Pubblico attento, curioso, appassionato per l’evento costruito da Humanitas Gavazzeni Bergamo e Italcementi nell’ambito di Bergamoscienza 2016 e svoltosi sabato 8 ottobre presso i.lab Italcementi, Kilometro Rosso.
Al centro di questa iniziativa – costruita per mesi dai due partner e che per il nostro ospedale ha visto protagonisti la dottoressa Marzia Baldi, dermatologa, responsabile degli Ambulatori di Dermatologia, e il dottor Emilio Bombardieri, direttore scientifico della Medicina nucleare – c’erano la pelle e il cemento. Una conferenza con relazioni puntuali, di qualità e di facile comprensione e visite guidate ai laboratori di ricerca i.lab per scoprire i parallelismi tra le caratteristiche della pelle e quelle del cemento.
Alla base di questa originale proposta per BergamoScienza c’è un innovativo progetto che vuole porre un modello di interdisciplinarietà della ricerca su aree diverse delle scienze che, nel caso specifico, partendo dall’integrazione delle conoscenze nell’area della biologia, della chimica, della medicina e dell’ingegneria, conduca a risultati che impattano sul miglioramento dei materiali, degli strumenti di indagine e sulla salute dell’uomo.
Enrico Borgarello – Direttore Innovazione di Prodotto Globale Italcementi – ha aperto la conferenza, al mattino per gli studenti e aperta a tutti nel pomeriggio, spiegando la genesi di questa collaborazione: «Qui in i.lab siamo curiosi. Siamo sempre alla ricerca di qualcosa di innovativo e che, grazie anche a un approccio interdisciplinare, possa contribuire alla sfide che si riscontrano nella quotidianità. L’anno scorso, in occasione di Expo Milano 2015, per rispondere alle necessità dei progettisti di Palazzo Italia, abbiamo messo a punto un nuovo cemento che è stato utilizzato per il rivestimento della struttura. I nostri materiali innovativi hanno fatto proprio “da pelle” all’edificio icona dell’Esposizione, che tutt’ora conserva la sua bellezza “biodinamica”».
La ricerca sul miglioramento di materiali apparentemente inanimati, quali sembrerebbero essere quelli cementizi, parte dall’integrazione concettuale delle caratteristiche e delle proprietà tipiche della pelle: rivestimento, permeabilità, porosità, elasticità, esposizione alla luce, capacità di riparazione. Questi dati, opportunamente studiati e adattati, possono essere utilizzati per la realizzazione di particolari tipi di superfici di cemento che vengono quindi ad assumere caratteristiche simili a quelle della pelle.
Emilio Bombardieri – Direttore Clinico-Scientifico Medicina Nucleare di Humanitas Gavazzeni – ha approfondito la «struttura, ultrastruttura e fisiologia della pelle» e ha sottolineato come «la collaborazione tra Humanitas e Italcementi è un esempio di integrazione di competenze e conoscenze in aree diverse che permette di migliorare gli approcci metodologici alla risoluzione di problematiche di varia natura che si possono verificare nella pratica quotidiana. Da un lato l’industria del cemento può mettere a punto informazioni biologiche da utilizzare nella costruzione di materiali innovativi. Dall’altro la ricerca medica può creare sinergie nell’approfondimento di conoscenze tecnologiche».
Gli avanzamenti tecnologici in campo biomedico peraltro rendono possibili scoperte e analisi diagnostiche importanti per la descrizione di fenomeni che, anche in dermatologia, possono essere utilizzati per questa interazione virtuosa e rendono possibile la diagnosi precoce di patologie aggredibili e guaribili con successo.
Alla conferenza sono intervenuti anche Tiziana de Marco, ricercatrice della Direzione Innovazione di Prodotto Globale Italcementi, che ha parlato di “Cemento e pelle: cosa hanno in comune?”, Marzia Baldi, dermatologa, responsabile degli Ambulatori di Dermatologia di Humanitas Gavazzeni che ha trattato il tema degli “Avanzamenti tecnologici nello studio e nella cura della pelle” e Alessandro Morbi, ricercatore della Direzione Innovazione di Prodotto Globale Italcementi, che ha illustrato i “Metodi per la valutazione delle proprietà dei materiali cementizi”.