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Giovani verificatori fanno pratica

Qualità in ospedale significa molte cose: alto livello delle cure, team professionali, contesto sicuro per il paziente e per chi vi lavora. Dunque significa anche garantire le migliori condizioni di funzionamento e di sicurezza di tutti gli strumenti presenti nella struttura.

Per questo in Humanitas Gavazzeni esistono gli uffici dell’Ingegneria Clinica e dei Servizi Tecnici, impegnati quotidianamente in molte mansioni fondamentali per l’ospedale, ma spesso invisibili agli occhi di chi vi entra.

E proprio Humanitas Gavazzeni, dal 30 luglio al 3 agosto, ha ospitato il Master di Perfezionamento pratico organizzato da A.N.TE.V., l’Associazione Nazionale Tecnici Verificatori (www.antev.net), rivolto ai neodiplomati di istituti tecnici che abbiano superato il percorso formativo di A.N.TE.V. di due anni e siano pronti a entrare nel mondo del lavoro.

A.N.TE.V. è la prima e, al momento, l’unica Associazione iscritta nell’Elenco delle Associazioni Professionali tenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della Legge 4/2013 che rilascia l’Attestato di Qualità dei Servizi Professionali ai “Tecnici Verificatori” di apparecchi, impianti e ambienti in ambito medicale e similare.

Tredici i giovani diplomati che hanno potuto fare pratica in un’area di Humanitas Gavazzeni preparata ad hoc con attrezzature bio-medicali, rilevandone i parametri essenziali e testandone il funzionamento.

A completamento delle 5 giornate, colloqui lavorativi con importanti aziende italiane alla ricerca di verificatori da aggiungere al proprio staff.

«Una professione sempre più ricercata – commenta Costantino Carraro, Presidente A.N.TE.V. e tutor del master – perché le verifiche di sicurezza sulle apparecchiature, per avere un senso, devono essere effettuate da personale altamente specializzato e qualificato, come già stabilì la Raccomandazione n. 9 del 2008 del Ministero della Salute e come prevede il Decreto Legislativo 81/2008».

«Fare pratica – aggiunge Maurizio Pajè, ingegnere clinico di Humanitas Gavazzeni e referente regionale A.N.TE.V. – è sicuramente un valore aggiunto. Al giorno d’oggi il progresso della medicina va in parallelo allo sviluppo tecnologico, per cui è necessario formare persone capaci di muoversi in contesti delicati, come quello ospedaliero, con abilità e preparazione».

Molto entusiasmo da parte dei giovani, che hanno raggiunto Bergamo da ogni parte d’Italia. «Stiamo facendo pratica su defibrillatori, elettrobisturi, apparecchiature per l’endoscopia… insomma, su tanti macchinari che si trovano in sala operatoria o in ambulatorio – spiega Giuseppe, 19 anni, di Caltagirone». «Facciamo misurazioni elettriche e ci esercitiamo ad accertare il livello di sicurezza delle apparecchiature – specifica Alessandro, 19 anni, anche lui di Caltagirone –. E poi ci sono i colloqui conoscitivi con le aziende, fondamentali per il nostro futuro professionale».

«Frequentare il corso è stata una scelta nostra – commenta Arcangelo, 18 anni originario di Benevento –. Questa specializzazione non esiste a livello ministeriale, quindi sta alla volontà dei ragazzi specializzarsi con i corsi aggiuntivi di A.N.TE.V., che si sono rivelati utili sia per chi ha deciso di proseguire negli studi iscrivendosi all’Università sia per chi vorrebbe iniziare a lavorare».

«Sono pronto a spostarmi per lavorare in questo settore – racconta Riccardo, 18 anni, nato a Benevento –. Il progetto si sta ampliando e sono tante le aziende che richiedono profili come il nostro». «Mi piace l’atmosfera che si respira lavorando in ospedale – conclude Riccardo, 19 anni, di Milano –. Dopo questa esperienza vorrei iniziare a lavorare e mi piacerebbe farlo in una struttura di cura».

Buona fortuna a tutti i giovani tecnici!