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Casimiroa

Casimiroa

 

Che cos’è la casimiroa?

Nota anche come sapote bianco, è il frutto della Casimiroa edulis, pianta facente parte della famiglia delle Rutaceae. Si tratta di un albero originario delle regioni centrali del Messico; oggi viene coltivato nelle zone del mondo a clima subtropicale. I suoi frutti presentano una forma tondeggiante e sono avvolti da una sottile buccia verde-giallastra. La polpa – di color bianco-crema – ha un sapore molto simile a quello della pesca, con sfumature che variano in base alla varietà cui appartiene la pianta. Può essere mangiata da sola, essere aggiunta a delle insalate o essere utilizzata per preparare marmellate, gelati o frappè.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

Per ogni grammo edibile di frutto, essa apporta 1,2 calorie e:

0,303 mg di acido ascorbico

0,005 mg di niacina

0,004 mg di tiamina

0,0004 mg di riboflavina

0,204 mg di fosforo

0,099 mg di calcio

0,0033 mg di ferro

0,0005 mg di beta-carotene

0,15 g di carboidrati

3,0 g di lipidi

0,009 g di fibre

 

Quando non mangiare la casimiroa?

Non risultano esservi interazioni accertate tra l’impiego alimentare di casimiroa e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è bene chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità della casimiroa

Alcune sue varietà producono frutti durante tutto l’anno, ma nella maggior parte dei casi la maturazione avviene in ottobre o in febbraio, a seconda della zona in cui viene coltivata.

 

Possibili benefici e controindicazioni

In Messico e nell’America Centrale si reputa che il suo consumo possa contribuire ad alleviare i dolori associati all’artrite e ai reumatismi. Pare altresì che mangiare questo frutto possa indurre sonnolenza; i suoi semi provocherebbero difatti un vero e proprio effetto narcotizzante. Nel passato tale effetto è stato attribuito a una molecola, la casimirina, che secondo studi successivamente effettuati non sarebbe presente nei semi casimiroa. Gli stessi studi hanno messo in dubbio le complessive asserite proprietà ipnotiche dei semi di casimiroa.

Sono state loro attribuite anche proprietà ipotensive; schiacciati ed arrostiti

aiuterebbero la guarigione delle ferite infette. Si rammenta il fatto che non devono essere mangiati: sono tossici, specialmente se assunti crudi.

Infine, in Costa Rica le foglie di casimiroa sono utilizzate per la preparazione di decotti antidiabetici.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cavoli e Verza

Cavoli e Verza

 

Che cosa sono?

Sono delle verdure che appartengono alla famiglia delle Brassicaeae. Scientificamente sono noti come Brassica oleracea var. capitata.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di cavoli o verza apportano circa 25 calorie e:

1,28 g di proteine

92,18 g di acqua

3,20 g di zuccheri

2,5 g di fibre

0,10 g di lipidi, fra cui:

0,034 g di grassi saturi

0,017 g di grassi monoinsaturi

0,017 g di grassi polinsaturi

98 UI di vitamina A

36,6 mg di vitamina C

0,234 mg di niacina

0,212 mg di acido pantotenico

0,15 mg di vitamina E

76 mg di vitamina K

43 mg di folati

170 mg di potassio

40 mg di calcio

26 mg di fosforo

18 mg di sodio

12 mg di magnesio

0,47 mg di ferro

0,18 mg di zinco

0,160 mg di manganese

0,124 mg di vitamina B6

0,061 mg tiamina

0,040 mg di riboflavina

 

Sono una fonte di alfa- e beta-carotene, isotiocianati, indolo-3-carbinolo, luteina/zeaxantina e tiocianati.

 

Quando non mangiarli?

Il consumo di cavoli e verza potrebbe interferire con l’assunzione di anticoagulanti. In caso di dubbi è bene consultarsi con il proprio medico.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

I cavoli sono presenti sul mercato italiano durante tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il consumo di cavoli e verza può contribuire a proteggere la salute cardiovascolare; il merito è sia dell’apporto di vitamina K (importante per la coagulazione) che del loro contenuto in potassio nonché di molecole che aiutano a combattere l’aterosclerosi. Fra queste ultime sono inclusi diversi antiossidanti, che esercitano anche una funzione protettiva nei confronti della pelle (vitamina A, C ed E), della vista (in particolare i carotenoidi) e contro l’insorgenza dei tumori. Selenio e manganese sono altresì importanti cofattori di enzimi facenti parte delle difese antiossidanti interne all’organismo. Cavoli e verza sono anche fonti di vitamine B, che sono importanti per garantirsi un buon metabolismo. Infine, questi ortaggi aiutano a proteggere la salute delle ossa grazie al loro apporto di magnesio, calcio e fluoro e apportano ferro che è fondamentale per la produzione dei globuli rossi.

Questi due ortaggi sono fonti di goitrogeni pericolosi per chi soffre di disturbi alla tiroide.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cicerchie

Cicerchie

 

Che cosa sono le cicerchie?

Dal nome scientifico Lathyrus sativus, è il seme di una pianta che appartiene alla famiglia delle Leguminosae (o Fabaceae). Legume molto resistente alla siccità, può essere coltivato anche in zone che presentano un clima fortemente arido ed una terra poco fertile, garantendo lo stesso rese abbondanti. Poco diffusa in Italia e in Europa, questo legume trova invece largo impiego in Asia e nell’Africa occidentale sia per il consumo umano che per quello animale. In Italia il consumo è limitato ad alcune regioni (soprattutto quelle centrali: Lazio, Molise, Toscana, Puglia, Abruzzo, Marche e Umbria) e la forma commerciale più diffusa è quella secca.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di cicerchie (bollite senza sale e scolate) apportano circa 134 calorie, ripartite come segue:

11,5% acqua

6% fibre alimentari

1,5% di grassi

51% carboidrati

28% proteine

Oltre a buone quantità di:

ferro

fosforo

potassio

calcio

vitamina B1 (Tiamina)

vitamina B2 (Riboflavina)

vitamina B3 (vitamina PP o Niacina)

 

Quando non mangiare le cicerchie?

Allo stato non risultano esservi condizioni in cui il consumo moderato e non prolungato nel tempo di cicerchie possa interagire con medicinali o altre sostanze.

 

Stagionalità delle cicerchie

Le cicerchie si raccolgono a fine luglio/inizio agosto, ma poiché vengono prevalentemente consumate previa essiccazione possono essere acquistate tutto l’anno. Nel nostro paese il loro consumo è piuttosto limitato e circoscritto ad alcune regioni – particolarmente quelle centrali: Puglia, Abruzzo, Marche, Toscana, Lazio, Molise, e Umbria – al di fuori delle quali risultano essere di difficile reperibilità. Come molti altri legumi, le cicerchie vengono consumate bollite.

 

Possibili benefici e controindicazioni delle cicerchie

Come tutti i legumi che vengono impiegati a scopo alimentare, anch’esse vantano numerose proprietà benefiche. Tra le principali caratteristiche spicca certamente il loro alto contenuto di fibre, che stimola il funzionamento dell’intestino e aumenta il senso di sazietà. Le proteine vegetali in esse contenute, poi, ne fanno un alimento adatto agli anziani e ai soggetti di tutte le età, soprattutto in caso di convalescenza o debolezza. La grande presenza di fibre alimentari aiuta poi ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue a beneficio del cuore e delle arterie. Esse contengono inoltre discrete quantità di fosforo, calcio, ferro e potassio, tutti minerali utili all’espletamento di diverse funzioni all’interno del nostro organismo.

È opportuno però prestare la dovuta attenzione al loro consumo ed evitare di mangiarle per periodi di tempo troppo prolungati poiché contengono una neurotossina (nota con il nome di Odap), che può generare una malattia neurodegenerativa nota con il nome di “latirismo”: sindrome tossica che è caratterizzata da una paralisi acuta associata a dolori muscolari e incontinenza urinaria. Alcuni casi di tale malattia sono stati riscontrati in paesi affetti da carestie e nei quali la popolazione si è nutrita per lungo tempo quesi esclusivamente con questo legume.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cirimoia

Cirimoia

 

Che cos’è la cirimoia?

Detta anche annona, è il frutto di alberi che appartengono al genere Annona, a sua volta classificato nella famiglia delle Annonaceae. Si tratta di piante sempreverdi originarie di regioni dell’Ecuador al confine col Perù.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di cirimoia apportano 75 calorie e:

1,57 g di proteine

79,39 g di acqua

0,68 g di lipidi, fra cui: 0,233 g di grassi saturi, 0,055 g di grassi monoinsaturi e 0,188 g di grassi polinsaturi

17,71 g di carboidrati, fra cui 12,87 g di zuccheri e 3,0 g di fibre

Fra le vitamine e i minerali, 100 g di cirimoia contengono:

10 mg di calcio

7 mg di sodio

0,27 mg di ferro

0,16 mg di zinco

0,093 mg di manganese

0,069 mg di rame

0,101 mg di tiamina

23 µg di folati

287 mg di potassio

26 mg di fosforo

17 mg di magnesio

5 UI di vitamina A

12,6 g di vitamina C

0,644 mg di niacina

0,345 mg di acido pantotenico

0,27 mg di vitamina E

0,257 mg di vitamina B6

0,131 mg di riboflavina

 

E’ una fonte di luteina/zeaxantina, polifenoli, beta-carotene e beta-criptoxantina.

 

Quando non mangiare la cirimoia?

Non risultano esservi interazioni fra il suo consumo e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità della cirimoia

Nel suo habitat naturale, essa è disponibile per il consumo dal mese di novembre al maggio successivo.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Essa è considerata una buona fonte di fibre alimentari, utili sia per favorire la salute della flora intestinale che per controllare il livello di zucchero e di colesterolo presenti nel sangue. Apporta inoltre antiossidanti, fra cui le acetogenine, cui sono state attribuite proprietà , antimalariche, antitumorali e antielmintiche. Fra i suoi antiossidanti è anche inclusa la vitamina C che – oltre a difendere dai radicali liberi e a favorire le difese immunitarie – partecipa alla sintesi del collagene, promuovendo in tal modo la buona salute dei tessuti che contengono questa proteina.

Fra le vitamine, essa apporta anche molecole alleate del buon funzionamento del metabolismo e dello sviluppo del sistema nervoso durante la fase di gestazione. Fra i minerali, invece, fornisce calcio, fosforo e magnesio (utili per la salute di ossa e denti) nonché potassio (grande alleato della salute cardiovascolare)

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cocomero

Cocomero

 

Che cos’è il cocomero?

E’ il frutto del Cocos nucifera, specie che appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae e che si ritiene essere nativa dell’Africa per poi essere stata portata in Asia, Europa e Nord America. Attualmente, nel mondo, il principale produttore di cocomero è la Cina.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del cocomero?

100 gr. di cocomero (parte edibile) apportano 16 calorie ripartite come segue:

10% proteine

1% lipidi

89% carboidrati

Nello specifico, 100 gr. di cocomero apportano:

95,3 g di acqua

3,7 g di zuccheri solubili

0,4 g di proteine

0,2 g di fibre, di cui:

0,02 g di fibra solubile

0,2 g di fibra insolubile

Fra le vitamine e i minerali, 100 gr. di cocomero apportano:

280 mg di potassio

2 mg di fosforo

7 mg di calcio

3 mg di sodio

0,2 mg di ferro

8 mg di vitamina C

0,1 mg di niacina

0,02 mg di riboflavina

0,02 mg di tiamina

37 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

Esso è inoltre ricco di carotenoidi (in particolare beta-carotene e licopene) di composti fenolici, inclusi flavonoidi e di triterpenoidi (in particolare di cucurbitacina E).

 

Quando non mangiare il cocomero?

Non risultano interazioni alcune fra il suo consumo alimentare e l’azione di medicinali.

 

Stagionalità del cocomero

In Italia la sua stagione è limitata solo ai mesi di luglio e agosto.

 

Possibili benefici e controindicazioni del cocomero

Come i pomodori, il cocomero è uno dei frutti a più elevato contenuto di licopene, carotenoide dalle proprietà benefiche nei confronti dell’intero apparato cardiovascolare e – secondo alcune più recenti studi – anche delle ossa. Inoltre questo frutto è fonte di citrullina, un aminoacido che una volta immesso nell’organismo viene convertito in arginina: quest’ultima può promuovere la salute cardiovascolare. I composti fenolici di questo frutto forniscono invece una protezione antinfiammatoria e antiossidante; a quest’ultima funzione contribuisce anche la vitamina C, che è presente in abbondanti quantità abbondanti all’interno di questo frutto.

Non sono noti specifici rischi associati al suo consumo alimentare, in quanto esso è considerato un frutto poco allergenico e secondo la Shopper’s Guide to Pesticides 2015 dell’Environmental Working Group non è incluso all’interno dell’elenco dei prodotti più a rischio di contaminazione da pesticidi.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Corbezzolo

Corbezzolo

 

Che cos’è il corbezzolo?

Si tratta di un arbusto sempreverde tipico della macchia mediterranea che produce gli omonimi frutti tondeggianti e bitorzoluti (bacche grandi circa come ciliegie) con buccia spessa e polpa gialla, morbida e granulosa. Essi possono essere consumati freschi o in conserva (sotto forma di confetture, liquori, sciroppi). Molto rinomato e pregiato è il miele di corbezzolo, che si caratterizza per l’odore penetrante e pungente ed un retrogusto amaro. Questo arbusto, durante la fase autunnale, presenta i suoi fiori bianchi (che daranno i frutti l’anno successivo) in contemporanea ai frutti dell’anno in corso: così nella pianta si possono vedere nello stesso tempo fiori bianchi e frutti rossi che – unitamente al verde delle foglie – rendono questo arbusto molto caratteristico e facilmente distinguibile. Questa appartiene alla stessa famiglia dei mirtilli.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di corbezzoli apportano circa 76 calorie e contengono approssimativamente:

11 g di zuccheri

0,8 g di proteine

8 mg di vitamina C

 

Quando non mangiare il corbezzolo?

A oggi non sono note interazioni tra l’impiego di corbezzoli a scopo alimentare e l’assunzione di medicinali o altre sostanze ma – poiché le proprietà terapeutiche di questo prodotto sono diverse – nel caso in cui ci si stia sottoponendo ad una terapia farmacologica o si assumano altre sostanze (es. integratori o rimedi fitoterapici) è opportuno chiedere il parere del proprio medico prima di consumare un infuso a base di foglie di questo frutto.

 

Stagionalità del corbezzolo

La mat11 g di zuccheri

La maturazione e la raccolta avvengono tra novembre e dicembre. Non sono facilmente reperibili nei nostri mercati.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Sono buone fonti di pectina: questa sostanza ha proprietà gelificanti ed emollienti che sono utili per regolarizzare le funzioni intestinali; in caso di diarrea, la pectina aumenta la consistenza delle feci, mentre in presenza di stitichezza può aumentare la morbidezza della massa fecale e favorire il transito a livello intestinale.

Le sue proprietà terapeutiche sono racchiuse particolarmente nelle sue foglie, ricche di tannini (dall’azione astringente e anti-infiammatoria) e di fenoli (sostanze dall’azione antiossidante), che possono essere assimilate a mezzo di infusi a base di foglie essiccate. I fenoli esplicano la loro benefica azione con un’attività antinfiammatoria (soprattutto sul fegato, sulle biliari e sull’apparato circolatorio) e con un’attività antispasmodica sull’apparato digerente. Risultano altresì essere un buon diuretico e hanno funzioni antisettiche e antinfiammatorie sulle vie urinarie.

A oggi non sono accertate delle controindicazioni al suo impiego ma poiché le proprietà terapeutiche di tale prodotto sono diverse, nel caso in cui si stia seguendo una terapia farmacologica o si assumano altre sostanze (es. integratori o rimedi fitoterapici) è consigliabile chiedere il parere del proprio medico prima di consumare un infuso preparato con le foglie di questo frutto.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Corniole

Corniole

 

Che cosa sono le corniole?

Dal nome scientifico Cornus mas, è un arbusto originario dell’Europa continentale che si è diffuso anche in Italia. Con il termine “corniole” si indicano anche i suoi frutti, ovvero delle bacche di colore rosso dalla forma ovoidale simile a quella delle olive, che vengono raccolte nei mesi di settembre ed ottobre. Ricche di fruttosio e vitamina C, sono piuttosto succose e sono caratterizzate da un sapore acidulo. Possono essere consumate sia fresche che venir impiegate per preparare marmellate, liquori e vini.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di corniole apportano circa 150 calorie e contengono all’incirca:

37 g di carboidrati

27 g di zuccheri

4 g di proteine

13 mg di sodio

530 mg di potassio

108 mg di vitamina C

Le corniole contengono altresì numerosi minerali tra cui manganese, calcio, sodio, potassio e ferro.

 

Quando non mangiare le corniole?

Ad oggi non sono conosciute interazioni tra il loro consumo e l’assunzione di medicinali o altre sostanze ma poiché le proprietà terapeutiche di questo frutto sono numerose, nel caso in cui si stia seguendo una terapia farmacologica o si assumano altre sostanze (es. integratori o rimedi fitoterapici) è consigliabile chiedere il parere del proprio medico prima di consumarlo.

 

Stagionalità delle corniole

Vengono raccolte tra settembre e ottobre e non sono di facile reperibilità nei nostri mercati.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Una delle loro caratteristiche più rilevanti è il loro contenuto di vitamina C, vitamina conosciuta per la sua attività antiossidante che è in grado di fortificare il sistema immunitario, “ripulendo” l’organismo sia dalla presenza che dalla produzione di sostanze cancerogene; la vitamina C svolge altresì un ruolo di primaria importanza nel neutralizzare l’azione dannosa dei radicali liberi e nel rinforzare le difese della pelle. Questi frutti contengono anche discrete quantità di tannini – sostanze dalle proprietà astringenti e anti-infiammatorie – particolarmente indicati per soggetti che soffrono di diarrea e disturbi intestinali.

Le loro proprietà benefiche non sono racchiuse solo nel frutto ma anche nella corteccia, che contiene a sua volta numerose sostanze che possono essere assunte a mezzo di un decotto preparato con la corteccia stessa e che sono ad esempio utili per curare gli stati febbrili.

A oggi non sono note controindicazioni al loro consumo, ma poiché le proprietà terapeutiche di questo prodotto sono molteplici nel caso in cui si stia seguendo una terapia farmacologica o si assumano altre sostanze (es. integratori o rimedi fitoterapici) è sempre consigliabile chiedere consulto al proprio medico prima di consumare questo frutto.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cozze

Cozze

 

Che cosa sono le cozze?

Si tratta di molluschi appartenenti alla famiglia delle Mytilidae. Ne esistono due specie piuttosto simili: la Mytilus edulis e la Mytilus galloprovincialis. In Italia sono molto abbondanti nel Mare Adriatico, anche se sono diffuse un po’ lungo tutte le coste della penisola.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali delle cozze?

100 gr. di cozze (Mytilus edulis, parte edibile) apportano circa 84 calorie ripartite come segue:

29% lipidi

15% carboidrati

56% proteine

 

In particolare, in 100 gr. di cozze sono presenti:

11,7 g di proteine

82,1 g di acqua

2,7 g di lipidi, di cui: 0,52 g di grassi saturi, 0,63 g di grassi monoinsaturi, 0,58 g di grassi polinsaturi (soprattutto omega 3) e 121 mg di colesterolo

tracce di vitamina C

320 mg di potassio

290 mg di sodio

236 mg di fosforo

88 mg di calcio

44 mg di magnesio

5,8 mg di ferro

2,2 mg di zinco

1,2 mg di rame

49 µg di selenio

2,8 g di glicogeno

0,3 g di zuccheri solubili

1,6 mg di niacina

0,16 mg di riboflavina

0,12 mg di tiamina

54 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

 

Quando non mangiare le cozze?

Non risultano esservi interazioni fra il consumo di cozze e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è bene chiedere consiglio al proprio medico.

 

Periodo di reperibilità delle cozze

Si riproducono prevalentemente in primavera e in estate.

 

Possibili benefici delle cozze

Questi molluschi proteggono la salute fornendo all’organismo degli importanti minerali. In particolare, il selenio può favorire un corretto funzionamento del sistema immunitario e agisce come antiossidante. Anche la vitamina C coadiuva a migliorare le difese antiossidanti e partecipa alla sintesi del collagene. La riboflavina, invece, esercita un ruolo nel regolare l’umore, partecipa alla comunicazione fra cellule nervose e favorisceun buon utilizzo del ferro. Le cozze sono infine una fonte di omega 3, acidi grassi alleati della salute (in particolare di arterie e cuore).

 

Possibili controindicazioni delle cozze

Questi molluschi sono tuttavia ricchi di sodio e di colesterolo, entrambi nemici della salute cardiovascolare. Per tale motivo è opportuno evitarne un elevato consumo, soprattutto se sono già presenti problemi di colesterolo.

Possono essere causa di intolleranze alimentari. Il loro contenuto in mercurio è basso, ma possono essere contaminate da altri agenti inquinanti.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Crescione d’acqua

Crescione d’acqua

 

Che cos’è il crescione d’acqua?

Si tratta di una pianta acquatica perenne (Nasturtium officinale) che fa parte della famiglia delle Brassicaceae. Le sue foglie dal gusto pepato sono impiegate, sin dall’antichità, sia in cucina che a scopo medicinale.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di crescione crudo apportano circa 11 calorie e:

2,30 g di proteine

95,11 g di acqua

0,10 g di lipidi, fra cui 0,027 g di acidi grassi saturi, 0,008 g di acidi grassi monoinsaturi e 0,035 g di acidi grassi polinsaturi

1,29 g di carboidrati, fra cui 0,5 g di fibre e 0,20 g di zuccheri

3.191 UI di vitamina A

250 µg di vitamina K

9 µg di folati

330 mg di potassio

120 mg di calcio

60 mg di fosforo

41 mg di sodio

21 mg di magnesio

0,244 mg di manganese

0,20 mg di ferro

0,11 mg di zinco

0,077 mg di rame

0,9 µg di selenio

43,0 mg di vitamina C

1,00 mg di vitamina E

0,310 mg di acido pantotenico

0,200 mg di niacina

0,129 mg di vitamina B6

0,120 mg di riboflavina

0,090 mg di tiamina

 

E’ una fonte di luteina/zeaxantina, di beta-carotene, e di numerosi fitonutrienti, fra cui gli isotiocianati.

 

Quando non mangiare il crescione?

Il suo impiego può interferire con l’assunzione di litio, clorzoxazone e warfarin. Nel dubbio, è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità del crescione

Sia le foglie che i rametti di crescione vengono raccolti in estate per essere quindi consumati freschi.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il suo regolare consumo è stato associato alla prevenzione dell’anemia, dell’osteoporosi e della carenza di vitamina A; pare inoltre poter proteggere dalle malattie cardiovascolari e dal cancro. Nello specifico, la gluconasturtiina presente al suo interno sarebbe convertita all’interno dell’organismo in una molecola dalle proprietà antitumorali.

Quest’erba aromatica è altresì una fonte di antiossidanti a basso contenuto di calorie e di grassi. Il crescione può contribuire anche ad una buona coagulazione e al mantenimento in buona salute dei neuroni grazie alla sua vitamina K, a garantire un buon metabolismo grazie alle vitamine del gruppo B e a proteggere ossa e denti con calcio, fosforo e magnesio nonché il cuore tramite il potassio.

Il suo impiego può essere controindicato in caso di ulcere gastrointestinali e di malattie renali.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Rambutan

Rambutan

 

Che cos’è il rambutan?

Si tratta del frutto della Nephelim lappaceum, specie che appartiene alla famiglia delle Sapindaceae. La sua origine è identificata tra Malesia e Indonesia, però oggi questa pianta viene coltivata in tutte le zone dell’area tropicale dal clima umido. La distinguono proprio i suoi frutti caratteristici, somiglianti al litchi però con spine più lunghe e tenere dalle quali proviene il nome (“rambout” significa infatti “capelli”).

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di rambutan danno circa 68 Calorie, di cui:

61,7 Calorie in forma di carboidrati

3,6 Calorie in forma di proteine

2,7 Calorie in forma di grassi

 

Nello specifico, 100 g di rambutan danno:

16 g di carboidrati, tra cui:

13,2 g di zuccheri

2,8 g di fibre

0,9 g di proteine

0,3 g di grassi

Inoltre il rambutan è fonte di:

vitamina C

ferro

fosforo

calcio in tracce

 

Quando non consumarlo?

Il rambutan può disturbare l’attività dell’enzima CYP3A4. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Periodo di reperibilità/stagionalità

Il rambutan si trova in commercio durante tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Del rambutan vengono sostenute la capacità di uccidere parassiti intestinali, di lenire i sintomi della diarrea e di far diminuire la febbre. Gli studi fatti sino ad oggi paiono confermare solamente che costituisce una buona sorgente di antiossidanti di origine naturale; per quel che riguarda, invece, i benefici specifici originati dal suo consumo non sono state ancora trovate prove scientifiche per dimostrarli.

Dal punto di vista nutrizionale, il suo potere antiossidante è supportato dalla presenza di quantità importanti di vitamina C, un micronutriente amico del sistema immunitario e dei tessuti connettivi (poiché collabora alla sintesi del collagene). Apporta anche ferro (fondamentale per la creazione dei globuli rossi) e fosforo (che unendosi alle ridotte quantità di calcio esistenti nel rambutan potrebbe collaborare a difendere la salute di ossa e denti). Inserire il rambutan nell’alimentazione aiuta anche a ricevere il quantitativo di fibre alimentari consigliato dagli esperti (per un adulto in normali condizioni di salute tra i 25 e i 30 grammi al giorno).

Il rambutan può provocare reazioni allergiche.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.