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Non stressiamo la pelle con il sole!

Sole sì ma con giudizio. Un’eccessiva esposizione della pelle al sole, senza le dovute protezioni e accortezze, può provocare danni anche non irrilevanti. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Marzia Baldi, responsabile degli Ambulatori di Dermatologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.

Il sole è un amico ma può essere anche un nemico per la pelle…

«Il sole è un amico perché è utile nell’attivazione della vitamina D che avviene a seguito dell’esposizione al sole della nostra pelle. La vitamina D fissa il calcio nelle ossa e le rafforza. L’esposizione alla luce solare attiva inoltre la produzione di melatonina che regola il ciclo del buonumore. Il sole può però essere considerato un nemico per la nostra pelle se la esponiamo troppo e senza protezioni adeguate».

Che cosa succede quando esponiamo troppo la pelle al sole?

«Esponendosi troppo al sole, la nostra pelle subisce dei danni che possono essere acuti (immediati) o cronici (visibili con il tempo). Nella fase acuta le cellule producono alcuni mediatori dell’infiammazione e il rilascio di alcune sostanze che provocano l’eritema, cioè l’arrossamento della pelle, e prurito sino ai casi gravi con formazione di bolle e vescicole. In questa situazione è necessario evitare ulteriori esposizioni solari e applicare localmente creme in grado di attenuare il rossore e il prurito.  Nella fase cronica che segue, nel tempo, la fase acuta, il danno si verifica a livello del DNA delle cellule più profonde dell’epidermide. Generalmente le cellule attivano meccanismi di riparo del DNA danneggiato, ma nel caso di danni continui e ripetuti per lungo tempo le cellule possono perdere la capacità di auto-ripararsi e si può osservare l’insorgenza di lesioni pre-tumorali, come le cheratosi attiniche, o tumorali della pelle come i carcinomi basocellulari e spinocellulari. Queste ultime lesioni non vanno trascurate: ognuno di noi può esaminare la propria pelle, guardandosi, e richiedere una vista specialistica ogni volta che nota lesioni atipiche».

Ogni pelle appartiene a un fototipo e in base a questo dobbiamo regolarci rispetto all’esposizione al sole. Cosa e quanti sono?

«Thomas Fitzpatrick, il padre della moderna dermatologia, ha suddiviso i diversi tipi di pelle in 6 fototipi. Il fototipo è la sintesi delle diverse colorazioni della pelle associate ai colori di occhi e capelli e riflette la qualità e quantità di melanina presente nella pelle. Conoscere il nostro fototipo è importante perché ci aiuta a conoscere quali possono essere le reazioni che la pelle avrà durante l’esposizione al sole e che tipo di abbronzatura otterremo: nelle nostre zone vi è prevalenza di fototipi chiari, persone che si scottano facilmente e si abbronzano poco».

Proteggersi dal sole: esiste la crema giusta?

«Le creme sono dei presidi utili per non scottarsi, fatte salve alcune cautele e attenzioni. Innanzitutto c’è differenza tra la pelle dei bambini e quella degli adulti. La pelle del bambino è molto sensibile e assorbe molto facilmente anche i componenti tossici delle creme. È bene utilizzare per loro creme contenenti filtri fisici che tendono a riflettere la luce del sole associati a cappellino, maglietta e occhiali da sole. Gli adulti invece possono usare creme con filtri di tipo chimico capaci di assorbire la radiazione solare: la loro pelle è meno sensibile e più predisposta sopportare questo tipo di sostanze. Le creme vanno messe ogni 2 ore e ogni volta che si fa il bagno perché sono prodotti che si degradano e si esauriscono velocemente. È importante ricordare che nessuna crema sostituisce il buon senso: non esporsi nelle ore centrali, attenzione alle prime esposizioni e proteggere sempre i bambini».

Gli orari da evitare?

«Sono sempre gli stessi: dalle ore 11 alle 16, quando la concentrazione dei raggi UVB (raggi eritematogeni, cioè in grado di provocare eritema) è più alta anche quando il cielo è nuvoloso. I raggi UVA sono presenti a tutte le ore e sono i più dannosi per la pelle. Ricordiamoci infine che questi orari sono condizionati dall’istituzione dell’ora legale ma è sempre l’ora solare che fa testo».