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Non solamente calcoli. In urologia le “onde” curano diverse malattie

Le onde d’urto furono introdotte per la prima volta in urologia negli Anni Ottanta per il trattamento dei calcoli renali mediante la cosiddetta litotrissia extracorporea (ESWL); negli anni successivi il loro ambito di utilizzo si è rapidamente esteso a molte patologie dell’apparato muscolo-scheletrico al fine di ridurre l’infiammazione e stimolare la rigenerazione di tessuti inerti perché cronicamente sofferenti.

In urologia, calcoli a parte, le applicazioni delle onde d’urto si sono ampliate e quelle lineari a bassa intensità oggi danno il loro contributo nella cura di patologie urologiche piuttosto diffuse e di difficile trattamento farmacologico: induratio penis plastica (IPP), disfunzione erettile, sindrome del dolore pelvico cronico.

La tecnologia delle macchine per le onde d’urto in dotazione a Humanitas Gavazzeni Bergamo e la formazione degli specialisti permette di intervenire anche in questo ambito.

«L’induratio penis plastica è una patologia dalle molteplici cause e non tutte ancora note, che si sviluppa generalmente dopo i 50 anni. All’interno del pene si forma un placca fibrosa che con il tempo tende a calcificare e determina un’incurvatura a livello anatomico e un deficit erettile per la riduzione dell’apporto ematico – spiega il dottor Emanuele Micheli, responsabile dell’Unità Operativa di Urologia di Humanitas Gavazzeni –. Le onde d’urto disgregano la placca, riducendo l’incurvamento del pene e, in parte, riattivando localmente anche il metabolismo e la circolazione».

Dal momento che i trattamenti farmacologici non portano a risultati efficaci, la strada delle onde d’urto può essere positivamente percorribile prima di arrivare all’intervento chirurgico di raddrizzamento.

Per quanto riguarda la disfunzione erettile, il suo trattamento è generalmente farmacologico, ma c’è una quota di pazienti che non risponde bene, in particolare coloro che hanno problemi vascolari. Le onde d’urto a bassa energia migliorano il microcircolo vascolare e possono essere di grande aiuto.

«Le onde d’urto applicate alla disfunzione erettile sono una tecnica di trattamento che può portare vantaggi anche a lungo termine – aggiunge il dottor Micheli –; riattivano il microcircolo penieno e anche se non consentono sempre la guarigione del paziente, sono tuttavia complementari alla terapia farmacologica migliorandone la risposta».

Infine, le onde d’urto hanno effetti positivi sulla sindrome del dolore pelvico cronico, patologia caratterizzata da dolore al basso addome associato a dolore di riempimento vescicale e a disfunzione erettile.

«Una delle cause potrebbero essere le prostatiti croniche abatteriche in assenza di un fatto infettivo – afferma il responsabile dell’Urologia di Humanitas Gavazzeni –. Le onde d’urto riducono il dolore attraverso l’interruzione del flusso degli impulsi nervosi da iperstimolazione dei nocicettori e la riduzione dell’ipertono muscolare. Ciò porta a un miglioramento della qualità della vita e del dolore dello svuotamento vescicale senza particolari effetti collaterali».

I trattamenti sono ambulatoriali, effettuati dagli urologi, e le sedute sono a cicli fissate in base alla patologia e al singolo caso.