delle fibre del muscolo psoas sono infatti ospitate le radici nervose del plesso lombo-sacrale che garantiscono la contrazione dei muscoli e la sensibilità degli arti inferiori, pertanto l’attraversamento dello stesso per raggiungere il disco da operare avviene sotto monitoraggio continuo per evitare per quanto possibile di danneggiare qualche radice nervosa nel corso delle manovre chirurgiche.

L’amplificatore di brillanza viene utilizzato per seguire il tragitto dei ferri chirurgici all’interno del disco, in modo da completare lo svuotamento dello stesso ed effettuarne la sostituzione con la gabbietta di materiale plastico. Di conseguenza questa è da considerarsi una metodica radioguidata, con conseguente esposizione del paziente a fonti di raggi X, le medesime utilizzate nelle radiografie e nelle TAC effettuate a scopo diagnostico.

Al termine della discectomia (ovvero dell’asportazione del disco) si inserisce una gabbietta di dimensioni consone riempita di osso sintetico (tricalcifosfato + idrossiapatite), che rimarrà in sede organizzando una reazione di fusione tra le due vertebre (artrodesi). Quasi sempre l’intervento chirurgico si compone di un secondo tempo in cui si utilizzano altri dispositivi protesici (viti peduncolari, morsetti interlaminari, viti trans-articolari), solo in casi particolari ci si limita alla gabbietta.